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Creators, the past

«Un film dove la fantasia svela la realtà».
Questa è l’intrigante tagline che apre il film Creators, diretto da Piergiuseppe Zaia, scritto con Eleonora Fani, che dà anche il volto e le movenze, sexy, a Lady Airre. Presentato in anteprima al Lucca Comix, lo scorso anno, finalmente approda nelle sale italiane, il primo lungometraggio di Zaia, girato in 5k, con la tecnica del green screen, in una produzione tutta italiana, come risposta ai blockbuster americani, ma soprattutto per lanciare la fantascienza italiana verso l’olimpo, è il caso di dirlo, cinematografico.
In passato, nel secondo dopoguerra del secolo scorso soprattutto, il cinema di fantascienza italiano è stato costellato di pellicole a basso, se non bassissimo budget, realizzati più da mestieranti del cinema e degli effetti speciali visivi, opere che hanno avuto, purtroppo, un cammino a sè stante, a parte forse Nirvana (G. Salvatores, 1997), una produzione Italo-francese, oppure 6 giorni sulla Terra (V. Venturi, 2011), film che ha avuto un buon successo se non altro fra gli appassionati di alieni, rapimenti e teorie complottistiche(1).
Il lavoro di Zaia (primo capitolo di una trilogia), la maggior parte svolto in post produzione, con più del 66% di shots, relativi agli effetti speciali, punto focale di tutto il lavoro, anche perché il supervisore è Walter Volpatto, che ha lavorato nell’ultimo capitolo di Star Wars, ma anche con una tecnica di prim’ordine non si è riuscito a sollevare una trama poco convincente e avvincente. Il cast, invece, è formato da attori di livello hollywoodiano come Chris Payne, Gérard Depardieu e l’inossidabile William Shatner, che per i pochi che non lo sapessero è stato per anni al comando dell’Enterprise in Star Trek, e qui, in un’improbabile look, recita il ruolo di Lord Ogmha, capo degli 8 Lord che compongono il Consiglio Galattico. I Lords, per scongiurare la catastrofe si riuniscono alla ricerca di uno di loro e della Lens, una boccia in metallo, depositaria del segreto della creazione, e del dna, l’essenza stessa dell’esistenza del pianeta alla quale essa è abbinata.

William Shatner è Lord Oghma

Ma il Lord che governa la Terra, non vuole cedere al volere del Consiglio, e quindi nasconde la sua Lens, proprio sul nostro pianeta.
Inoltre, L’evoluzione dell’uomo non ha seguito, sulla Terra, il progetto stabilito, quindi la lotta diventa necessaria, anche perché la Lens ha in serbo tutta la storia umana, (quella vera?), quella che i potenti nascondono con tutte le forze al resto dell’umanità che, se venisse svelata causerebbe il collasso della nostra civiltà, ad iniziare dalle religioni e dalla cultura dominante.
La fantasia svela la realtà, si diceva all’inizio: non siamo d’accordo, la fantasia a volte, è fine a se stessa, ma siccome nel film c’è anche Mauro Biglino(2), che interpreta sè stesso, cercheremo di svelare quel quid in più usando il suo personale adagio: «Facciamo finta che…».
E allora, facciamo finta che le domande: «Da dove veniamo» e «dove stiamo andando», che la voce narrante recita all’inizio, non rimandino a Blade Runner (Ridley Scott, 1982). Poi: «È giunto il momento della grande rivelazione! (…) i Lord si riuniscano per prepararsi a un nuovo allineamento» (dei pianeti, l’azione parte dal 2012, nda), le galassie entreranno in una nuova era e che «questa è una storia vera»(3).
È mia opinione che la storia vera, è affare di pochissime persone, quelle che conosciamo sono teorie, solo che alcune vengono accettate come vere e le altre no.
È la stessa Eleonora Fani che sostiene: «Siamo abituati a farci raccontare tutto dalla televisione e dai media, a non porci tante domande, e noi invece cerchiamo di stuzzicare la curiosità e l’intuito delle persone e di risvegliare magari in qualcuno l’idea che forse tutto quello in cui abbiamo creduto fino ad ora forse non è proprio così»(4). Facciamo finta che, il disaccordo nel Concilio e la lotta tra gli Dei che ci hanno creato, non sia una storia antica e che non rievochi la creazione e al contrasto tra chi voleva eliminare l’umanità dopo averla creata e chi invece credeva in un suo riscatto che non c’è stato mai. Facciamo finta che le guerre non si fanno per motivi religiosi o economici, che l’aiuto di oggi non diventi la schiavitù di domani, anche se purtroppo così è stato, quando la paura di disperdersi per l’uomo, nel mondo, non divenne panico (dal film).
Non dirò del virus alieno, anche qui facciamo finta che non faccia parte anche della mitologia della serie cult degli anni ‘90: X-Files. Non dirò del re scorpione, protagonista in diversi film è che si fece strada agli inferi per recuperare la spada (questa, nel film viene appunto trovata in un cimitero), dopo aver evocato Seth, il Dio del Caos, anche se per molti è un termine spregiativo, ma è dal Caos che nasce l’armonia (dal film).
Per recuperare la LensLady Airre si avvale dell’aiuto di Sofy, e di nuovo facciamo finta che la ragazza non abbia capacità paranormali e che da bambina non sia stata rapita dagli alieni. Mentre Lord Kanaff, il responsabile del pianeta Terra, utilizza, Natan, figlio ibrido proprio di Lady Airre.
Da qui, senza voli pindarici, entriamo più nello specifico, per svelare i messaggi esoterici, nascosti, di cui la pellicola è piena. A iniziare proprio da Natan: il nome è presente in diverse lingue, ebraico compreso, è di fatto un nome biblico, citato varie volte nell’antico testamento, nome di un profeta, deriva dalla parola Nathanel, formata da Nathan “dono” e “El” Dio, quindi “dono di Dio”, di fatti egli è figlio della dea Airre. «Otto pianeti, otto sovrani, otto Lens! Le Lens posseggono un potere immenso».
Il numero 8 ha molti significati. Innanzitutto l’8 ruotato di 90°, rappresenta il simbolo dell’infinito; è il numero atomico dell’ossigeno, elemento importante per la vita sulla Terra e, dopo il declassamento di Plutone, 8 sono i pianeti principali; inoltre l’8 è universalmente considerato come il numero dell’equilibrio cosmico. Il suo segno zodiacale di riferimento, non a caso è lo Scorpione. La maggior parte delle strutture sacre, chiese e templi hanno pianta ottagonale, l’ottagono è il simbolo della Resurrezione(5). Rappresenta, infine la padronanza nel governare il potere sia materiale che spirituale.
Quale potrebbe essere, alla fine, la storia vera? Ormai è chiaro che la conoscenza nascosta è molto più consistente e stimolante rispetto a quella accademica istituzionale. Tenere l’umanità nell’ignoranza è il modo perfetto per esercitare il potere, diversamente si apprenderebbe che l’uomo è stato creato da una razza aliena, che il suo corpo, ma forse anche questo pianeta sono una sorta di prigione, e che la vera energia, lo spirito presente nel suo dna (dove si troverebbe la firma degli Dei, che dei non sono), sono talmente potenti che, se usati, come vuole l’esoterismo, potrebbero essere addirittura in grado di «spostare le galassie».

Note:
1.Il film è ispirato agli studi del prof. C. Malanga, dell’Università di Pisa, primo in Italia e fra i primi nel mondo a studiare, scientificamente, i rapimenti alieni con l’uso dell’ipnosi regressiva.
2.Mauro Biglino ha tradotto dall’ebraico biblico, 17 volumi per le Edizioni San Paolo. Basandosi sulla traduzione letterale, Biglino affronta la Bibbia da un lato attribuendole una natura di cronaca storica, dall’altro desumendone ipotesi inseribili nel filone della paleoastronautica e del creazionismo non religioso.
3.https://www.comingsoon.it/film/creators-the-past/58001/scheda
4.https://www.comingsoon.it/cinema/news/creators-the-past-i-segreti-del-colossal-fantasy-made-in-italy-svelati/n112194/
5.Nel film viene ipotizzato che Gesù sia di origine aliena.

