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Sputnik: il film, il vaccino e…

Doveva essere la punta di diamante del Tribeca Film Festival, nell’Aprile 2020, ma la kermesse venne posticipata per la pandemia e quindi fu distribuito in Video-On-Demand solo qualche giorno dopo e, in Russia, presentato dalla Sony su diverse piattaforme, è stato visto in poco tempo da oltre un milione di appassionati, stracciando altri titoli russi e americani, come il film più visto degli ultimi due anni. Sputnik, del regista Egor Abramenko, in Italia è stato trasmesso lunedì 26 Aprile (tra l’altro il 26 aprile è una data molto importante per gli appassionati di SF, poichè è il giorno dedicato ad Alien, Fury 426 è il pianeta prigione del terzo film sulla terribile creatura aliena), e disponibile ora gratuitamente su Rai Play. Gli incassi e una buona accoglienza da parte della critica, per un «efficace horror spaziale alieno con un tocco di epoca sovietica»(1), hanno fatto sì che gli stessi americani si decidessero per la produzione di un remake (a solo un anno dall’uscita dell’originale!), in quanto Sputnik, che in russo significa sia compagno di viaggio e per estensione satellite, «è un film che si può adattare benissimo non solo per un pubblico anglosassone ma per tutto il mondo»(2).
E, se Solaris (l’originale di Andrej Tarkovskij del 1972, tratto dal romanzo omonimo di Stanislav Lem, non il remake con G. Clooney), venne presentato all’uscita come: «La risposta della cinematografia sovietica a 2001: Odissea nello spazio», il film di Abramenko, oltre al già citato Alien, cita anche il film Life: Non oltrepassare il limite (D. Espinosa, 2017, qui mia recensione) quanto a estrema somiglianza della creatura aliena -che fa strage nella stazione spaziale. Mentre la creatura nel film russo, miete vittime nella base segreta sovietica (il film è ambientato nel 1983, in piena guerra fredda).
La sequenza iniziale mostra i due cosmonauti (corrispettivo russo di astronauti, per chi non lo sapesse), che dall’interno della loro piccola navicella, assistono a un incredibile evento: qualcosa sembra muoversi all’esterno del veicolo (fatto da non escludere, a priori, anche nella realtà), evento che accade anche nel film La moglie dell’Astronauta (R. Ravich, 1999): l’astronauta J. Depp, ritorna sulla Terra, dalla moglie, C. Theron, ma è completamente un’altra persona, che a poco a poco mostrerà tutta la sua potenza, sotto forma di una energia aliena spaventosa.
In Sputnik: la capsula si schianta in Kazakhstan (sede del centro spaziale Baikonur, dove nel 1957, venne lanciato il primo satellite artificiale, lo Sputnik), uno dei due cosmonauti giace morto in maniera orribile, mentre l’altro è in gravi condizioni con il sangue che esce da tutti gli orifizi del volto. In seguito si scoprirà che, durante la notte, un parassita alieno esce dal suo corpo e comincia ad interagire con i membri del centro dove è rinchiuso il cosmonauta.
Il cinema di fantascienza, con alcune contaminazioni horror e, in questo caso anche con risvolti splatter, ci ha mostrato diverse volte situazioni del genere, film come L’Alieno (The Hidden, J. Sholden, 1987), che mostra il modo in cui il parassita nascosto, modello lumacone, transita da corpo a corpo, ma anche la famosa serie tv, spesso da me citata, X-Files che, in uno dei suoi episodi, La Setta (st. 8, ep. 4), Scully diventa il tabernacolo di una creatura aliena, che introdotta dietro la schiena, fissandosi alla ghiandola pineale, assoggetta completamente il malcapitato, tanto da divenire oggetto di culto degli abitanti di una sperduta contrada nel deserto americano.
Il parassita, che durante l’azione diventa poi simbionte, invece mordendo la testa delle sue prede, sembra apparentemente nutrirsi di materia grigia, ma non è così o meglio, non proprio così: l’essere alieno, esce dal corpo che ha parassitato, si mostra agli umani per aumentarne la paura, lo stress soprattutto, facendo alzare notevolmente nel cervello, i livelli di cortisolo.
Ed ecco perché nello spazio ha ucciso l’altro cosmonauta, perché malato e quindi con bassi livelli di cortisolo.
Il vaccino Sputnik-V, è stato chiamato così come portafortuna per rinverdire i fasti del passato, dei tempi della corsa allo spazio, è stato quindi il primo ad ottenere, nel mondo, la registrazione. Il mondo, però ha usato una certa cautela nei confronti di questo vaccino per paura che Mosca abbia, in un certo senso «bruciato le tappe sacrificando sicurezza ed efficacia del prodotto pur di tagliare il traguardo per prima»(3).
Ma dov’è l’ostacolo o quantomeno dove sorgono i sospetti? In pratica: «Il vaccino non ci vuole stressati»(4). Questo vale per ogni tipo di vaccino. La vita moderna però, influisce in maniera enorme sull’umore di ogni uomo, donna o bambino, stress che, per forza di cose, data la pandemia è notevolmente aumentato in ognuno di noi.
Gli esperti, quindi, sostengono che l’adrenalina (nel film L’Alieno, sembra essere prediletta dal parassita) e il cortisolo, definiscono la corretta assunzione della dose di vaccino; non solo, ma chi soffre di stress cronico: «viene esposto perennemente a questi due ormoni, e le cellule immunitarie non rispondono più correttamente»(5). Rendendo forse inutili le dosi somministrate o, quantomeno essere: «un pharmakon nel vero senso del termine greco, ossia rimedio e veleno insieme»(6)
Ma questa è solo la mia modesta opinione e, certamente, vista la mia limitata preparazione, in materia medica o scientifica, non posso arrivare a una conclusione definitiva, tenendo ben presente, l’enorme importanza dell’argomento. Quello che posso dire, e qui non ho nessun problema a farlo, da quando è scoppiata questa grave crisi planetaria, il confine fra scienza e fantascienza è diventato sempre più labile e incerto.

