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Covid-22: i sopravvissuti

No, non è un errore, c’è scritto ventidue che logicamente sta per 2022. Perché? Innanzitutto nel precedente post (relativo al Covid), mi chiedevo: «Altrimenti perché mettere una data (l’anno), dopo il nome…». In pratica, che probabilmente non ci sbarazzeremo tanto facilmente del virus.
Poi alcuni fatti concomitanti, hanno attirato la mia attenzione: la notizia(1) che il nostro PIL, comincerà a salire tra tre anni, cioè nel 2022, le proteste, dovute al malcontento, con la gente in strada purtroppo non solo esasperata (ribadisco che aborrisco ogni forma di violenza), infine all’ospedale San Luigi di Orbassano (Torino), l’aumento dei ricoveri ha portato a scegliere come soluzione anche la chiesa del nosocomio, oltre alla sala convegni, come spazio dove posizionare i letti (fonte Ansa).

Nella locandina, la folla alle prese con le spalatrici

Ebbene, tutto questo, mi ha fatto tornare alla mente il film 2022: i sopravvissuti, uscito nel 1973 per la regia di Richard Fleischer (autore già di Viaggio Allucinante, 1965) e interpretato dal grande Charlton Heston, in quegli anni vera star della fantascienza cinematografica, protagonista de Il pianeta delle scimmie (F. J. Schaffner, 1967) e poi di 1975: Occhi bianchi sul pianeta Terra (B. Sagal, 1971).
Personalmente considero l’opera di Fleischer, un piccolo capolavoro, cult lo è già e oltre a non mancare nella videoteca di ogni appassionato (è disponibile per l’HV e in streaming), dovrebbe essere visto da tutti quelli che sono preoccupati per l’epidemia e che hanno a cuore il futuro della Terra.
Nel film appunto, il nostro mondo è al collasso, sia climatico che economico, la maggior parte della popolazione costretta a subire emarginazione, fame e una sorta di schiavitù sociale. La sceneggiatura è adattata sul romanzo di Harry Harrison Make Room! Make Room! (Largo! Largo! Editrice Nord, 1972), ed ispirato a una ricerca del prestigioso MIT di Boston (notizia che non sono riuscito ad approfondire), che narra di un futuro distopico «condizionato dalle scelte dei potenti e pronto a condannare i deboli a un’esistenza di afflizione e prostazione»(2).
Le immagini, che fanno da incipit, ci raccontano, in un come eravamo in bn, dalla società contadina fino all’espansione demografica, la rivoluzione industriale a colori, con le metropoli affollate, il traffico, l’inquinamento ambientale, rifiuti, ciminiere, ecc. fino allo skyline di New York, divenuta capitale unica del pianeta con 40 milioni di abitanti, frame virato in verde su cui compare il titolo Soylent Green (così vengono chiamate le gallette altamente nutritive, apparentemente preparate con il Plancton Marino), che è il titolo originale del film tratto dal racconto. In questo allucinante futuro, un’umanità allo sbando vaga per le strade alla continua ricerca di cibo, e proprio in una delle distribuzioni pubbliche, gli agenti, per disperdere la folla esasperata, usano come deterrente… le spalatrici, trattando la popolazione come sacchi di rifiuti!