Fonti:
https://www.fantascienza.com/26221/creators-the-past-debutta-oggi-il-colossal-fantascientifico-italiano
https://www.fantascienza.com/21967/creators-the-past-dall-italia-una-trilogia-di-fantascienza-con-shatner-e-depardieu
https://www.comingsoon.it/film/creators-the-past/58001/scheda/
https://www.mymovies.it/film/2020/creators-the-past/
https://maurobiglino.it/2020/10/finalmente-e-arrivato-creators-the-past-il-colossal-con-mauro-biglino/
http://www.levantenews.it/index.php/2020/10/02/sestri-creators-the-past-primo-kolossal-di-fantascienza-made-in-italy/
https://www.ilgiardinodegliilluminati.it/significato-dei-numeri/numero-otto/
https://it.m.wikipedia.org/wiki/8_(numero)
https://www.tuscanypeople.com/simbolo-numero-8/
https://www.mitiemisteri.it/significato-dei-numeri-simbologia-del-numero/otto-8

sito ufficiale del film: https://creatorsmovie.it

credit
immagini tratte da:
https://www.mymovies.it/film/2020/creators-the-past/poster/0/
https://cinema.fanpage.it/creators-the-past-trama-trailer-e-curiosita-del-kolossal-fantasy-di-piergiuseppe-zaia/

Greenland

Bello e realistico. Realistico e quindi angosciante.
Il film del regista Ric R. Vaugh con protagonisti Morena Baccarin (l’attrice star del remake della serie culto degli anni ‘80, Visitors) e Gerard Butler, qui nelle vesti anche di produttore che, dopo aver salvato il mondo in Geostorm (D. Devlin, 2017), torna in un film di fantascienza (che non è solo fantascienza), stavolta non nelle vesti di eroe che salva il mondo, ma qui soltanto se stesso, la moglie e il loro bambino.
Il cinema di Science Fiction, aggiunge un altro capitolo, al genere catastrofico (uno dei miei preferiti, come i film ambientati in regioni estreme della Terra, come i poli e in quelli molto più angusti e claustrofobici, come i sottomarini e le carceri), dove non c’è solo il rapporto tra te e la natura (intesa nella sua forma più distruttiva), ma soprattutto quando il destino ti mette in una situazione tale da far emergere tutti gli istinti primordiali, da sconfiggere senza paura insieme ai sensi di colpa mai risolti, per poi donarti completamente agli altri.
Quindi non un blockbuster come i capostipiti Armageddon (M. Bay, 1998) e Deep Impact (M. Leder, 1998), quest’ultimo molto meglio del primo, oppure 2012 (2009), del maestro riconosciuto del genere, R. Emmerich, del quale si attende il film Moonfall.
E se tutte queste opere sono legate dall’uso sempre più sofisticato degli effetti speciali, ormai imprescindibili per produzioni di un certo livello, non lo è appunto  quando sei costretto a guardare dentro te stesso e vedere il tutto in soggettiva, come se fossi tu stesso il protagonista.
I notiziari di tutto il mondo annunciano che tra poche ore sarà visibile una cometa, Clarke, forse un omaggio al grande Arthur C., padre di 2001, a sottendere l’Odissea, la “stella punitrice” che nell’Apocalisse, si chiama Assenzio (dal film) e che la stessa NASA, la definisce come «comparsa dal nulla» (il nulla non esiste e niente può comparire da esso, nda), e che forse arriva da un altro sistema solare (…). E tu, cosa faresti, se mentre ti stai recando a casa con le vettovaglie per il barbecue, da consumare con gli amici, alzi la testa e vedresti,  il cielo pieno di aerei che vanno tutti in una sola direzione, e sullo sfondo la minacciosa cometa? Il primo dei frammenti che a centinaia l’oggetto si porta dietro sta per cadere, nell’oceano, in diretta televisiva.
«Nessun pericolo» sottolineano gli speakers, ma questo come sa bene chi è avvezzo ai disaster movies di cui sopra: «è il momento di scappare» (appunto come in 2012).
Di fatti, terminato il countdown, non c’è nessun impatto nell’oceano, la pietosa bugia del governo, che sapeva, con la copertura dei mass media, è subito rivelata e il frammento di cometa cade invece sul suolo americano (Florida), investendo tutto in un raggio di 2000 km arrivando fino alla casa dei protagonisti.  Cosa faresti, tra l’imbarazzo totale, quando ti arriva sul telefonino un “Presidential Alert” con la meccanica voce, resa ancor più agghiacciante da una eco particolare, ti avverte che per ordine del Department of Homeland Security, tu, tua moglie e tuo figlio, siete stati selezionati per il trasporto in un rifugio segreto: praticamente tre biglietti per il paradiso, mentre intorno a te sta per scatenarsi l’infermo? Lasceresti i tuoi amici con un palmo di naso? E mentre stai partendo, davanti all’auto si parerebbe la tua vicina di casa che ti supplica di portare almeno sua figlia, amica di tuo figlio, riusciresti a scansarla e ripartire a tutta velocità? Avresti la lucidità di prendere il minimo indispensabile soprattutto le medicine per tuo figlio diabetico? E di fatti i farmaci salvavita, per una distrazione rimangono in macchina e tu sei costretto a tornare indietro e lasciare soli tua moglie e tuo figlio, il quale, viene scartato perché giudicato non idoneo in quanto malato cronico. Non impazziresti se tornato indietro non li troveresti più? Mentre la violenza inizia a dilagare dappertutto.

«Il cielo va a fuoco!»

E cosa faresti se finiresti dietro un cassone di un camion e i tuoi estranei, e per questo, minacciosi compagni di viaggio, scoprissero il braccialetto che indica la possibilità di salvezza, saresti in grado di uccidere perché speri e vuoi con tutte le tue forze riunirti con la tua famiglia, anche se «il cielo va a fuoco» e quella che vedi sai che è l’ultima alba prima del tramonto del genere umano?
A volte, basta una semplice telefonata solo per dire: dove sei? Ma purtroppo la tecnologia non funziona e, sicuro, non può salvarti la vita: almeno ti verrebbe risparmiato di vedere tua moglie che viene a forza trascinata fuori dall’auto che l’aveva umanamente accolta insieme a tuo figlio, ma che si rivela subito uno sbaglio: picchiata e abbandonata sul ciglio della strada con l’auto che si allontana, ma dentro c’è ancora tuo figlio: adesso siete tutti e tre divisi. Comincia una nuova guerra, non la guerra dei mondi contro una bellicosa civiltà aliena, che sarebbe già come un pugno nello stomaco, ma contro un nemico ancora più subdolo, il tempo; riunire la tua famiglia e sperare di farcela a prendere l’aereo che ti porterebbe alla salvezza, a Greenland: la Groenlandia (che Trump voleva comprare), in tempo per evitare il pezzo forte, il macigno che sta precipitando dal cielo, più grosso di quello che ha distrutto i dinosauri, in grado di provocare un’altra estinzione di massa, con il 75% delle specie viventi, animali e vegetali, spazzate via dalla faccia della Terra.
Il film, che nel finale ricorda troppo da vicino il già citato 2012, si conclude con un tutt’altro che velato parallelismo con le questioni geopolitiche attuali: dell’Europa non resterebbe che un immenso cratere e anche se gli Stati Uniti hanno avuto la loro parte di disastri e vittime, è da loro che riparte l’ennesimo messaggio di speranza, a dimostrazione che l’umanità o almeno, quello che ne resta, è sopravvissuta.