 

Note:
1.https://it.wikipedia.org/wiki/Sputnik_(film)
2.https://www.fantascienza.com/26757/sputnik-in-preparazione-il-remake-americano-del-film-russo
3.https://www.agi.it/estero/news/2020-08-11/perche-russi-chiamano-vaccino-sputnik-9392885/
4.https://www.focus.it/scienza/salute/covid-5-regole-per-aiutare-vaccino
5.idem
6.https://www.posthuman.it/cinema/sputnik-il-pharmakon-alieno

Altre fonti:
https://www.fantascienza.com/26837/sputnik-e-disponibile-su-raiplay-il-film-di-fantascienzahorror-russo
https://it.style.yahoo.com/ema-discuteremo-possibili-effetti-avversi-075432598.html

credit:
www.fantascienza.com
www.dottnet.it

Project Blue Book, il serial

È iniziata il 28 novembre scorso, il serial tv Project Blue Book, con la messa in onda, da parte del quarto canale Rai, dei primi due episodi; serie basata su avvenimenti realmente accaduti (tagline), creata da David O’Leary e prodotta tra gli altri da R. Zemeckis. Certo, ne avevo già parlato poco tempo fa, dopo la visione di un servizio sempre trasmesso dalla Rai, in merito alla chiusura del Progetto da parte dell’Aeronautica Statunitense (USAF). Esso fu l’ultimo di una serie di tre studi sistematici(1), il primo fu il Progetto Sign (1947, l’anno dell’ufo crash di Roswell) e l’altro il Progetto Grudge (1949), sempre condotti dall’USAF, sugli avvistamenti dei famosi Unidentified Flying Objects (=Oggetti Volanti Non Identificati, UFO per le lingue anglosassoni e OVNI per le lingue latine), su tutto il territorio nord americano, ma anche nel resto del mondo, Europa compresa. «Lo scopo delle indagini era quello di determinare se gli UFO costituissero una minaccia per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti e, in subordine, di classificare e analizzare scientificamente tutti i dati raccolti dall’aeronautica statunitense sul fenomeno. Avviato nel 1951, il Progetto Blue Book venne formalmente concluso il 17 dicembre 1969 dopo aver indagato 12618 casi di avvistamento, 701 dei quali (circa IL 5 %) rimasero classificati come non identificati»(2).
A capo del Progetto fu posto l’astrofisico Josef Allen Hynek, professore presso l’Università dell’Ohio, passato alla storia non solo come uno dei massimi esponenti dell’ufologia mondiale -è probabile che l’acronimo Ufo(3) sia stato ideato da egli stesso, tenendo presente che è anche il padre della classificazione degli Incontri Ravvicinati di I, II e III Tipo.
Hynek, «Partendo da posizioni di estremo scetticismo, scoprirà presto la fascinazione di fenomeni inspiegabili, ma anche gli indizi di una inquietante cospirazione: i dischi volanti non esistono»(4).
In pratica si potrebbe dire che da estremamente scettico, ma con approccio scientifico, il professore divenne sostenitore tanto da diventare consulente di Spielberg per il celebre film Incontri Ravvicinati del Terzo Tipo (1977), e che riteneva quel famoso 5% come la parte più interessante da investigare. Quasi di tutt’altro avviso è Aidan Gillen, l’attore che lo interpreta, che nell’intervista, trasmessa sempre in Wonderland, afferma: «Il fenomeno degli Ufo è nato naturalmente nel periodo successivo alla WWII»; è un concetto errato, in odore di possibile disinformazione e se si fosse trattato di un altro argomento, potrebbe essere quasi da fake.

Il prof. Josef Allen Hynek in
Incontri Ravvicinati del 3° Tipo

Infatti, incorrono nell’errore quanti non sono profondi conoscitori della materia: gli ufo sono noti all’uomo fin dall’antichità, i romani li chiamavano clipeus ardentes, scudi infuocati, immagine chiarissima, poi carri o navi volanti, nei secoli successivi, immortalati anche in diverse opere d’arte, fino ai foo fighter, i Caccia Infuocati(5), che sotto forma di luci azzurrognole seguivano proprio i piloti dell’Usaf e della Raf.
Ed è così che inizia il primo episodio, dal titolo Il combattimento aereo, per la regia di R. Stromberg, dove viene mostrata una riunione del famigerato Majestic Twelve (MJ12), l’organizzazione segreta americana, costituita sempre nel 1947 e voluta dall’allora Presidente H. Truman(6), mentre da un televisore scorrono le immagini con un primo piano di Klaatu, l’alieno (con sembianze umane) protagonista del film Ultimatum alla Terra (R. Wise, 1951 e remake di S. Derrickson, 2008), il numero 1 dell’MJ12 sentenzia: «Più riusciamo a insabbiare, più saremo al sicuro». L’episodio, con un buon ritmo della sceneggiatura, che rimanda alle altre serie sorelle come Dark Skies -Oscure Presenze (L’episodio pilota intitolato proprio Majestic 12) e Taken (prodotta da S. Spielberg), e anche alla mitologia di X-Files, ripercorre luoghi quasi fantomatici per gli ufologi come la Base Aerea Wrigh-Patterson a Dayton, Ohio, dove nell’Hangar 18, vennero presumibilmente secretati i resti del crash di Roswell (anche qui si afferma che a cadere sia stato un semplice pallone aerostatico…), poi il mostro di Flatwoods (primo x-file investigato) e gli uomini col cappello, chiaro riferimento agli uomini in nero (Episodio 2) e concetti di più ampio respiro nazionale e internazionale: «La Nazione in preda di una sorta d’isteria di massa… i russi ci stanno col fiato sul collo e la corsa al nucleare sta per sfociare in un disastro», quindi fornendo all’attenzione pubblica un pensiero scientifico razionale così espresso da Hynek: «C’è una grande differenza fra fantascienza e ipotesi consapevoli… ma entrambe richiedono una mentalità aperta» e «Il futuro è ancora nelle nostre mani». Sarà vero? Vedremo nelle prossime puntate…