Charlton Heston è il detective Thorn

Inoltre, farsi una doccia è un sogno, possedere un letto è un lusso (ogni locale, persino le chiese, sono dormitori, come le scale nei palazzi), e pranzare decentemente, magari acquistando un bel pezzo di manzo, è prerogativa dei pochi ricchi. La off-screen voice: «Primo segnale di sfollamento, tra un’ora le strade devono essere evacuate dalle persone prive di permesso speciale».
Vi ricorda qualcosa?.. Certo che sì, per fortuna non siamo ancora in un sistema alla 1984, alla Grande Fratello o peggio come nel film L’implacabile (The Running Man, P. M. Glaser, 1987), la voce fuori campo, ricorda ai cittadini che si ottengono crediti anche: «per ogni amico o parente denunciato»! (L’esclamazione è mia). Quella del 2022 è un’umanità stanca, rassegnata, ben lontana dal risveglio delle coscienze tanto auspicata da molti; una umanità che corre veloce verso «un binario morto»(3), descritto in un futuro «iper realistico»(idem), quasi anticipatore della realtà.
I Sopravvissuti è anche il titolo di un serial tv, prodotto dalla BBC nel 1975, nei 39 episodi della serie, creata e scritta da Terry Nation e diretta alternativamente da P. Roberts e G. Blake. Dopo un incidente di laboratorio, un virus mortale, provoca un’influenza che si sparge rapidamente per il mondo; l’epidemia, senza precedenti, uccide quasi totalmente la popolazione umana; nessuno sembra in grado di fermare il virus e ancora una volta i pochi superstiti, lottano per la ricerca di cibo. I titoli dei due primi episodi, sono presi direttamente dalla Bibbia: Il quarto cavaliere e La Genesi.
In questa breve panoramica, certo non poteva mancare Hollywood, che forte di una lungimiranza finanziaria ed economica, con idee basate su fatti concreti che indirizzano le proprie scelte su binari sicuri, il film, in fase di post produzione (qui il trailer), dallo strano titolo, Songbird è diretto da Adam Mason e prodotto da Michael Bay (The Rock, Armageddone The Island, tra gli altri). L’azione si apre su una desolata Los Angeles, nel 2024, dove la popolazione affronta la mutazione del virus, COVID-23, chiusa in casa si deve ricorrere all’autoscansione: «Per venire controllati dalle forze dell’ordine, in quanto chi risulta contagiato viene prelevato con la forza per essere messo in immensi campi di quarantena»(4).
Il tutto fa ipotizzare che potremmo essere vicini a quella che è stata definita una “dittatura sanitaria”, dove il fine ultimo è l’individuare e brevettare un vaccino, nel minore tempo possibile, il che fa supporre che il virus potrebbe aver visto la sua luce, già da diverso tempo rispetto al suo sdoganamento, tenendo presente che, qui da noi, i ricercatori si lamentano dello scarso accesso e della poca, anzi pochissima, trasparenza sui dati(5). E visto che c’è addirittura chi nega tutto ciò, come i negazionisti con le loro manifestazioni, posizione lontana da chi scrive, più propensa al complottismo, ritenuto più attendibile, per diversi fattori, ecco che in aiuto, arriva il direttore di Radio Maria: «Il coronavirus è un progetto criminale di élites mondiali per eliminare chi non ci sta e ridurci a zombie», padre Livio così continua: «Questa epidemia è un progetto non casuale, che non viene dai pipistrelli o dal mercato di Wuhan. Si è sviluppata come un progetto ben preciso per colpire l’Occidente, forse non solo dalla Cina»(6).
Concludendo così come abbiamo iniziato, in 2022: i sopravvissuti, nell’allucinante ma splendido finale, che non rivelerò, supportato dalle note della Sinfonia n.6 (Pastorale) di Beethoven, riporto di seguito, in forma più essenziale, due significative discussioni.
Dialogo tra l’uomo libro (l’assistente del detective Thorn/Heston), e la Presidente del consiglio dell’Ente Supremo:

– «È orribile». «Eppure è così».
– «Non riesco a crederci». «Ci creda… le prove sono schiaccianti, non c’è dubbio».
– «Oh Dio…». «Quale Dio? Riusciremo mai a trovarlo?».

Dialogo tra l’uomo libro (che si reca al Tempio per l’eutanasia) e Thorn, che guarda stupito le splendide immagini di un pianeta ormai morto:

– «Vedi cosa ci hanno tolto?». «Chi gliel’ha permesso?».
– «Noi!».

Covid-19: Il domani tra di noi

Dopo sei articoli sui virus (più uno specifico sulla SARS), il primo pubblicato nel 2003 sulla rivista Stargate Magazine n°13 (titolo: Virus Versus), poi il secondo (Virus Versus 2: il possibile ritorno) sul sito DNA Magazine (non più presente in rete) e i restanti tutti su questo blog: il terzo Virus Versus 3: Ultimatum; il quarto: Doomsday, il quinto: World War e l’ultimo, il sesto con Countdown,  avendo esaurito quasi tutti i termini catastrofici, (manca solo Apocalipse) ho scelto, non a caso, un titolo non ad effetto, ma più significativo.
Certo avrei potuto far man bassa sui titoli di film di fantascienza, come ad esempio Virus Letale (W. Petersen, 1995) o 28 giorni dopo (D. Boyle, 2002), con la, mai citata abbastanza, frase: «La storia dell’uomo sulla Terra… l’umanità dura solo da pochi istanti, nell’arco di tempo terrestre, quindi se l’uomo scomparisse, tutto tornerebbe alla normalità». Oppure Contagion (S. Soderberg, 2011), considerato il più attendibile dal punto di vista scientifico perché lo stesso regista e lo sceneggiatore si sono avvalsi della collaborazione dei più famosi virologi per rendere la storia più credibile e plausibile(1).
Il titolo scelto, Il domani tra di noi, sebbene il film non sia di fantascienza (tit. orig. The Mountain between us), é allo stesso tempo evocativo, ma proiettato verso il futuro (il domani), inoltre dà un senso di speranza, nell’aspetto forse più importante e decisivo per la lotta alla pandemia: il tra di noi. Il film, per la regia di Hany Abu-Assad (2017), interpretato dalla titanica Kate Winslet, può essere usato come metafora per stigmatizzare il periodo che l’intera umanità sta vivendo.