Fonti:
https://www.fantascienza.com/25700/greenland-gerald-butler-contro-gli-asteroidi
https://www.fantascienza.com/26220/greenland-debutta-oggi-gerald-butler-contro-l-asteroide-dell-apocalisse
https://www.comingsoon.it/film/greenland/58830/recensione/
https://www.mymovies.it/film/2020/greenland/

credit:
immagini tratte da: https://www.universalmovies.it/poster-greenland-film-gerard-butler/

2019: the future is now!

Il mio primo contatto con la Fantascienza (FS) avvenne, come per molti della mia generazione, a metà degli anni settanta, con la serie cult Spazio 1999. La tv era ancora in b/n, ma la creatività degli autori, i coniugi Gerry e Sylvia Anderson, seppe suggestionare i telespettatori, facendoli quasi toccare la Luna con un dito. In fondo lo sbarco dell’Apollo 11, se mai ci sia stato (vedi qui), era avvenuto pochi anni prima della produzione della serie tv, ma guardare la Base Lunare Alfa, le candide divise bianche dei protagonisti e soprattutto le porte scorrevoli che si aprivano e chiudevano automaticamente al passaggio e che alcuni anni dopo sarebbero state installate ovunque e, infine i comunicatori altrettanto funzionanti (non quelli di Star Trek), quasi cellulari ante litteram, sembravano proprio di un altro mondo. Il binomio titolo, film o romanzo che sia, e un numero ad indicare l’anno, nella FS, è quasi indissolubile (come leggere un racconto o un fumetto legato alla Science Fiction), rendeva il tutto più intrigante e coinvolgente dato che la domanda che tutti ci ponevamo all’epoca, ma ancora oggi, è: “quello che sto guardando accadrà un domani?”. Questo che segue è una breve digressione sui film di fantascienza che hanno all’interno del titolo un anno, oppure sono ambientati, in un anno specifico.
Esattamente un anno prima dell’allunaggio uscì al cinema il film dei film di FS: 2001 Odissea nello spazio di S. Kubrick. Il mondo degli appassionati e non restò sbalordito dalla coerenza scenica: la salita sottosopra della hostess, la stessa che prende la penna che fluttuava a mezz’aria, cose da restare a bocca aperta, in particolare se si pensa che Kubrick per girare la scena ricorse ad un adesivo sperimentale incollato su un vetro con la penna e, in realtà era il vetro che girava davanti alla cinepresa. L’evoluzione della razza umana, ad opera del monolito nero, a rappresentare l’intervento di un’intelligenza superiore, fino a Giove e oltre l’infinito.

Una scena di 2001, al centro i “tablet”

Nel film compaiono una sorta di tablet, quasi come quello con il quale sto scrivendo il post e che poco tempo fa ha portato in tribunale i colossi Apple, che rivendica la paternità dell’invenzione, e la Samsung che ha fatto ricorso alla cosiddetta prior art(1). L’intelligenza superiore (divina o extraterrestre) si manifesta nel seguito ufficiale del capolavoro kubrickiano e cioè 2010: l’anno del contatto (P. Hyams, 1984), dove il sorprendente finale, non solo fa capire che tale intelligenza esiste, ma la stessa veglia da sempre sulla razza umana, dandogli l’ennesimo comandamento, prima che Giove stesso diventi una stella: il messaggio dice che tutti questi mondi sono nostri tranne il satellite gioivano Europa, sul quale l’uomo non deve atterrare, per nessun motivo. Una sorta di Eden? E una sorta di Eden spaziale sono le astronavi di 2002: la seconda odissea (D. Trumball, 1971) che si ricorda solo per la forte valenza ecologica, visto che le astronavi trasportano, come in un’arca, tutte le specie, stavolta, vegetali. Ritornando a Kubrick purtroppo egli morì prima del “suo” 2001, nel 1999, anno fatidico non solo per la cinematografia di FS, ma per tutta l’umanità visto che ci sarebbe stato il cambiamento di tutte e quattro le cifre che compongono gli anni. In 1999: conquista della Terra (J. Lee Tompson, 1972) quarto capitolo della fortuna saga de Il pianeta delle scimmie, che prendono possesso del pianeta: la saga che ha avuto vari remake e prequel/sequel arriva fino all’Anno 2670: ultimo atto girato dallo stesso regista nel 1973. Un’umanità «eccitata e spersa» festeggia il capodanno del 2000 in Strange Days, che sono i giorni che sembra stiamo vivendo oggi; il film è del 1995 girato dalla regista premio Oscar ed ex moglie di J. Cameron, K. Bigelow.
Ora è l’uomo ad aver paura di sè stesso e dei rischi che corre se continua sulla strada dell’autodistruzione.
Il film 2000: la fine dell’uomo (C. Wilde, 1970), parla proprio di inquinamento e relativa sopravvivenza della razza umana. La stessa umanità inoltre si è trovata a combattere contro un nemico quasi invisibile ma molto potente: i virus, scatenatesi, per colpa o accidentalmente, dalla creatura più intelligente che vive sul pianeta. È del 1963 il film L’ultimo uomo della Terra dell’italiano U. Ragona, il protagonista, l’attore Vincent Price, vaga da solo nel quartiere EUR a Roma la cui architettura aumenta in realtà la claustrofobia di un’opera eccezionale. Tratto dal romanzo di R. Matheson: Io sono leggenda, ha avuto diversi remake da 1975: Occhi Bianchi sul pianeta terra (1971), di B. Sagal con C. Heston, al capolavoro omonimo con Will Smith. E vera e propria leggenda è K. Russell ne 1997: fuga da New York, diventata nel frattempo un carcere a cielo aperto; il film di J. Carpenter è del 1981, ma chi di noi non ha la sensazione, oggi, di vivere in un carcere a cielo aperto con tutte le restrizioni e i controlli alla Grande Fratello? Il film sul romanzo best seller di G. Orwell 1984 (scritto nel 1948) si intitola Nel 2000 non sorge il sole (M. Anderson, 1956) e il suo remake diretto da M. Radford, uscito proprio in quel fatidico anno. Oggi tutto è sotto controllo, fra poco forse, ci faranno pagare persino l’aria -e non è una battuta, basta leggere il romanzo di Lorenzo Iacobellis: Oxygen(2).
Kevin Costner è protagonista e regista del film: L’uomo del giorno dopo (1997), il divo hollywoodiano cerca di far risorgere il servizio postale in un mondo postatomico, nel 2013 si trova a dover combattere contro una sorta di dittatore per liberare, quel poco di umanità rimasta, dallo schiavismo e ripristinare la democrazia: curioso, visto che tutto è iniziato dalle semplici mail.
Nella saga Ritorno al futuro (R. Zemekis) che copre più di un secolo (1885, 1955, 1985, 2015), oltre alle scarpe con gli autolacci, al giubotto che si asciuga da solo, allo skateboard anti gravità, si parla del meteo preciso al secondo(?), del fatto che le “poste” non lo siano altrettanto, e del sistema giudiziario: il figlio del protagonista viene arrestato, giudicato e condannato in due ore perché nel futuro «hanno abolito gli avvocati!».
Arriviamo al film e alla data di tutte le date, e che avrebbe dovuto cambiare il destino della razza umana: 2012, dal re, indiscusso, del catastrofismo R. Emmerich (2009). Fra lo sconquasso totale dei continenti secondo la teoria dello spostamento delle placche tettoniche (e i Segnali dal futuro ci sono tutti), il solo continente a salvarsi da mega onde e dalla traslazione dei poli è l’Africa. Un mònito per come viene stremata e per come stiamo affrontando la questione immigrati? E un mondo sovraffollato e ridotto alla fame viene rappresentato nel film 2022: i sopravvissuti (R. Fleischer, 1973): la popolazione è costretta a mangiare delle gallette verdi che si scopre alla fine essere prodotte con i cadaveri. In questo modo il sistema marcio, coglie i classici due piccioni con una fava.