Note:
1. https://it.wikipedia.org/wiki/Progetto_Blue_Book
2. idem
3. Recentemente si sta imponendo l’acronimo UAP, Unidentified Aerial Phenomena (=Fenomeni Aerei Non Identificati).
4. Wonderland, Rai4, trasmissione del 24/11/2020 (disponibile su RaiPlay).
5. https://it.wikipedia.org/wiki/Foo_fighter
6. https://it.wikipedia.org/wiki/Majestic_12

Altre fonti:
https://www.luogocomune.net/27-media/5256-project-blue-book-quando-la-fiction-svela-la-verità
https://www.fantascienza.com/24296/project-blue-book-debutta-su-history-channel-la-storia-vera-degli-avvistamenti-di-ufo

credit:
https://www.comingsoon.it/serietv/project-blue-book/1930/episodi/stagione-1/
https://misteryworld.altervista.org/film-incontri-ravvicinati-3-tipo-sue-tante-verita/

Creators, the past

«Un film dove la fantasia svela la realtà».
Questa è l’intrigante tagline che apre il film Creators, diretto da Piergiuseppe Zaia, scritto con Eleonora Fani, che dà anche il volto e le movenze, sexy, a Lady Airre. Presentato in anteprima al Lucca Comix, lo scorso anno, finalmente approda nelle sale italiane, il primo lungometraggio di Zaia, girato in 5k, con la tecnica del green screen, in una produzione tutta italiana, come risposta ai blockbuster americani, ma soprattutto per lanciare la fantascienza italiana verso l’olimpo, è il caso di dirlo, cinematografico.
In passato, nel secondo dopoguerra del secolo scorso soprattutto, il cinema di fantascienza italiano è stato costellato di pellicole a basso, se non bassissimo budget, realizzati più da mestieranti del cinema e degli effetti speciali visivi, opere che hanno avuto, purtroppo, un cammino a sè stante, a parte forse Nirvana (G. Salvatores, 1997), una produzione Italo-francese, oppure 6 giorni sulla Terra (V. Venturi, 2011), film che ha avuto un buon successo se non altro fra gli appassionati di alieni, rapimenti e teorie complottistiche(1).
Il lavoro di Zaia (primo capitolo di una trilogia), la maggior parte svolto in post produzione, con più del 66% di shots, relativi agli effetti speciali, punto focale di tutto il lavoro, anche perché il supervisore è Walter Volpatto, che ha lavorato nell’ultimo capitolo di Star Wars, ma anche con una tecnica di prim’ordine non si è riuscito a sollevare una trama poco convincente e avvincente. Il cast, invece, è formato da attori di livello hollywoodiano come Chris Payne, Gérard Depardieu e l’inossidabile William Shatner, che per i pochi che non lo sapessero è stato per anni al comando dell’Enterprise in Star Trek, e qui, in un’improbabile look, recita il ruolo di Lord Ogmha, capo degli 8 Lord che compongono il Consiglio Galattico. I Lords, per scongiurare la catastrofe si riuniscono alla ricerca di uno di loro e della Lens, una boccia in metallo, depositaria del segreto della creazione, e del dna, l’essenza stessa dell’esistenza del pianeta alla quale essa è abbinata.

William Shatner è Lord Oghma

Ma il Lord che governa la Terra, non vuole cedere al volere del Consiglio, e quindi nasconde la sua Lens, proprio sul nostro pianeta.
Inoltre, L’evoluzione dell’uomo non ha seguito, sulla Terra, il progetto stabilito, quindi la lotta diventa necessaria, anche perché la Lens ha in serbo tutta la storia umana, (quella vera?), quella che i potenti nascondono con tutte le forze al resto dell’umanità che, se venisse svelata causerebbe il collasso della nostra civiltà, ad iniziare dalle religioni e dalla cultura dominante.
La fantasia svela la realtà, si diceva all’inizio: non siamo d’accordo, la fantasia a volte, è fine a se stessa, ma siccome nel film c’è anche Mauro Biglino(2), che interpreta sè stesso, cercheremo di svelare quel quid in più usando il suo personale adagio: «Facciamo finta che…».
E allora, facciamo finta che le domande: «Da dove veniamo» e «dove stiamo andando», che la voce narrante recita all’inizio, non rimandino a Blade Runner (Ridley Scott, 1982). Poi: «È giunto il momento della grande rivelazione! (…) i Lord si riuniscano per prepararsi a un nuovo allineamento» (dei pianeti, l’azione parte dal 2012, nda), le galassie entreranno in una nuova era e che «questa è una storia vera»(3).
È mia opinione che la storia vera, è affare di pochissime persone, quelle che conosciamo sono teorie, solo che alcune vengono accettate come vere e le altre no.
È la stessa Eleonora Fani che sostiene: «Siamo abituati a farci raccontare tutto dalla televisione e dai media, a non porci tante domande, e noi invece cerchiamo di stuzzicare la curiosità e l’intuito delle persone e di risvegliare magari in qualcuno l’idea che forse tutto quello in cui abbiamo creduto fino ad ora forse non è proprio così»(4). Facciamo finta che, il disaccordo nel Concilio e la lotta tra gli Dei che ci hanno creato, non sia una storia antica e che non rievochi la creazione e al contrasto tra chi voleva eliminare l’umanità dopo averla creata e chi invece credeva in un suo riscatto che non c’è stato mai. Facciamo finta che le guerre non si fanno per motivi religiosi o economici, che l’aiuto di oggi non diventi la schiavitù di domani, anche se purtroppo così è stato, quando la paura di disperdersi per l’uomo, nel mondo, non divenne panico (dal film).
Non dirò del virus alieno, anche qui facciamo finta che non faccia parte anche della mitologia della serie cult degli anni ‘90: X-Files. Non dirò del re scorpione, protagonista in diversi film è che si fece strada agli inferi per recuperare la spada (questa, nel film viene appunto trovata in un cimitero), dopo aver evocato Seth, il Dio del Caos, anche se per molti è un termine spregiativo, ma è dal Caos che nasce l’armonia (dal film).
Per recuperare la LensLady Airre si avvale dell’aiuto di Sofy, e di nuovo facciamo finta che la ragazza non abbia capacità paranormali e che da bambina non sia stata rapita dagli alieni. Mentre Lord Kanaff, il responsabile del pianeta Terra, utilizza, Natan, figlio ibrido proprio di Lady Airre.
Da qui, senza voli pindarici, entriamo più nello specifico, per svelare i messaggi esoterici, nascosti, di cui la pellicola è piena. A iniziare proprio da Natan: il nome è presente in diverse lingue, ebraico compreso, è di fatto un nome biblico, citato varie volte nell’antico testamento, nome di un profeta, deriva dalla parola Nathanel, formata da Nathan “dono” e “El” Dio, quindi “dono di Dio”, di fatti egli è figlio della dea Airre. «Otto pianeti, otto sovrani, otto Lens! Le Lens posseggono un potere immenso».
Il numero 8 ha molti significati. Innanzitutto l’8 ruotato di 90°, rappresenta il simbolo dell’infinito; è il numero atomico dell’ossigeno, elemento importante per la vita sulla Terra e, dopo il declassamento di Plutone, 8 sono i pianeti principali; inoltre l’8 è universalmente considerato come il numero dell’equilibrio cosmico. Il suo segno zodiacale di riferimento, non a caso è lo Scorpione. La maggior parte delle strutture sacre, chiese e templi hanno pianta ottagonale, l’ottagono è il simbolo della Resurrezione(5). Rappresenta, infine la padronanza nel governare il potere sia materiale che spirituale.
Quale potrebbe essere, alla fine, la storia vera? Ormai è chiaro che la conoscenza nascosta è molto più consistente e stimolante rispetto a quella accademica istituzionale. Tenere l’umanità nell’ignoranza è il modo perfetto per esercitare il potere, diversamente si apprenderebbe che l’uomo è stato creato da una razza aliena, che il suo corpo, ma forse anche questo pianeta sono una sorta di prigione, e che la vera energia, lo spirito presente nel suo dna (dove si troverebbe la firma degli Dei, che dei non sono), sono talmente potenti che, se usati, come vuole l’esoterismo, potrebbero essere addirittura in grado di «spostare le galassie».