un’intensa immagine dei due protagonisti di Il domani tra di noi

Dal trailer: «durante la tua esistenza, conoscerai persone che non incideranno sul corso delle cose, ma uno sconosciuto potrà cambiare la tua vita per sempre»(2).
In realtà le persone che invece hanno inciso e incidono sulla vita dei pazienti sono il personale infermieristico e dei medici -di fatti l’altro protagonista del film é un medico; ed é vero che uno sconosciuto può cambiare la vita di ognuno di noi per sempre: basta un semplice starnuto di un passante e il gioco é fatto.
Nel film i due protagonisti viaggiano su un piccolo aereo (la Winslet, copre il ruolo di una fotoreporter, professione cruciale per la diffusione delle notizie), che precipita sulle montagne del Colorado e capiscono che possono contare solo l’uno per l’altra, se vogliono salvarsi, scalare le montagne (la pandemia) e tornare alla civiltà, alla loro vita quotidiana. La tagline recita: «quando non ci sarà più speranza; non smetteranno di credere l’uno nell’altra», che é esattamente quello che siamo chiamati a fare, mai perdere la speranza nell’uno con l’altro. Di conseguenza la situazione che affrontano i due protagonisti, soli, su un territorio inospitale, fatto di montagne innevate, di freddo e natura selvaggia, rappresenta il confinamento; l’impossibilità di essere soccorsi, il distanziamento sociale, che é quasi un ossimoro, perché in realtà nasconde un ben altro significato, in quanto si dovrebbe parlare di distanziamento asociale, come detto é metafora di ciò che stiamo vivendo, e non crediate che abbiamo superato già le montagne e siamo in vista della meta.
Come dice, in un’intervista(3) il regista: «la capacità degli esseri umani, lo spirito degli esseri umani può fare molto, può (farti, nda) sopravvivere, essere in grado di amare, essere in grado di sacrificarsi, essere in grado di essere buono. Lo spirito che consente loro di diventare essere umani migliori… il rapporto tra loro e la natura, tra loro e la civiltà, quando tornano alla civiltà, cambia la loro prospettiva, su come si sentono, cosa pensano».
E allora sebbene sarebbe opportuno ripercorrere le varie fasi che hanno caratterizzato questo periodo critico, mi limiterò ad analizzare una frase, molto abusata e a volte usata a sproposito: la realtà supera sempre la fantasia. Non sono per niente d’accordo. Ecco perché: «La fantascienza non deve rassicurare, ma sconvolgere. Non deve raccontare il Paradiso che ci aspetta, ma tracciare le mappe dell’Inferno in cui viviamo»(4). Ebbene, non siamo neanche lontanamente vicini a ciò che descrive la Science Fiction.
Tutti i film (come pure i romanzi), illustrano un mondo post apocalittico, quando cioè l’uomo è giunto alla fine (o quasi), del suo percorso sulla Terra. Un mondo in cui la pandemia ha mietuto vittime in tutti i continenti e in gran numero, in altre parole: una ecatombe, con l’umanità ridotta ad un manipolo di uomini che vagano alla ricerca di cibo e un posto sicuro dove stare. Di conseguenza la potenza (leggi mortalità) di un virus a livello globale, descritto nella fantascienza, non ricalca ciò che sta succedendo, neanche con la febbre spagnola cento anni fa, ma mai abbassare la guardia, i nuovi focolai quello dicono in realtà, e quindi la situazione potrebbe peggiorare da qui a qualche mese e diventare davvero una vera pandemia.
Altrimenti perché mettere una data (l’anno), dopo il nome…
E allora dire che la fantasia, qui la fantascienza, é sempre superata dalla realtà è un errore grosso e grossolano, parafrasando almeno concettualmente, il grande scrittore Frank Herbert (autore di quell’immenso affresco FS che Dune) é soltanto una sorta di protezione del nostro cervello: «Un meccanismo protettivo che ci difende dai terrori del futuro»(5). Ma é fondamentale mettere a fuoco un altro aspetto, un particolare punto di vista che ci é utile in un contesto dove mancano elementi chiari e la verità è sempre lungi dal divenire.
«In un mondo con una forte pulsione immanentistica come quello attuale, la dimensione dell’Oltre diventa una risorsa rivoluzionaria e pericolosa per i materialismi di massa. Il cinema (come la fantascienza, nda) con la sua immediatezza, ha l’importante funzione di dare forma, ancorché semplificata, al bisogno intimo e verticale dell’uomo – oggi vietato, negato e represso – di oltrepassare la sua realtà, all’interno di un contesto di società e di pensiero che invece ci vuole totalmente immersi in una realtà orizzontale, dominata dalla dialettica servo-padrone e dalla centralità di ruolo del denaro (omissis). Solo il matto, solo l’alienato, solo l’escluso dalla rigida logica positivistica (omissis) saprà cioé guardare (omissis) e scorgervi i riflessi di una Bellezza che non è di questo mondo»(6).
Ecco che, il presidente USA D. Trump, prima snobba l’avvertimento dei servizi segreti sul reale pericolo del virus, poi accusa la Cina, infine dichiara, in pieno lockdown, che l’economia poteva ripartire anche a costo di un numero accettabile di vite umane…
Inutile affermare che se si arriva a questo c’è veramente qualcosa che non va, il virus ha messo a nudo tutte le falle del sistema: la legge del profitto a tutti i costi, é ben radicata nella cultura occidentale, perché ha radici molto profonde.