Una scena di Blade Runner

Arriviamo così all’anno indicato come titolo di questo testo: il 2019. Non sono usciti film che hanno nel titolo quest’anno, ma quest’anno è l’anno di un altro capolavoro della FS cinematografica: Blade Runnerdi Ridley Scott.
Il film è del 1982: in una Los Angeles superaffollata e multietnica, diventata ormai uno stereotipo della metropoli del futuro, perennemente avvolta in un paesaggio cupo e piovoso; quindi, forte inquinamento, alterazione del clima, tutti fattori che concorrono a trasmettere, allo spettatore, un forte senso d’angoscia. Un mondo invivibile, quasi una metafora di questo attuale, dove il progresso sembra regresso. Ognuno è in bàlia del destino (da ricordare il sequel: Blade Runner 2049, di D. Villeneuve, 2017), in lotta con il prossimo, costretti a sgomitare per difendere il proprio, piccolo spazio vitale, sempre più minacciato, dall’uomo stesso, dall’ambiente e dalle macchine. La fuga è l’unico rimedio; l’auto sulla quale fuggono i protagonisti sembra proprio una macchina del tempo, ma non come quella de L’uomo che visse nel futuro (G. Pal, 1960), tratto dal romanzo The time machine di H. G. Wells, il protagonista, l’attore Rod Taylor arriva fino all’anno 802.701! No, non è un numero verde tronco, è proprio l’anno visitato dal crononauta: ma, sicuramente, come canta F. Guccini «noi non ci saremo».

Note:
1. https://www.tuttoandroid.net/samsung/samsung-vs-apple-samsung-cita-una-scena-di-2001-odissea-nello-spazio-24956/
2. L. Iacobellis, Oxygen, Delos Digital, Futuro Presente 19.

Fonti:
Giovanni Mongini, La Fantascienza sugli schermi, Perseo Libri, Bologna 2002.
Gianmaria Contro, Architetti del futuro, in Nathan Never – Almanacco della Fantascienza 2008, S. Bonelli Editore, 2008.
http://www.ilsecoloxix.it/p/magazine/2019/01/06/AD4uz6YD-previsto_visionari_asimov.shtml
http://www.ilsecoloxix.it/p/magazine/2019/01/02/ADZtP3SD-fantascienza_philip_runner.shtml

Credits:
https://www.serialclick.it/telefilm/6471/space-1999
https://www.youtube.com/watch?time_continue=5&v=JQ8pQVDyaLo
https://bladerunner.fandom.com/wiki/Themes_in_Blade_Runner

Geostorm: una scomoda verità

Mentre a Bonn è in corso la Conferenza Mondiale sul Clima, presieduta dal governo delle isole Fiji, che rischiano nei prossimi anni di venire sommerse; mentre Trump annuncia che il cambiamento climatico non è dovuto (solo) all’uomo, riscuotendo da un lato, l’appoggio nientemeno di Antonino Zichichi (ormai lontano concettualmente da chi scrive, ma non in questo caso), che due mesi fa, a proposito del Trattato di Parigi, ebbe a dire che l’inquinamento -che resta un grave problema-, non va però confuso con i cambiamenti climatici, e dall’altro la secca smentita dei vertici della Casa Bianca che in netto contrasto con il loro Presidente, in un rapporto, asseriscono che sono gli esseri umani a causare l’innalzamento delle temperature, è uscito pochi giorni fa al cinema Geostorm. Il film è l’opera prima, come regista, dell’arci noto Dean Devlin, alter ego del maestro del catastrofismo Roland Emmerich, passato dietro la macchina da presa per confezionare l’ennesimo blockbuster che solo blockbuster non è, e questo lo si evince già leggendo lo slogan che campeggia sul poster: «Chi controlla il clima controlla il mondo».
La pellicola sarebbe dovuta uscire nelle sale già nel 2016, ma una serie di circostanze hanno fatto sì che l’uscita seguisse di un solo giorno il sequel Una scomoda verità 2 (B. Cohen e J. Shenk) dove l’ex vice Presidente Al Gore, torna ad affrontare l’annosa questione del surriscaldamento globale (il primo film diretto da D. Guggenheim nel 2006 valse il Nobel per la pace). Ci sarebbe molto da dire anche su questi due docufilm in quanto hanno suscitato polemiche molto contrastanti per quanto concerne le cause, gli effetti e le strade da seguire per scongiurare una catastrofe globale. Ed è questo il filo conduttore che lega le opere appena citate, dal film in oggetto, ed ecco il perché del titolo del post.
In un futuro poco lontano, la Terra, dopo una serie di catastrofi naturali, viene circondata da un’immensa rete di satelliti, deputati al controllo del clima e quindi in grado, secondo le intenzioni delle nazioni che l’hanno realizzata sotto la super visione dello scienziato (G. Butler) che l’ha ideata, di scongiurare il Geostorm: la super tempesta globale. Ma logicamente il sistema va in tilt, non senza l’intervento umano e toccherà ai protagonisti impedire la catastrofe e, nello stesso tempo, neutralizzare il complotto politico teso a eliminare il Presidente degli Stati Uniti, in modo tale che il Nuovo Ordine Mondiale, così ottenuto, possa gestire, sempre sotto il controllo di un solo uomo, un Pianeta con una popolazione drasticamente ridotta. Il film oltre ad essere un buon prodotto grazie al sempre più verosimile apporto della CGI, non è solo un disaster movie, ma anche un action, e soprattutto legato al filone della conspiracy theory, dove la fantascienza è relegata solo alla prevedibile trama.
Quindi un’opera piena di metafore (ma anche zeppa di citazioni), a partire dall’affettuoso nomignolo dato alla più grande opera mai costruita dall’uomo e cioè il Dutch Boy: il ragazzo olandese che mise il dito nella crepa della diga.
Come accennato, invece di servire come “arma” pacifica per scongiurare il disastro globale, lo stesso sistema favorisce l’ideazione del “Progetto Zeus”, nascosto nei meandri della rete, per trasformare in arma di distruzione di massa la stessa struttura. Quindi il film a cui fa riferimento non sono tanto le opere di Emmerich e cioè i vari Independence Day (1 e 2), Godzilla, The Day After e 2012, bensì a The Core (J. Amiel, 2003) e al suo “Progetto Destino”. Come scrissi nella recensione pubblicata sulla rivista Stargate Magazine (2003): «Una tecnologia ultra segreta (omissis) in grado di provocare, agendo direttamente sul nucleo interno (della Terra), delle scosse sismiche in una zona prestabilita». L’unica differenza è che mentre il Dutch Boy è nello spazio, il Progetto Destino è installato sulla Terra, in una base Top Secret, nascosta fra i ghiacci del Polo…