Note:
1.Il film è ispirato agli studi del prof. C. Malanga, dell’Università di Pisa, primo in Italia e fra i primi nel mondo a studiare, scientificamente, i rapimenti alieni con l’uso dell’ipnosi regressiva.
2.Mauro Biglino ha tradotto dall’ebraico biblico, 17 volumi per le Edizioni San Paolo. Basandosi sulla traduzione letterale, Biglino affronta la Bibbia da un lato attribuendole una natura di cronaca storica, dall’altro desumendone ipotesi inseribili nel filone della paleoastronautica e del creazionismo non religioso.
3.https://www.comingsoon.it/film/creators-the-past/58001/scheda
4.https://www.comingsoon.it/cinema/news/creators-the-past-i-segreti-del-colossal-fantasy-made-in-italy-svelati/n112194/
5.Nel film viene ipotizzato che Gesù sia di origine aliena.

Fonti:
https://www.fantascienza.com/26221/creators-the-past-debutta-oggi-il-colossal-fantascientifico-italiano
https://www.fantascienza.com/21967/creators-the-past-dall-italia-una-trilogia-di-fantascienza-con-shatner-e-depardieu
https://www.comingsoon.it/film/creators-the-past/58001/scheda/
https://www.mymovies.it/film/2020/creators-the-past/
https://maurobiglino.it/2020/10/finalmente-e-arrivato-creators-the-past-il-colossal-con-mauro-biglino/
http://www.levantenews.it/index.php/2020/10/02/sestri-creators-the-past-primo-kolossal-di-fantascienza-made-in-italy/
https://www.ilgiardinodegliilluminati.it/significato-dei-numeri/numero-otto/
https://it.m.wikipedia.org/wiki/8_(numero)
https://www.tuscanypeople.com/simbolo-numero-8/
https://www.mitiemisteri.it/significato-dei-numeri-simbologia-del-numero/otto-8

sito ufficiale del film: https://creatorsmovie.it

credit
immagini tratte da:
https://www.mymovies.it/film/2020/creators-the-past/poster/0/
https://cinema.fanpage.it/creators-the-past-trama-trailer-e-curiosita-del-kolossal-fantasy-di-piergiuseppe-zaia/

Anasazi: gli antichi stranieri

È da poco, disponibile in rete su Frontiere Proibite, il canale YouTube curato egregiamente dall’amico ricercatore Roberto La Paglia, la puntata dal titolo: Anasazi: gli antichi stranieri. Il mio modesto contributo è stato rivolto alla famosa serie cult X-Files, in particolare l’ultimo episodio della seconda stagione, proprio dal titolo: Anasazi, anche se in Italia è stato distribuito con il titolo Il file da non aprire. Da non aprire perchè sono tanti i misteri legati a questo popolo: un popolo senza nome e senza passato, reso ancora più misterioso dall’appellativo con il quale venne conosciuto in seguito, appunto gli antichi stranieri. Chi erano gli Anasazi? Quale antica conoscenza li lega ai Maya e quale arcano ricordo li riconduce alla Costellazione di Orione?

Questo il link:
https://www.youtube.com/watch?v=FNPvF_ODIgg

Il giorno, la storia e… gli Ufo!