La mondializzazione, termine caro a Bill Clinton di «processi egemonici adeguati nell’ambito della società internazionale…», senza peraltro dimenticare il «peso delle nuove tecnologie… della vulnerabilità e della sicurezza… delle strategie dell’informazione, indissolubili dalle questioni spaziali», fino al controllo della natura, serve, in pratica, per avere «everything under control»(7).
Come scrissi nell’articolo Shaping The World (pubblicato sul sito Oltrenews, non più presente in rete, che é anche il titolo del paragrafo del libro di cui alle citazioni precedenti), scenari quasi da fantascienza, dove nulla può essere dato per scontato. Ma dobbiamo andare ancora un po’ indietro nel tempo: il Presidente Eisenhower con un “Executive Order” segreto (1957), ordinò di esaminare tali scenari e il gruppo di studio, la Jason Society, «elaborò tre proposte chiamate Alternativa 1, 2 e 3».
Per chi volesse sapere a cosa si riferiscono le Alternative 2 e 3, può leggere qui l’articolo, quella che ci interessa, nel contesto, che stiamo sviscerando é l’Alternativa 1: oltre all’uso di dispositivi nucleari da far esplodere nella Stratosfera, in modo che l’inquinamento potesse uscire dalle buche così create(!), ipotesi scartata per i cosiddetti danni collaterali che tale azione avrebbe prodotto. L’Alternativa prevedeva una drastica riduzione della popolazione mondiale provocando una guerra, una finta calamità naturale (come la caduta di un asteroide) o più propriamente, lo sdoganamento di un virus pandemico, questo sempre per limitare i danni e assicurare ai pochi rimasti post-calamità una decente qualità della vita!
Inoltre, «Il 24 aprile 1974, venne pubblicato, con la firma di Henry Kissinger, il “National Security Study Memorandum 200″, che venne indirizzato, tra l’altro, al presidente americano Gerald Ford, ai Ministeri della Difesa, dell’Agricoltura, al Direttore della CIA e agli amministratori della AID (Agency for International Development). Il “Memorandum” è (omissis) uno studio sull’impatto della crescita della popolazione mondiale sugli interessi strategici esteri americani…»(8).
Poco prima che il virus si espandesse, il 18 ottobre 2019, a New York, il Johns Hopkins Center for Health Security” in collaborazione con il World Economic Forum” e la “Fondazione Bill & Melissa Gates” hanno ospitato l’Event 201: «una simulazione di pandemia globale (omissis) e aveva lo scopo di gestire e ridurre le conseguenze economiche e sociali su larga scala di un’eventuale epidemia virale»(9).
La coalizione conosciuta come Big Pharma, sta lavorando alacremente per trovare una cura, ma nel film Virus Letale (citato all’inizio), i militari vogliono bombardare la cittadina da loro assediata, per preservare la loro potente arma batteriologica.
Mentre ne La città verrà distrutta all’alba (B. Eisner, 2010), remake del capolavoro di G. A. Romero (1973), dopo l’occupazione, le recinzioni, le gabbie per i positivi, il coprifuoco e le fosse comuni, la bomba cade sul piccolo centro distruggendo tutto perché… é più sicuro così!
Breaking News: proprio mentre posto l’articolo, leggo una nota dell’Agenzia Ansa, in Israele per arginare i contagi è sceso in campo l’esercito perché il Ministero della Sanità ha fallito!
Tornando all’Event 201 (nell’articolo citato alla nota 9), l’autore, così continua: «Dietro questo movimento ci sarebbe la “Moderna Inc.” una corporation nata a Cambridge nel 2010, che collabora con multinazionali del calibro di Astrazeneca e Merck, con la Fondazione Bill & Melissa Gates e con il Darpa (Defense Advanced Research Projects Agency) cioè con l’Agenzia del Dipartimento della Difesa americano che si occupa di ricerche militari…». E dov’è che gli interessi americani impattano sulla crescita della popolazione mondiale se non in Cina? Il laboratorio di Wuhan, inaugurato nel 2017, ha un livello di biosicurezza BSL-4, che é il più alto, lo scopo dichiarato é quello di combattere le più serie minacce biologiche sul pianeta, quindi é perlomeno plausibile che l’nCov-2019, possa essere uscito da lí…(10).
Nel film The Constant Gardener – La Cospirazione  (F. Meirelles, 2005), lo slogan della multinazionale farmaceutica é: «the world is our clinic»; o altrimenti: una persona sana é un malato che non sa ancora di esserlo! Quindi come si può notare ci sono diverse riflessioni da fare e siccome sto trattando di Science Fiction per realizzare un post che andrà su un blog dove la fantascienza é uno dei motori trainanti, non posso esimermi dal fare riferimento alle “questioni spaziali”, precedentemente menzionate.
Nel romanzo Andromeda scritto dal grande Michael Crichton nel 1969, l’autore ipotizza che il virus provenga dallo spazio: un satellite cade nei pressi di una cittadina falciando all’istante tutta la popolazione, tranne due superstiti.
«Ma quello più terrificante relativamente a questo genere di letteratura, è quello scritto dal Global Preparedness Monitoring Board (GPMB), una commissione indipendente di quindici esperti internazionali convocata da OMS e Banca Mondiale. Secondo questi esperti, uno scenario possibile è la comparsa di un virus, di origine sconosciuta, in grado di propagarsi per tutto il mondo per via aerea, che nel giro di 36 ore potrebbe uccidere circa 80 milioni di persone (omissis). Le conseguenze di una tale catastrofe, ci raccontano gli esperti del GPMB, si sentirebbero anche in economia, con il calo del PIL globale, che porterebbe altre morti, forse a milioni»(11).