Il progetto Haarp

Perché i puntini sospensivi? Perché, è mia opinione, che le domande cruciali sono due: esiste già una simile, fantascientifica, struttura?
E soprattutto può essere utilizzata come arma?
La risposta, incredibile per gli scettici, è affermativa, per tutte e due le domande. E come molti avranno capito, mi riferisco al Progetto HAARP, sito a Gakona, in Alaska (USA). L’acronimo HAARP sta per High Frequency Active Auroral Research Program, un nome altisonante per dire che è in grado di inviare onde radio nella ionosfera. Sebbene sia stato realizzato per scopi scientifici e secondo alcuni attualmente non più in funzione, in realtà basta fare una breve ricerca in rete per capire effettivamente di cosa si tratta ed accertarsi che in effetti può essere usato come arma in grado di provocare terremoti (arma tettonica), in punti prestabiliti della crosta terrestre, ma anche tsunami, tempeste e i super tornado che sempre più frequentemente oscurano i nostri cieli: le prove sono tutte lì basta avere un maggior senso critico e un minimo di onestà intellettuale.
Tornando al film, nella scena madre, c’è il face to face, tra il Presidente (A. Garcìa) e il villain di turno (Ed Harris) capo del suo stesso staff. Il succo del serrato, acceso, confronto è sempre lo stesso: eliminare quanti più nemici possibili e soprattutto «giocare a fare Dio». Ultima osservazione: secondo voi, questa, può essere una opportunità per uno dei potenti della Terra? Le possibilità sono molto alte, e le conseguenze credo che ormai siano sotto gli occhi di tutti. Voglio però concludere con un messaggio di speranza. Proprio ieri la Merkel da Bonn afferma che: «Quella del clima è una sfida centrale per il mondo. Una questione di destino dell’umanità»(1). Parole dense di significato e perfettamente in linea con la frase di chiusura di Geostorm: «Un Pianeta, un Popolo e finchè noi condivideremo la nostra sorte, sopravviveremo».

 

Nota:
http://www.repubblica.it/ambiente/2017/11/15/news/l_appello_della_merkel_nel_clima_c_e_il_destino_dell_umanita_proteggiamo_il_mondo_-181180913/?ref=RHRS-BH-I0-C6-P5-S1.6-T1

Fonti:
https://www.comingsoon.it/film/geostorm/51174/recensione/
https://www.comingsoon.it/film/geostorm/51174/scheda/
http://www.fantascienza.com/22265/geostorm-le-apocalissi-tutte-insieme
http://www.mymovies.it/film/2017/geostorm/
http://www.mymovies.it/film/2017/geostorm/pubblico/?id=771816
http://www.mymovies.it/film/2017/geostorm/pubblico/?id=771258
http://www.mymovies.it/film/2017/an-inconvenient-sequel-truth-to-power/
https://www.lifegate.it/persone/news/cop-23-bonn-isole-fiji
http://www.liberoquotidiano.it/news/scienze—tech/12401915/trattato-parigi-antonio-zichichi-trump-non-ha-torto-inquinamento-clima-non-vanno-confusi-.html
http://www.quotidiano.net/esteri/trump-clima-parigi-1.3510918
http://www.quotidiano.net/blog/farruggia/conferenza-di-bonn-contnua-la-lenta-lotta-ai-cambiamenti-climatici-nonostante-trump-11.807
https://www.wired.it/attualita/ambiente/2017/11/08/cop-23-cambiamento-climatico/
http://www.ansa.it/canale_ambiente/notizie/clima/2017/11/03/rapporto-usa-umanita-causa-dominante-cambio-clima_ff0e3592-9157-4451-adfb-c7b26fe97448.html

Credit: http://ilnuovomondodanielereale.blogspot.it/2017/01/disastri-innaturali-terremoti-e.html

The Mandela Effect

Quasi un secolo fa, nel 1923, in Finlandia, il passaggio di una cometa (forse la 33P/Daniel, ma Wikipedia non conferma l’avvistamento in tale anno), provocò un senso di disorientamento tra gli abitanti tanto che una donna si vide costretta a chiamare la polizia sostenendo che l’uomo che si trovava in casa con lei non era il marito! Nel film Coherence (James W. Byrkit, 2013), un gruppo di amici si riunisce in casa di uno di loro, per una cena; fuori, in cielo si assiste al passaggio di una cometa, evento raro e sorprendente considerando che gli scienziati avevano avvertito che ci sarebbero stati dei fenomeni non meglio specificati, anomali. Ad un tratto manca la luce, internet, i cellulari, non funzionano più, all’esterno solo una tenue luce, in lontananza, di un’altra casa. Da qui partono le mosse di un’azione serrata dove, i protagonisti si trovano quasi in un incubo a dover lottare, concettualmente (citando il paradosso del gatto di Schrödinger, una delle cui interpretazioni “a molti mondi”, sostiene che ogni evento è un punto di diramazione per l’intero universo) e contro i loro doppi. Un’atmosfera surreale e che sembra a tratti assurda come nel film L’Angelo Sterminatore (1962) del maestro Luis Buñuel. Una serie di vicende dove appunto la coerenza va a carte e quarantotto. Coerenza che forse resta l’ultimo baluardo della fisica newtoniana per difendersi dagli attacchi, sempre più pressanti, delle teorie proposte dalla fisica quantistica, intesa, appunto, a sovvertire le basi stesse della scienza così come la conosciamo.
Una premessa forse un po’ lunga ma mi sembrava utile per meglio definire i contorni di una vicenda che ha tutta l’aria, a breve, di diventare virale. Tutto ha avuto inizio nel 2005 quando la blogger Fiona Broome, si accorse che il premier sudafricano Nelson Mandela era ancora vivo, come difatti era realmente (Mandela è mancato nel 2013), ma la Broome ricordava perfettamente che Mandela, per lei, era morto in prigione negli anni ottanta e ne rammentava persino il funerale trasmesso in tv. La perplessità fu talmente enorme da farle iniziare una ricerca in rete e quello che trovò fu davvero incredibile: non solo moltissime persone avevano lo stesso ricordo su Mandela, ma vennero fuori altri esempi, non solo fatti storici. Eccone alcuni: moltissimi ricordano che negli anni ‘90 hanno visto un film dal titolo Shazaam, che in pratica, non esiste; in Star Wars, sono addirittura due le incongruenze, molti ricordano la famosa battuta di Darth Vader «Luke, io sono tuo padre», che in realtà sarebbe invece: «No, io sono tuo padre»; le gambe del robot C-3PO, non sono tutte e due dorate, ma la destra, da sotto il ginocchio, è argentata, vedere per credere. In Casablanca, la nostalgica frase «suonala ancora, Sam», non c’è, anche se molti ricordano perfettamente di averla ascoltata guardando il film; in Forrest Gump, la frase «la vita è come una scatola di cioccolatini», per molti invece è diventata «la vita era una scatola di cioccolatini»; restando in tema cioccolato il nome del famoso snack Kit-Kat, lo ricordiamo tutti scritto così, vero? No, in realtà è scritto senza il trattino! Per molti il vero nome di battesimo della popstar Madonna, non è Madonna Louise Veronica, ma Maria Louise Veronica. E potrei continuare, se siete curiosi divertirvi nella caccia, in rete, di altre anomalie. Ora la domanda è: perché succede tutto questo? Anche qui le ipotesi portate a sostegno della veridicità o meno, del perché di tale “effetto” sono diverse, alcune, secondo me, verosimili. La prima ipotesi è quella degli “universi paralleli” o più propriamente dell’esistenza di una realtà parallela alla nostra, solo leggermente diversa, ma quanto basta da sconcertare il malcapitato che vive un effetto del genere.