L’altro ieri, 17 dicembre, è andata in onda sul canale Rai dedicato, la puntata quotidiana de Il Giorno e la Storia, un programma di Giovanni P. Fontana. Uno dei servizi, pochi ma esaurienti minuti, riguardava gli Ufo.
Con il sottofondo musicale, la colonna sonora della fortuna serie SciFi X-Files, la voce narrante così ha esordito: «17 dicembre 1969, viene improvvisamente archiviato dall’aviazione militare Usa il programma di investigazione sugli Ufo». Oltre 12.500 segnalazioni, per oltre un decennio il Project Blue Book è stato promosso e sostenuto dall’amministrazione americana. La scelta di chiudere il programma fu perchè mancavano, sempre secondo il governo Usa, «prove attendibili».
Per l’approfondimento interviene il direttore di Avvenire Marco Tarquino, il quale commenta che nel ’69 scoprimmo la Luna e ci dimenticammo degli Ufo, «ma loro non si sono dimenticati di noi», coniugando il fenomeno ufo con il cinema e il web. Ricorda che, recentemente, «è rimbalzata una storia, secondo la quale, il Pentagono avrebbe nascosto prove di oggetti volanti non identificati sui cieli d’America e non solo (omissis) questo significa che non dovremmo smettere di indagare anche se investigazioni come quella che vennero condotte in quegli anni ormai lontani si sono dimostrate inutili o almeno sono state secretate, in modo tale che noi giornalisti non ve la racconteremo mai». Di seguito la voca narrante riprende con l’affermare che i resoconti e le prove sono conservati nella base USAF di Wright-Patterson in Ohio.
Il servizio si conclude con una breve intervista all’astronomo Carl Sagan che insieme al collega Frank Drake(1), concepirono la famosa targhetta che fu installata sulla sonda, lanciata tre anni prima, Pioneer 10: «una sorta di biglietto da visita intergalattico», con diversi dati riguardanti, l’uomo, il nostro sistema solare, la sua posizione, ecc.
Cosa possiamo leggere tra le righe di questo breve, ma intenso reportage? Innanzitutto il Project Blue Book, aperto ne 1947, anno di nascita dell’ufologia moderna e all’indomani della WWII, aveva a capo il famoso scienziato Josef A. Hynek, che messo lì per sfatare il fenomeno, alla fine fu costretto a cedere all’evidenza dei fatti tanto da comparire in un cameo nel finale del film Incontri Ravvicinati del Terzo Tipo (S. Spielberg, 1977). Poi c’è il triangolo governo, media, ufo: tutti gli avvistamenti Ufo, veri o presunti tali, vengono smentiti dai media, asserviti al potere e ai vari governi. Innanzitutto è bene chiarire che il termine UFO, non è stato inventato dagli ufologi, ma dalla stessa Marina Statunitense, che ormai da settant’anni, cioè dal famoso incidente di Roswell (New Mexico, 1947), dovette dare un nome ai continui avvistamenti di OGGETTI Volanti non Identificati. Il termine oggetto descrive un qualcosa di visibile, di consistente al tatto e che occupa uno spazio fisico: e allora perché ogni volta che un avvistamento arriva al grande pubblico, in tv compare un qualsiasi esperto che solo perché è autorizzato a parlare, afferma senza mezzi termini che quell’oggetto, l’UfO, non esiste?! È quantomeno una contraddizione in termini, è come dire Bottiglia Volante non Identificata, e affermare poi che la bottiglia non esiste!
Infine, se da una parte si denota, una certa apertura, da parte di alcuni governi che stanno aprendo i loro archivi, dall’altra, la possibilità del disclosure, secondo me, non avverrà mai perché, i poteri forti, quelli che stanno molto al di sopra dei vari governi nazionali, e che fanno capo all’ormai famigerato Nuovo Ordine Mondiale, non vogliono che il fenomeno Ufo, sia considerato reale.

Per chi volesse vedere la puntata, questo è il link:
https://www.raiplay.it/video/2019/12/persone-eventi-ricorrenze-del-17-dicembre-c01fae7f-99f2-4499-9052-f54de8fa9c27.html

Nota:
1. Frank Drake è famoso per aver ideato una formula matematica, speculativa, che è utilizzata per calcolare il numero di civiltà intelligenti, esistenti nella nostra galassia. Negli anni questa formula è stata ulteriormente ripresa per calcolare le civiltà aliene presenti in tutto l’universo.

credit: immagine tratta dal filmato © Rai.

Il martello, lo scudo e la pietra

Mentre al cinema imperversano gli Avengers, arrivati alla fine dei giochi (Avengers: Endgames, A. & J. Russo, 2019) che a sorpresa ha scalzato l’inaffondabile Titanic dalla seconda posizione dei film più visti nella storia del cinema, secondo quindi solo ad Avatar (di cui spero di parlarne al più presto) mi accingo a redigere il post che segue. Scrivere dei supereroi non è semplice, l’argomento è vasto, i personaggi sono molti e con diverse sfumature (infatti proprio ora nelle sale c’è il film L’Angelo del male -Brightburn, (D. Yarovesky, 2019) con protagonista un ragazzino, misteriosamente arrivato dallo spazio e che crescendo rivela poteri terribili.
Inoltre non sono un vero appassionato, sono convinto che i cosiddetti eroi in maschera e calzamaglia, per certi versi, siano improponibili al cinema, anche se negli ultimi anni, sono stati prodotti e realizzati, veri blockbuster, in particolare dalla Marvel, acerrima concorrente della DC Comics, e nello specifico le saghe degli X-Men, e degli Avengers.
È proprio di due di questi vorremmo parlare: Capitan America e Thor, ma con un occhio di riguardo alle loro particolari “armi”, in parallelo con un altro argomento: la costruzione delle piramidi, da sempre una spina nel fianco per la scienza ufficiale.
In parecchi ora si staranno chiedendo come si possono unire due argomenti così apparentemente lontani tra di loro. Qualche riga sulla storia dei due super eroi: Thor e Capitan America.