una flotta di Ufo, avvistata dalla ISS?

Ricordate la questione dei “buchi” nella Stratosfera?
Nei mesi scorsi é stata pubblicata la notizia che causa un “disturbo” nella magnetosfera, siamo stati esposti alle pericolose radiazioni spaziali. La NASA subito si è affrettata a chiarire che é tutta opera del Sole, anche se questo è nel suo periodo minimo di attività.
Un’altra teoria, forse più probabile è che tale apertura é stata creata da un “oggetto” o da una serie di “oggetti”.
Poi sembra che, in piena pandemia, oggetti volanti sono stati avvistati a flotte, come si vede dall’immagine a lato, alcuni sostengono che ci sia anche un filmato dalla Stazione Spaziale internazionale. Solo una coincidenza?(12).
Durante tutta la nostra storia, nei momenti cruciali dell’umanità spesso si sono avuti avvistamenti, il cui ricordo é stato immortalato in numerose opere d’arte, nella fattispecie, diversi quadri.
Siamo in una fase delicata della vita dell’uomo sulla Terra, e questo purtroppo non viene evidenziato abbastanza, a tutto vantaggio degli stolti che prendono sotto gamba qualsiasi avvertimento, non solo ma sarà «il ritorno alla quotidianità il vero banco di prova della propria capacità di adattamento»(13).
Tutto questo però «non fa altro che ricordare all’uomo, l’implacabilità di Madre Natura»(14), o di Gaia, per chi, come lo scrivente, crede che il pianeta Terra, sia in realtà un essere vivente. Un essere vivente a tutti gli effetti che soffre per colpa di quella balla spaziale, o se preferite di quella sporca bugia, di quella strana invenzione che la scienza chiama homo sapiens.