La New York alternativa nella serie Fringe

Argomento sfruttato com’è ovvio dalla science fiction, in particolare nella riuscita serie tv Fringe (ne avevo già parlato qui), dove ad esempio nella New York dell’universo alternativo l’11 settembre non è mai avvenuto, le torri gemelle spiccano nello skyline, e in cielo volano i dirigibili, questo fa supporre che anche il disastro dell’Hindenburg, il 6 maggio 1937, non ci sia stato. Altra ipotesi è quella della differente “Linea Temporale”, molti vivrebbero, sempre nella nostra realtà, ma su una timeline spostata. Forse così potrebbero essere spiegati i famosi “déjà vu”: in Matrix, per capirci, è proprio un gatto (nero) che sorprende Neo, che lo vede passare dalla porta due volte quasi nello stesso istante; in realtà è un disturbo della “matrice”, quando qualcosa cambia, come viene spiegato: ma se fosse così anche nella realtà? Spesso si dice che la memoria fa brutti scherzi, è vero, ma ne siamo veramente sicuri? Ci mettereste la mano sul fuoco? La mano sul fuoco sarebbero pronti a mettercela tutti quei poveri genitori, denigrati, che hanno lasciato morire i figli in macchina, sotto il sole rovente, assolutamente convinti di averli recapitati altrove. Razionalmente si ricorre ai “disturbi dissociativi”(1) oppure alla “dissonanza cognitiva”(2), e se gli stessi genitori hanno vissuto per qualche frazione di tempo, almeno mentalmente, in una realtà parallela dove in effetti hanno assolto il loro compito? Oltre alle anomalie temporali, c’è chi parla poi di “Esperimenti del Cern”, dell’immancabile “Programma Spaziale Segreto” e dei retaggi post 2012 dovuti ad un ipotetico salto dimensionale, ma la questione è alquanto seria, visto che, anche il CICAP (Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sulle Pseudoscienze), ha voluto dire la sua, sostenendo che si tratta solo di falsi ricordi e dimostrando il concetto con un piccolo esperimento che potete fare anche voi (la pagina è nelle fonti), asserendo che: «il gioco funziona in circa l’85% dei casi». Ci risiamo, basta tirar fuori una certa percentuale e il mistero è risolto: e l’altro 15%, non vi sembra che sia un dato da tenere comunque in considerazione? Non vi sembra che questa storia è alquanto sconcertante?
«C’è qualcosa di strano…», osservò Scully, nella serie cult XFiles, questa l’ironica e laconica risposta di Mulder: «Sai la novità, io sono anni che lo dico!». Mi associo.

Note:
1. La caratteristica essenziale dei Disturbi Dissociativi è la sconnessione delle funzioni integrate, della coscienza, della memoria, della identità o della percezione dell’ambiente. Le alterazioni possono essere improvvise o graduali, transitorie o croniche.
http://www.psicotraumatologia.com/disturbi_dissociativi.htm
2. Un individuo che attivi due idee o comportamenti che sono tra loro coerenti, si trova in una situazione emotiva soddisfacente (consonanza cognitiva); al contrario, si verrà a trovare in difficoltà discriminatoria ed elaborativa se le due rappresentazioni sono tra loro contrapposte o divergenti. Questa incoerenza produce appunto una dissonanza cognitiva, che l’individuo cerca automaticamente di eliminare o ridurre a causa del marcato disagio psicologico…
https://it.wikipedia.org/wiki/Dissonanza_cognitiva

Fonti:
https://www.luogocomune.net/LC/index.php/20-varie/4572-l-effetto-mandela-e-gli-universi-paralleli
http://www.fantascienza.com/22446/l-effetto-mandela-gli-universi-paralleli-e-la-gamba-di-c3po
http://www.queryonline.it/2017/05/30/leffetto-mandela/
http://mikimoz.blogspot.it/2017/03/spiegazione-effetto-mandela.html
http://effettomandela.blogspot.it/2016/12/cose-leffetto-mandela.html
http://cronachediunsolelontano.blogspot.it/2015/07/quando-la-fantascienza-non-arriva-in.html

Credit:
https://thoseconspiracyguys.com/what-is-the-mandela-effect/
https://reservoirblog.wordpress.com/category/curiosidades/

Migranti: l’ultima piaga

Le piaghe d’Egitto (10 in totale) sono le punizioni che, secondo l’AT, Dio inflisse agli Egizi affinchè Mosè potesse liberare gli Israeliti dalla schiavitù. Nel dettaglio basta andare su Wikipedia dove oltre alla nota appena citata c’è la spiegazione delle 10 piaghe.
Più precisamente è nel libro dell’Esodo in cui si racconta delle piaghe, ma dove si dice anche: «Non maltratterai lo straniero e non l’opprimerai perché anche voi foste stranieri nel paese d’Egitto» (Esodo: 22, 21).
Pure in alcune opere cinematografiche le piaghe vengono citate, singolarmente o tutte insieme, quando queste sono utilizzate come elemento conduttore della trama, ad esempio: I dieci Comandamenti (C. B. DeMille, 1956), nel cartone Il principe d’Egitto (AA.VV., 1998), La settima Profezia (C. Schultz, 1988), fino a I Segni del male (S. Hopkins, 2007) per arrivare a Exodus – Dei e re diretto da R. Scott lo scorso anno. Ma io vorrei citare un altro film che all’apparenza è poco probante, ma dal quale ho estratto questa citazione: «Bisogna fermare questa follia… Siamo stati costretti a prendere decisioni difficili per salvare la civiltà umana. Ma essere umani significa avere a cuore gli altri e civiltà significa collaborare per creare una vita migliore. Se questo è vero, allora non c’è niente di umano e niente di civilizzato in ciò che qui stiamo facendo… Domandatevi: possiamo stare a guardare mentre questa gente muore?.. Quando cessiamo di lottare gli uni per gli altri quello è il momento in cui perdiamo la nostra umanità. Dobbiamo far entrare quella gente… Tutti quanti laggiù saranno morti invano se diamo inizio al nostro futuro con un atto di crudeltà. Cosa direte ai vostri figli? E loro cosa diranno ai loro figli?».
Il film in questione è 2012 diretto da R. Emmerich nel 2009 (e qui apro una breve parentesi perché noi ricercatori di frontiera credemmo che quella data segnasse un chissà quale catastrofico evento, invece, e sono il primo ad ammetterlo molti di noi hanno sbagliato perché quella data non rappresenta la fine, ma l’inizio di una serie di eventi estremi di cui si è già discusso abbastanza anche su questo blog.
In realtà quanto sopra riportato è il discorso finale del consigliere scientifico del Presidente Usa che era contrario a lasciare quanti non erano riusciti a trovare posto sulle arche e affidarli “solo” nelle mani di Dio.
Eppure quanto sta tuttora accadendo può essere usata come metafora e lo scempio dei migranti sulle coste del mediterraneo lo spunto per una seria riflessione.
Tempo fa partecipai ad un breve dibattito che verteva su una domanda ben precisa, l’oratore chiese al pubblico in sala, in massima parte giovani, ma già con un posto stabile nella società, se: «nel viaggio della vita, siamo vagabondi o pellegrini».
Senza dare precise motivazioni, gran parte dei presenti asserì che siamo più pellegrini che vagabondi, ma questo forse era, ed è, dovuto al fatto che il vocabolo “vagabondo” a volte assume un significato negativo e la definizione di “pellegrino” è condizionato dal concetto cattolico del termine.
Sembra una risposta facile e scontata, ma a pensarci bene non lo è; lì per lì non risposi, preferisco riflettere e poi scrivere le mie impressioni: queste.
Siamo tutti in viaggio, è vero, ma non siamo né vagabondi, né pellegrini.
Volendo dare una definizione, si potrebbe dire che il “vagabondo” è colui che, sebbene sa da dove sia partito e che cosa ha lasciato, non sa nemmeno dove passerà la notte.
Il “pellegrino”, al contrario, non gli importa da dove è partito, egli ha in testa solo di raggiungere la tanto agognata mèta. Noi, totalmente immersi nella società moderna, siamo, invece, come le tante persone che incrociamo ogni giorno per strada, che ci sfiorano per un attimo tra la folla, oppure che si fermano in macchina di fianco, nel traffico cittadino. Chi, non ha mai pensato, almeno per un istante dopo aver sbirciato, senza farsi scorgere: chi è quella persona, da dove viene e dove va?
Ecco quello che siamo: siamo tutti viandanti.
Sballottati a destra e a sinistra, senza un punto di partenza, senza una mèta precisa, come le foglie o un sacchetto di plastica nel vento, ma con la testa piena di domande sul senso della vita: chi sono? Da dove vengo? Dove stò andando? Non è la classica via di mezzo, sarebbe quanto meno troppo semplicistico, e anche se abusate, queste introspezioni gettano le radici nel nostro passato più profondo ed alle quali né la scienza, né le religioni hanno finora potuto dare risposta; la scienza perché non ha saputo, la Chiesa perché non ha voluto.
Ed ecco che l’uomo moderno, senza nessun punto di riferimento, proprio come un disperso tra la folla, cade in crisi, una crisi profonda che potrebbe portarlo sull’orlo del baratro: a guardare il buio del nostro futuro.
Per sfuggire a tutto ciò, ci siamo illusi che il progresso avrebbe potuto salvarci.
Abbiamo creduto che il consumismo sfrenato e la corsa al possesso di svariati beni materiali avrebbero riempito i vuoti della nostra vita. Ma così non è ed intanto il mondo cade in rovina, va a rotoli.
Per contro c’è chi s’impegna, c’è chi, ad esempio, si dedica tutta la vita ad aiutare chi soffre, sacrificio, come si diceva un tempo, nobile, ma non basta.
Il villaggio globale si allarga, diventa sempre più una famiglia, accettando ciò solo così possiamo capire di essere un tutt’uno e avremo finalmente la piena consapevolezza del nostro posto nell’intero universo, dando risposta a tutte le domande.
John Fitzgerald Kennedy, ebbe a dire, in un suo famosissimo discorso, che qui, sulla Terra «siamo solo di passaggio», appunto, come i viandanti o migranti.