Il Dio Thor, il figlio del Dio Supremo Odino, della mitologia norrena, era considerato, il protettore dell’umanità e brandisce la più stupefacente è straordinaria arma, il magico martello Mjollnir, che simbolicamente rappresentava il fulmine (Wikipedia). Il personaggio (immaginario?) dei fumetti Marvel fu creato da Stan Lee e Jack Kirby, e fece la sua comparsa sugli albi, nel 1962.
Capitan America, invece fu creato nel 1941, sempre da Jack Kirby con Joe Simon, rappresentava «un’America libera e democratica che si opponeva a una Germania Nazista, antidemocratica, imperialista e bellicosa»(Wikipedia).
Il personaggio è il risultato di un esperimento genetico: dopo l’iniezione del siero del super soldato (che tra l’altro è uno degli argomenti must della serie X-Files), il suo corpo si trasforma, da gracile cresce in altezza e muscoli e con il cervello potenziato tanto da farlo diventare un uomo perfetto (Wikipedia).
E proprio in una puntata della serie X-Files, dal titolo Triangolo (6×03), il protagonista Fox Mulder si trova coinvolto in un loop temporale: ripescato su una nave inglese, scomparsa misteriosamente nei primi anni ‘30 nel Triangolo delle Bermude, per fa sì che le sorti della guerra non si capovolgano deve salvare il “martello di Thor”, che non è un’arma, nell’episodio, ma un uomo. Come funzionano nello specifico le due armi qui in oggetto? Sia il martello di Thor che lo scudo di Capitan America sono molto potenti, indistruttibili, resistenti, velocissimi e, come un boomerang in grado di tornare nelle mani dei loro abili detentori.
Logicamente essendo Thor un alieno, anche la sua arma è di fatto, un’arma aliena, costruita pare con un metallo inesistente sulla Terra, risulta talmente pesante che solo il figlio di Odino può sollevarlo. E qui ci sono le prime considerazioni: nessuno degli altri Avengers riesce a sollevarlo, ma nel secondo film (Age of Ultron, J. Whedon, 2015), se ne sta comodamente appoggiato su un tavolino di vetro!
Più precisamente nel film Thor (K. Branagh, 2011), viene ritrovato in una zona desertica, in un sito grosso quasi come un cratere: come ha fatto a fermarsi solo a quella profondità e non è sprofondato visto che nessun materiale, nessun minerale, roccia o altro possono farlo?
Allo stesso modo lo scudo di Capitan America, costruito con una lega contenente un rarissimo minerale, il Vibranio, può anch’egli resistere a tutto, le pallottole gli fanno un baffo, lamiere di auto squarciate, può reggere ad ogni urto di qualsiasi mezzo, esplosioni, ecc. In poche parole superano, e di gran lunga, le leggi della fisica da noi conosciute.
Ma neanche il martello di Thor può nulla contro lo scudo di Capitan America? Ebbene la risposta è No! Lo scudo risulta in grado di fermare il martello del figlio di Odino! Anzi le due armi possono essere usate in sinergia. E qui cominciamo ad entrare più nel merito della questione. Quando lottano insieme, se i nemici sono troppi da affrontarli uno ad uno, Capitan America mette un ginocchio a terra, si copre con lo scudo, mentre il “Dio” Thor, in elevazione, colpisce violentemente lo scudo con il martello.
E cosa succede? Succede che si forma un’onda sonica. L’energia sprigionata è talmente potente da scagliare tutti a terra, macchine spazzate via, alberi abbattuti, in pratica ogni volta una piccola Tunguska.
Per ciò che concerne la piramide di Cheope, essa è l’unica delle sette meraviglie del mondo antico giunta fino a noi, in grado, ancora oggi, come accennato, di imbarazzare la scienza accademica e la teoria secondo la quale essa venne costruita(?), in vent’anni, con lo sforzo di migliaia di operai (non schiavi), poco alla volta, blocco di pietra su blocco di pietra, a spinta, fu realizzata un’opera che sfida quasi le leggi della natura e dell’uomo.
Partiamo da alcuni dati: attribuita al faraone omonimo che regnò nella IV dinastia, è lì immobile da oltre 4000 anni, l’altezza originale era poco meno di 150 mt. con i lati alla base di circa 230 mt. Occupa un volume di oltre 2 milioni e 600 mila metri cubi, pesa circa 7 milioni di tonnellate, i blocchi di calcare con i quali è stato innalzato il monumento sono circa 2,3 milioni! Per fare un rapido esempio il Colosseo era alto poco più di 50 metri, per 0,25 milioni di tonnellate di peso, e occupa un volume di soli 100 mila metri cubici (Extremamente).
La piramide poggia su uno sperone della piana di Giza, costituito da roccia calcarea, il sito venne scelto perché la base rocciosa dava solide garanzie per la struttura che cosi non sarebbe sprofondata, diversi storici hanno lasciato alcune testimonianze, la più interessante è quella di Diodoro Siculo che visitò l’Egitto nel 60 a.C. espresse la sua meraviglia perché la piramide «sembra essere collocata in quel luogo, in mezzo alla sabbia, dalla mano di un Dio» (Wikipedia).

Prove strumentali

Nelle costruzioni moderne, è lapalissiano che ogni costruzione o immobile ha bisogno delle fondamenta: dalle classiche villette all’americana a due piani fino agli altissimi grattacieli, se non si è sicuri del terreno solido sotto i piedi non si può costruire e di fatti quando esso non offre sufficienti garanzie, si costruiscono pali o pilastri in grado di raggiungere la roccia sottostante o in estrema soluzione, si è costretti a cambiare sito.
È tutto questo accade logicamente dopo aver fatto diverse prove strumentali(1), ma per le piramidi è bastata solo la conoscenza del luogo per identificare il sito. Ma come facevano gli egiziani, ad essere totalmente sicuri, senza l’uso di nessun strumento? Visto che stiamo parlando di supereroi qualche loro architetto forse aveva la vista a raggi X come Superman, per sbirciare giù in profondità? Oppure… Oppure come i revisionisti sostengono da anni, fu usata una tecnologia che è stata dimenticata o addirittura ancora oggi sconosciuta all’uomo.
Quale potrebbe essere tale magia? Nel primo Thor è proprio egli a dire alla scienziata: «I vostri avi la chiamavano magia, voi la chiamate scienza, io vengo da un luogo in cui sono un’unica cosa». Ebbene nel finale di X-Men -Giorni di un futuro passato (B. Singer, 2014), dopo i titoli di coda c’è una breve clip, una sorta di incipit per il capitolo successivo, in cui si vede il faraone, il primo X-Men che la storia ricordi, che come un mago, ma forse con l’ausilio dell’energia sonica che ad altissime frequenze potrebbe vincere la forza di gravità, assembla velocemente e senza alcuna fatica, la piramide. Un antico proverbio arabo dice: «L’uomo ha paura del tempo, ma il tempo ha paura delle piramidi».
E secondo me fa bene perché un giorno la verità verrà a galla, e sarà una verità sconvolgente.