Note:

1.Cfr.https://www.comingsoon.it/cinema/news/contagion-perche-e-il-film-piu-accurato-scientificamente-di-tutti-quelli/n104624/
2.https://www.comingsoon.it/streaming/news/il-domani-tra-di-noi-i-dispersi-kate-winslet-e-idris-elba-in-streaming-su/n105626/
3.https://www.comingsoon.it/film/il-domani-tra-di-noi/53724/video/?vid=27777
4.Meredith Burton, in Ken Parker Magazine, pag. 4, Bonelli Editore, 1995.
5.Frank Herbert, dalla Raccolta dei detti di Muad’Dib, della Principessa Irulan, p. 299, Nord).
6.https://www.filmtv.it/playlist/715856/i-piu-bei-film-metafisici/#rfr:none
7.Jean-Michel Valantin, Hollywood, il Pentagono e Washington, Fazi Editore.
8.Summary of National Security Study Memorandum 200. Memorandum 200: il genocidio diventa politica estera americana, tratto dal libro di Franco Adessa, «ONU: gioco al massacro». In http://www.disinformazione.it/memorandum200.htm.
9.https://disinformazione.it/2020/01/26/lesercitazione-event-201-e-il-virus-cinese-uscito-da-un-laboratorio-militare/
10.idem
11.https://www.fantascienza.com/25481/wuhan-e-il-romanzo-della-pandemia-globale
12.https://www.segnidalcielo.it/incredibile-aumento-degli-avvistamenti-ufo-durante-la-pandemia/
13.https://www.mymovies.it/film/2017/themountainbetweenus/
14. idem

Credit
Immagini tratte da:
www.comingsoon.it
www.mymovies.it
www.disinformazione.it
www.segnidalcielo.it