Fonti:
Wikipedia
http://www.liberopensare.com/articoli/1010-cronache-marziane
http://www.liberopensare.com/articoli/1024-il-sonno-della-ragione
http://www.repubblica.it/argomenti/Immigrazione
http://www.ilfattoquotidiano.it/tag/immigrazione/
http://www.immigrazione.it/
http://gionapanarello.com/279/

photo credits:
http://www.migrantitorino.it/?p=10984#comment-13639

Are you ready?

Solitary man copia.jpgSono stato indeciso fino all’ultimo prima di pubblicare questo post; avevo intenzione, infatti, per festeggiare, come vedete dall’immagine a sinistra, i miei primi 15 anni nel mondo del mistero o se preferite della contro-informazione, di scrivere un testo diverso, ma proprio perché il codice deontologico che mi sono autoimposto e quindi la volontà di far lo stesso trapelare certe notizie è stata più forte ed ha così sbaragliato gli ultimi dubbi. Credo inoltre di aver accumulato in tutti questi anni un minimo di esperienza, anche nel cosiddetto mondo dell’informazione che mi permette di intuire quali notizie siano degne di essere approfondite e, come in questo caso il più possibile divulgate: è una questione di coscienza. Chiaramente ci sono i contro rappresentati dai lettori che leggeranno, si spera, questo articolo e ci rideranno sopra, è un loro problema e va’ in ogni modo, nei limiti, rispettato, e al contrario, spero che, per ovvi motivi, non finisca con il classico “io ve lo avevo detto”… Ed è principalmente a loro che mi rivolgo, ai cosiddetti scettici (lo scetticismo non è una posizione scientifica), alle persone di buon senso abituate a fare spallucce quando si trattano certi argomenti perché desiderano fare sonni tranquilli, ma visto ciò che leggerete, forse non c’è da stare troppo allegri…  Quando si leggono certi argomenti, specie ultimamente di genere catastrofistico, legati al fatidico 2012 (argomento peraltro già trattato in questo blog), bisogna sì andarci con cautela, ma nemmeno bollare tutte le notizie come spazzatura perché può capitare, come in questo caso, che la fonte sia più che autorevole, anche se forse non al di sopra di ogni sospetto…Un caro amico e serio freelancer, da anni ricercatore indipendente nelle scienze di frontiera, mi ha spedito la settimana scorsa questo link nientemeno che della Nasa, la famosa agenzia spaziale americana. A parlare è addirittura il suo amministratore C. Bolden, ex astronauta. Nel video, in inglese, peraltro non si fa riferimento a nessuna crisi specifica e a nessuna catastrofe in particolare, ma il senso dell’avviso è senza alcun dubbio chiaro e preciso. L’avvertimento è sì indirizzato ai dipendenti e alle loro famiglie (e agli animali domestici di queste ultime), ma bisogna pur iniziare e frasi come «prepararsi ad affrontare le emergenze», suona comunque rivelatoria e lascia intendere che qualcosa di grosso stia per accadere. È altresì interessante notare che il resto della pagina, che contiene anche un altro video che spiega «il programma per le famiglie», è piena di altri inequivocabili indizi. Ci sono, infatti, altri link a tutti quegli enti o agenzie che sarebbero coinvolte in casi di emergenze o di eventi che potrebbero coinvolgere l’intero territorio americano come l’intero pianeta. Prima di tutte la FEMA (Federal Emergency Management Agency), tipo la nostra Protezione Civile ma con un potere tale da scavalcare, qualora ci fosse bisogno, addirittura lo stesso governo americano. Un sito governativo (Ready.gov) che fornisce informazioni per la creazione di un kit di alimentazione di emergenza. L’Alert DC, un sistema di allerta comunitario, alcuni collegamenti ad altri siti e risorse proprie della stessa Nasa utili per l’assistenza alle famiglie dei dipendenti e uno nell’eventualità di una Pandemia. E non finisce qui, sempre nella stessa pagina, nella colonna di sinistra altre utili informazioni ed altri segnali: il link al Quartier Generale per le Operazioni di Emergenza, altre Raccomandazioni e inconfutabili quesiti “Are You Ready?”. E per finire i loghi e i link ad altre Risorse Aggiuntive: dove tra gli altri oltre all’immancabile Fema, spiccano l’American Red Cross (la Croce Rossa Americana), l’Organizzazione Mondiale della Sanità e il Centers for Disease Control (CDC), il famoso Centro per il Controllo delle Malattie molto spesso nominato ultimamente dai vari media. Già i media… E i media italiani? Come al solito tacciono, solo internet ne parla, ma come potete vedere dai link allegati sotto, sono solo siti specializzati gestiti da chi cerca sempre di andare oltre le notizie ufficiali. Non posso sapere in assoluto quello che succederà da qui a qualche anno, le ipotesi sono diverse e lascio come sempre al lettore la scelta di approfondire o meno l’argomento, di certo è che se di “minaccia” si tratta, visto che stiamo parlando della Nasa, questa verrà sicuramente dallo spazio esterno (e non intendo necessariamente aliena), ma per quanto detto finora basta almeno per far suonare il classico campanello d’allarme per quella che potrebbe essere «la più grande storia della storia» (da “Deep Impact”, M. Leder, 1998).

Fonti:

http://www.nasa.gov/centers/hq/emergency/personalPreparedness/index.html

http://codenamejumper.wordpress.com/2011/06/18/la-nasa-avverte-prepararsi-alle-catastrofi/

http://newapocalypse.altervista.org/blog/tag/distruzione/

http://www.luogocomune.net/site/modules/news/article.php?storyid=3772

http://lalternativaisaia.blogspot.com/2011/06/la-nasa-lancia-lo-stato-di-emergenza.html

http://www.francescoamato.com/blog/2011/06/18/da-code-name-jumper-la-nasa-avverte-prepararsi-alle-catastrofi/

http://www.misteridalmondo.org/viewtopic.php?f=18&t=17&view=next

http://www.angelismarriti.it/presenzealiene/popovich2006-pianetax.htm

http://www.segnidalcielo.it/index.php/segnidalcielo-news/461-il-capo-della-nasa-charles-bolden-annuncia-qpreparatevi-alla-catastrofiq

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La rovina delle anime

Sistema solare copia.jpgWhitley Strieber nel suo romanzo best seller dal titolo “2012 L’Apocalisse” (Newton Compton Editori), inizia proprio con questo titolo la seconda parte del suo sorprendente lavoro. Dopo la preghiera a San Michele Arcangelo di Papa Leone XIII, è riportato un versetto tratto da “Dopo un grande dolore, viene un senso solenne” di Emily Dickinson:

«Questa è l’ora plumbea
chi sopravvive la ricorda
come gli assiderati rammentano la neve
Prima il freddo… poi lo stupore… infine il lasciarsi andare»
.

