premessa

Da bambino, quando guardavo, ammirato, le prime sigle in video-grafica dei notiziari serali, che sfoggiavano globi terrestri in sinuoso movimento, pensavo che quella era la Terra abitata e che tutt’intorno ad essa, in uno spazio appena visibile, comprendente cioè lo strato di nubi e il cielo, ci fosse un’altra sfera più grande il Mondo, che racchiudeva il tutto lasciando fuori l’infinito. Erano gli anni dell’immediato post-allunaggio e dei primi lanci per la conquista dello spazio. Il concetto di Mondo si andava pian piano delineando nella mia mente fino ad assumere il significato che è quindi sinonimo di Universale, strettamente legato al concetto stesso di Infinito. Sapevo adesso che tutto il Mondo, non inteso come Terra, era l’infinito stesso(1).
Una cosa che mi piaceva fare, oltre a giocare a pallone, era correre, un po’ come Forrest Gump per chi ha visto il film, per chi non l’ha visto bè, ovunque dovessi andare, «ci andavo correndo».
Cosa centra tutto questo con il libro che avete tra le mani e soprattutto con il titolo? Si può correre in tanti modi, fisicamente, come sopra, nella vita, oppure con la mente, con la fantasia: in questo caso si può dire che di strada ne ho fatta abbastanza.
Ho iniziato relativamente tardi a scrivere.
A cosa mi è servito? Sicuramente a superare momenti difficili; col tempo poi, questa passione è andata maturando, evolvendosi fino a toccare diversi campi dello scibile umano, come noterete più avanti. Tutto ciò che scrivo fa parte del mio essere e ha lasciato e lascia profondi solchi e tracce indelebili dentro me stesso. Per questo spero che il contenuto di questo testo, incontri i vostri favori e che possa lasciare anche dentro di voi almeno una piccola traccia. Un’ultima cosa. Come avrete letto dalla dedica(2) sono sicuro che approverete la mia scelta, ma una dedica speciale va alla persona che ha vissuto più tempo con me che da sola e che da sempre è la mia musa ispiratrice.

1. Da “L’uomo che corre”, in concorso all’IBM Premio “Leonardo 2000” per la sezione saggistica.
2. A mia madre (nota alla versione cartacea).