Nota:
Le analisi fisico meccaniche dei terreni di fondazione servono per stabilire le condizioni specifiche del terreno su cui saranno poggiate le strutture di fondazione, e delle conseguenti sollecitazioni poste in risposta ai carichi trasmessi dal fabbricato. I valori sono indispensabili per una corretta fase progettuale e per la verifica di stabilità delle fronti di scavo.
https://www.lavorincasa.it/diagnosi-su-terreni-di-fondazione-e-strutture-edilizie/

credits:
https://www.marvel.com/movies/the-avengers
https://www.youtube.com/watch?v=yRDGx76tZWM
https://www.termometropolitico.it/1284614_thor-cast-trama-e-curiosita.html
https://www.mondofox.it/2018/11/30/giorni-chris-evans-panni-capitan-america-non-finiti/
https://www.lavorincasa.it/diagnosi-su-terreni-di-fondazione-e-strutture-edilizie/

Virus Versus 6: Countdown

Network di batteri

Network di batteri

Non pensavo che in così breve tempo sarei dovuto tornare sull’argomento virus/batteri, ma un fatto accaduto pochi giorni fa, che subito è balzato agli onori della cronaca, anche dei media mainstream, ha catturato la mia attenzione tanto da non poter fare a meno di scrivere il post che segue.
Questo è il sesto capitolo sui virus, ma mai come stavolta, forse la situazione non è solo teorica, ma indubbiamente pratica e seria ai massimi livelli.
Nello stesso momento che le strutture interessate in America scoprono che entro il 2050, i virus definiti “degli incubi” causeranno milioni di morti in tutto il mondo, il Dipartimento della Difesa statunitense ha annunciato che una donna in Pennsylvania ha contratto (non si sa ancora come) un super batterio che, purtroppo per noi, è resistente ad ogni tipo di antibiotico conosciuto. Non solo ma l’agente patogeno è resistente anche ai farmaci di ultima generazione, noti come “colistin”.
La preoccupazione degli scienziati è ai massimi livelli in quanto il “batterio degli incubi” ha una elevata percentuale, se contratto, di mortalità, arrivando nientemeno che al 50%. Questa razza letale di virus appartenente alla famiglia Escherichia Coli (o Mcr-1), individuata anche in Europa ed in Italia, secondo il parere del direttore del “CDC”, il Centro di Controllo sito ad Atlanta, il dott. T. Friedman, sta confermando che l’uso degli attuali antibiotici è arrivato ormai al capolinea.
Questo più o meno il quadro generale della situazione, aggravato anche dal fatto che due scienziati, Lipsitch e Galvani, rispettivamente delle università di Harvard e Yale, in un articolo hanno affermato che la stessa vita umana potrebbe essere in pericolo a causa di incidenti o smarrimenti di supervirus custoditi in laboratorio: qualcosa che non esiste in natura! Incidenti del genere ci sono già stati: uno a Parigi, dove il famosissimo istituto Pasteur ha “perso” duemila fiale contenenti il virus della Sars e l’altro in Texas, nel laboratorio nazionale di Galveston che ha “smarrito” un flaconcino contenente il virus Guaranito, un agente patogeno in grado di provocare una devastante febbre emorragica. Il virgolettato nella frase precedente è mio perché credo che la possibilità di perdere o smarrire accidentalmente roba del genere sia molto bassa a meno che… a meno che come accade fantascientificamente in alcuni film non sia un atto deliberatamente umano. Quindi a questo punto la domanda è: perché la notizia della donna che ha contratto il superbatterio è stato dato dal Dipartimento della Difesa Usa e non dal CDC o dall’OMS? Qualcuno infatti ha esternato che diffondere questo tipo di notizie è un grosso errore in quanto tutto ciò potrebbe far gola ai bioterroristi, come il super virus letale messo a punto da scienziati statunitensi e olandesi, che potrebbe causare, se diffuso, una pandemia in grado di far impallidire la febbre spagnola e arrivare ad un livello talmente esteso da raggiungere dimensioni planetarie. Come vedete tutto questo sembra un gioco, ma è un gioco maledettamente serio e pericolosissimo. E in questo “gioco” entrano di diritto le potenti case farmaceutiche che evidentemente stanno per sdoganare nuovi tipi di farmaci, senza conoscerne il reale effetto e quindi causare ulteriori danni al paziente. A confermare indirettamente quanto finora esposto ecco la notizia che uno scienziato russo A. Brouchov, lo scorso ottobre si è iniettato nelle sue stesse vene il Bacillo F, vecchio di 3,5 milioni di anni, in quanto, sempre secondo il ricercatore russo, potrebbe rivelarsi come l’elisir di lunga vita, infatti Brouchov subito dopo ha cominciato a lavorare di più e non prende l’influenza da un paio di anni. Molte sono già le richieste pervenute allo scienziato, l’elisir di lunga vita è una specie di sogno per molti… Ma pensate cosa succederebbe se fosse usato per scopi militari. Si arriverebbe potenzialmente al tanto ipotizzato “super soldato”, ampiamente descritto nella fortunata serie “X-Files”.