Oggi è il 15 marzo 2011, un’altra delle date definite quasi apocalittiche dai catastrofisti. Nello specifico si tratta di un particolare allineamento planetario che coinvolge il Sole, la Terra, Marte, Giove, Urano e la fantomatica nana bruna “Tyche”, la cui esistenza è ancora da confermare definitivamente da parte della Nasa alle prese con le verifiche dei dati trasmessi dal satellite WISE. Inoltre c’è da aggiungere l’affaire Elenin, la cometa scoperta “solo” nel dicembre scorso, e che sta facendo letteralmente impazzire gli scienziati in particolare quelli russi che hanno allertato il Primo Ministro Medved. In più la Terra sta facendo in questi giorni una scorpacciata di raggi X che però a differenza delle altre volte sembra non provengano, come normalmente dovrebbe essere, dal sole…
Ma ritorniamo sulla Terra. Chiaramente la citazione precedente è un riferimento e ricordo alla reale apocalisse avvenuta pochi giorni fa in Giappone: uno dei terremoti più potenti della storia, almeno da quando esistono le misurazioni e relativo tsunami con conseguente pericolo nucleare dovuto ai danni causati alla centrale atomica di Fukushima, nella quale proprio oggi si è verificata una nuova esplosione.
E come se non bastasse anche il vulcano giapponese Shinmoedake ha ripreso la sua attività.
Non solo, ma recentemente e in tutto il mondo oltre alle strane, troppe, morie di animali, soprattutto uccelli e pesci, si stanno riscontrando la presenza di allarmanti, grosse crepe nel terreno, in alcuni casi senza attività sismica. Se non è davvero un’ora plumbea questa, poco ci manca, ma quel che conta è che davvero sembra esserci un senso solenne dopo un così grande dolore. Un dolore che non colpisce però solo fisicamente il corpo ma ogni singolo brandello dell’essere umano fino al più profondo dell’anima. Un’anima che sembra smarrirsi sempre di più, gelata da uno stupore quasi allucinante e che potrebbe davvero lasciarsi andare.

Commenti_la rovina delle anime

Ultraterrestre a Napoli

Ricevo dall’amico Pino Morelli e con molto piacere pubblico la locandina di questo eccezionale evento, in esclusiva e per la prima volta della tappa di Napoli di “Ultraterrestre”, convegni multimediali itineranti organizzati dallo stesso, instancabile direttore responsabile della rivista X-Times. Ringrazio inoltre, sempre il carissimo Pino, per l’opportunità che mi viene data, concedendomi, all’interno della stessa manifestazione, un piccolo spazio.

 LOC NAPOLI ULTRAT 21 MARZO.jpg

L’alba del giorno dopo

2012_We believe.jpgIl film di cui al titolo, diretto da R. Emmerich nel 2004 (al link la mia recensione L’alba del giorno dopo) è uno dei film più catastrofici della storia del cinema (ma lo è di più “Segnali dal futuro”) e il regista sembra averci preso gusto nel distruggere l’umanità e il nostro pianeta visto che tra pochi giorni uscirà l’apocalittico “2012”. Basta la parola, o meglio, il numero. Quella che segue è solo la mia opinione ed è possibile che la stessa potrebbe già essere stata espressa da altri, oppure che, nel sintetizzare abbia commesso qualche errore, tenendo presente che in rete (ma non solo) c’è di tutto e di più sulla fatidica data (leggere tutto quindi è impossibile), il giorno che, secondo il calendario Maya, segnerà la fine di un’èra: iniziata oltre 3.000 anni prima di Cristo, si concluderà appunto il giorno del solstizio d’inverno del Natale 2012, dopo 5125 anni (fine del 13° ciclo Baktun) del “Computo Lungo”. Con il termine della quinta èra, si concluderà anche 1 anno galattico che dovrebbe durare (per quanto detto, il condizionale è d’obbligo e più o meno a seconda delle teorie e dei diversi calcoli), 25.620 anni: tanto, infatti impiega il sole ad attraversare le 12 case dello zodiaco. Non solo, ma in quel preciso giorno il nostro pianeta ed il Sole saranno allineati con il centro della Via Lattea. Viene dato credito, ultimamente sembra che anche gli scienziati della Nasa si stiano adeguando, al calendario Maya perché, millenni fa hanno saputo predire l’eclissi di sole dell’agosto 1999, sbagliando solo di pochissimi secondi! Inoltre altri popoli e civiltà antiche parlano anch’esse di immani catastrofi che, ora, sarebbero dietro l’angolo. Si spera che non accada nulla, ma eventi catastrofici, come il diluvio, sono già successi in passato e se noi ne abbiamo memoria significa che qualcuno è sopravvissuto; poi ci sono gli eventi catastrofici, quelli di livello estintivo (E.L.E., vedi il film “Deep Impact”) dove non avremo scampo e riferiti a potenti tempeste solari che farebbero collassare il campo magnetico terrestre invertendone i poli. Questi eventi però, possono verificarsi in qualunque momento, tuttavia c’è un altro evento non catastrofico e/o estintivo, che si può includere nella sfera del metafisico: molti sostengono che il 21.12.2012, quando cioè la Terra sarà allineata con il centro della galassia, da questo partirà un’onda di energia quantica che arriverà sulla Terra e attraverserà ogni cosa vivente, cambiando radicalmente e per sempre la coscienza degli uomini, inaugurando una nuova èra di pace e di fratellanza universale. Quindi quel giorno fatidico sarà semplicemente un cambio di data e la fine del mondo per come lo conosciamo (le antiche civiltà avevano una concezione ciclica del tempo, una ruota, a differenza di oggi che il tempo viene concepito come una freccia che dal passato và verso il futuro). Comunque, a me non interessa tanto il 21 dicembre 2012, ma il “day after”, il giorno dopo: come sarà “L’alba del giorno dopo”, su quale Terra splenderà il nuovo sole? Se dovesse mai succedere l’irreparabile, così sia, vorrà dire che mi siederò su una collina a godermi l’ultimo spettacolo o il primo del nuovo mondo e se mai dovessi vivere un altro minuto, un solo altro minuto, prego il Dio che è nel “più” alto dei cieli di viverlo in un mondo diverso, non come questo. Se si dovesse dare ascolto agli antichi i tempi sono vicini perchè tutto succederà quando «il materialismo avrebbe trionfato sulla simbiosi tra uomo e natura» (Profezia Maya, dalla trasmissione “Mistero”). Mi auguro, infine, che il nostro mondo cambierà «ad un livello tale, che non si potrà più tornare indietro. Non so se la vittoria sia possibile, so che saranno richiesti grandi sacrifici, e poiché il destino dei più, dipenderà da pochi, dobbiamo tenere ancora duro» (da “X-Men III”). Non sono uno che gode nel vedere la fine di tutte le cose, ma «nella situazione attuale l’umanità si merita un grosso spavento». Molti chiaramente non saranno d’accordo, ma tant’è, e come si dice: ai posteri l’ardua sentenza, però in questo caso, i posteri, potremmo essere noi…