Fonti:
https://www.ansa.it/saluteebenessere/notizie/rubriche/medicina/2016/05/27/superbatteri-resistenti-a-tutti-i-farmaci-anche-in-italia_7bf723d0-239d-4c6e-bcea-e65727d71819.html
http://www.controcopertina.com/scienziato-si-inietta-dei-batteri-che-prevengono-linvecchiamento422/
http://www.huffingtonpost.it/2015/10/01/scienziato-russo-fonte-eterna-giovinezza-batterio_n_8225400.html
http://www.linkiesta.it/it/article/2015/10/04/lo-scienziato-che-si-e-iniettato-il-bacillo-f-nel-tentativo-di-vivere-/27631/
http://www.donna10.it/super-virus-letale-aviaria-il-batterio-killer-che-fa-gola-ai-bioterroristi.html
http://www.corriere.it/salute/14_maggio_22/troppi-rischi-super-virus-manipolati-laboratori-24c11c7a-e199-11e3-8be9-3eb4fd26c19b.shtml
http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/05/27/usa-allarme-degli-scienziati-primo-caso-di-batterio-degli-incubi-resiste-a-tutti-gli-antibiotici/2771877/
http://www.si24.it/2016/05/27/usa-super-batterio-attacca-una-donna-i-ricercatori-niente-panico-e-curabile/243983/

Photo credits:
Z. Jahed, University of California, Berkeley

Staminali: voglio crederci

Anche se il mio, non è un blog dal taglio prettamente di divulgazione scientifico-giornalistica, era fin da quando, alcuni mesi fa, è scoppiato l’intrigo sull’utilizzo delle cellule staminali, che mi premeva, ancor più che in passato e per altri argomenti, trattare l’interessante caso.
Non avendo però una preparazione specifica in materia, oltre alle fonti che ho usato (e che potete leggere alla fine di questo post), non posso far altro che avvalermi dell’esatto contrario, cioè usare la (fanta)scienza, uno dei must portanti del blog, per cercare di sbrogliare la matassa.
Nel leggere, per quanto sia possibile, quello che c’è in rete e, visti gli innumerevoli pro e contro della vicenda, sembra, a prima vista trattarsi di un vero e proprio x-file, quindi se qualcuno adesso sta pensando alla famosa serie tv, trasmessa a partire dagli anni novanta dello scorso secolo, ci ha visto giusto.
Più che alla serie, però, farò riferimento al secondo film, tratto dalla stessa: X-Files: I want to believe, diretto nel 2008 dallo stesso, padre ideatore, Chris Carter.
A dire il vero, il film ha avuto uno scarso riscontro di critica e di pubblico, deludendo in parte i fans, ma a distanza di anni il contenuto resta comunque attuale perché l’argomento centrale, per non dire il fulcro dell’intera vicenda sono proprio le cellule staminali ed il loro utilizzo.
E rivedendo lo stesso diverse volte, come si addice ad un vero appassionato, i parallelismi con la realtà sono più che mai evidenti.
La trama del film potrebbe essere divisa in due parti che vedono come protagonisti i nostri ex agenti Mulder e Scully. Nella prima Scully, lasciata l’FBI ed intrapresa la professione medica, si trova a dover curare un bambino affetto dalla Malattia di Sandhoff, prima simmetria con la realtà in quanto le malattie genetiche rare, che colpiscono soprattutto i bambini sono anche principalmente: l’Atrofia Muscolare Spinale (Sma), la Sclerosi Laterale Amiotrofica Bulbare, la Paralisi Cerebrale Infantile e la Malattia di Kennedy.
Interessante il passaggio in cui Scully davanti alla commissione medica presieduta, in teleconferenza, dalla direttrice sanitaria, propone di curare il bambino mediante l’utilizzo di cellule staminali autotrapiantate dal midollo osseo, per sentirsi rispondere dalla direttrice stessa: «Non esistono cure per la malattia di Sandhoff, se ne trova una lei, mi faccia sapere».
Qui ci vorrebbero i puntini sospensivi per evidenziare l’atteggiamento di chi è chiamato a valutare: protocolli e cure mediche già decise ai vertici e tutte le novità scartate o negate a prescindere. Oppure quando la stessa Scully, risponde ad un’altra dottoressa che approva il fatto d’interrompere le cure mediche in corso sostituendole con cure palleative antisofferenza: «E se fosse un figlio suo?». Già, se il bambino colpito fosse figlio di chi, come detto, è chiamato a decidere, questi come si comporterebbe? Non farebbe di tutto per cercare di salvarlo e se ci fosse un piccolo spiraglio con cure alternative, non proverebbe? Ad uno di questi genitori si potrebbe benissimo rispondere con un’altra citazione del film: «Non si arrenda mai!».
Scully non demorde e dopo una breve ricerca in internet (che anch’io ho fatto seguendo proprio i passi del film), capisce dalle immagini sugli esperimenti condotti sui cani (nella realtà proprio su questi animali sono state eseguite le prime sperimentazioni), che una cura è possibile.
I cani tra l’altro aiutano proprio Scully nella ricerca di Mulder che nel frattempo, per ritrovare un’agente dell’FBI scomparsa, si trova alle prese con un moderno Dottor Frankenstein che curava il cancro addirittura (ma questo lo si capisce guardando il film, o almeno questa è la conclusione alla quale sono giunto) con il trapianto dell’intero corpo, salvando solo la testa!
Come detto, non ho una base medico-scientifica e non posso esprimere un giudizio favorevole o contrario rispetto all’utilizzo delle cellule staminali (con metodi conosciuti o meno), per la cura delle malattie genetiche rare, ma posso e so fare uno più uno e guardando attentamente il film, si capisce benissimo fin dove si potrebbe arrivare.
Ecco perché forse viene impedito con tutte le forze lo sdoganamento di cure e metodi non convenzionali e non approvati da chi detiene il potere: troppi interessi in gioco.
Quindi mi limiterò ad usare le parole di Mulder che alla domanda se crede o meno a determinati fenomeni risponde: «Diciamo che VOGLIO CREDERCI!».

Fonti:
http://it.wikipedia.org/wiki/Cellula_staminale

http://www.repubblica.it/salute/medicina/2013/09/11/news/metodo_stamina_cosa_prevede-66341626/

http://www.repubblica.it/salute/medicina/2013/12/19/news/metodo_stamina_i_diritti_depositati_in_societ_in_svizzera-74056624/

http://www.repubblica.it/salute/ricerca/2013/12/19/news/stamina_niente_cellule_staminali_nas_esperti_vannoni-74019190/

http://www.repubblica.it/salute/medicina/2013/10/10/news/stamina_cronologia-68295384/