Light of my life: un’avventura d’amore

La prima parte del titolo (Luce della mia vita) è una frase tratta dall’Andromaca, opera teatrale scritta da Euripide, mentre la restante potrebbe essere benissimo la sintesi del film scritto, prodotto, diretto e interpretato da Casey Affleck (fratello minore del più famoso Ben).
Nelle interviste, disponibili su vari siti specializzati, è lo stesso Casey a dichiarare che ha iniziato a pensare alla storia già dieci anni prima, quando i suoi bambini erano ancora piccoli, evidenziando quindi il rapporto tra genitori e figli -in particolare del distacco tra un padre e la figlia femmina (come nel film), descrivendone l’amore reciproco. Invece per quanto riguarda l’avventura, non si può definire tale perchè è più pertinente parlare di sopravvivenza. I due protagonisti, padre e figlia (C. Affleck e la sorprendente Anna Pniowsky), sono costretti a vagare in un mondo semidesertico, dopo una sorta di apocalisse, dovuta ad un virus che ha sterminato quasi tutta la popolazione femminile della Terra e, per questo motivo, il padre deve cercare di difendere, nascondendone il sesso, la figlia undicenne dalle predazioni degli altri uomini. Inoltre il lavoro di C. Affleck, per ovvii motivi, può essere considerata un’opera che contiene in essa quasi una denuncia, nell’epoca del #Me To, al femminicidio. Nei dialoghi, spesso serrati, si denota un marcato riferimento alla moralità e all’etica e si intravede una flebile luce alla fine del tunnel: sopperire alla mancanza di donne, clonando quelle poche rimaste in vita. Il cinema, in particolare di fantascienza, spesso si confronta con storie distopiche, quando cioè per causa propria o per cataclismi naturali, il mondo viene presentato allo stremo. I pochi superstiti sono costretti quindi a vagare, spesso senza meta se non quella di trovare un posto tranquillo ove rifugiarsi, in un mondo spoglio, tetro e dove il vivere quotidiano, è intriso di tristezza e malinconia. È ciò che si prova guardando Light of my life. Il viaggio, se così si può dire, è una sorta di lenta agonia, dove la desolazione però non è tanto per il mondo che cade a pezzi, ma piuttosto la desolazione intima dell’essere umano, una situazione disperata che colpisce peggio di un pugno nello stomaco.
Diversi sono i film più o meno simili, come in The Road (J. Hilcoat, 2009), dove un intenso Viggo Mortensen, protegge e prepara il figlio a quando egli non ci sarà più; con le atmosfere e un impianto simile a I figli degli uomini di A. Cuaròn (2006) qui invece l’umanità si trova sull’orlo del baratro perché le donne non possono più procreare.
Il film inizia con una lunga sequenza, in cui all’interno di una tenda, alla luce, fioca, di una lampada il padre racconta le favole della buonanotte alla figlia. L’intento è chiaro: far distrarre la ragazzina dalle pene quotidiane, imbrigliando la mente per cercare di alleviarle il tormento che lentamente affiora nel conscio, mettendo in discussione proprio il rapporto fra padre e figlia: scopriranno che sono femmina, se tu (il padre) morirai, che ne sarà di me? Quest’ultima locuzione potremmo quasi definirla come una sorta di pessimismo cosmico, dove le sofferenze della ragazzina, che si appresta ad entrare nell’età della pubertà, sono le nostre paure ancestrali, quando siamo costretti a pensare al nostro, poco roseo, futuro. Nei flash back, impostati come in Io sono leggenda (F. Lawrence, 2008), per lo più incentrati sulla moglie poco prima che si ammalasse e morisse, Affleck, lo concepisce quasi come una velata richiesta d’aiuto: che ne sarà di me, di noi, riuscirò a proteggere nostra figlia?
A volte penso che se dovesse succedere mai un cataclisma, una catastrofe, qualcosa di apocalittico, se fossi o meno in grado di cavarmela. Saprei trovare un posto in cui stare tranquilli, riuscirei a trovare il cibo tra tanta miseria e sarei in grado di proteggere i miei cari? E l’acqua, i medicinali?
L’opera di Affleck, seppur a fatica -manca l’azione, immagini statiche ad aumentare la claustrofobia della vita randagia nei boschi, ai margini della città e quindi della civiltà, scivola lenta fino al finale, senza colpo di scena, senza il tripudio di scene spettacolari, ma con un semplice abbraccio e sono sicuro che, tutti quelli che hanno assistito o assisteranno alla proiezione, penseranno a questo gesto di affetto universale.

Fonti e Credits:
www.mymovies.it

2019: the future is now!

Il mio primo contatto con la Fantascienza (FS) avvenne, come per molti della mia generazione, a metà degli anni settanta, con la serie cult Spazio 1999. La tv era ancora in b/n, ma la creatività degli autori, i coniugi Gerry e Sylvia Anderson, seppe suggestionare i telespettatori, facendoli quasi toccare la Luna con un dito. In fondo lo sbarco dell’Apollo 11, se mai ci sia stato (vedi qui), era avvenuto pochi anni prima della produzione della serie tv, ma guardare la Base Lunare Alfa, le candide divise bianche dei protagonisti e soprattutto le porte scorrevoli che si aprivano e chiudevano automaticamente al passaggio e che alcuni anni dopo sarebbero state installate ovunque e, infine i comunicatori altrettanto funzionanti (non quelli di Star Trek), quasi cellulari ante litteram, sembravano proprio di un altro mondo. Il binomio titolo, film o romanzo che sia, e un numero ad indicare l’anno, nella FS, è quasi indissolubile (come leggere un racconto o un fumetto legato alla Science Fiction), rendeva il tutto più intrigante e coinvolgente dato che la domanda che tutti ci ponevamo all’epoca, ma ancora oggi, è: “quello che sto guardando accadrà un domani?”. Questo che segue è una breve digressione sui film di fantascienza che hanno all’interno del titolo un anno, oppure sono ambientati, in un anno specifico.
Esattamente un anno prima dell’allunaggio uscì al cinema il film dei film di FS: 2001 Odissea nello spazio di S. Kubrick. Il mondo degli appassionati e non restò sbalordito dalla coerenza scenica: la salita sottosopra della hostess, la stessa che prende la penna che fluttuava a mezz’aria, cose da restare a bocca aperta, in particolare se si pensa che Kubrick per girare la scena ricorse ad un adesivo sperimentale incollato su un vetro con la penna e, in realtà era il vetro che girava davanti alla cinepresa. L’evoluzione della razza umana, ad opera del monolito nero, a rappresentare l’intervento di un’intelligenza superiore, fino a Giove e oltre l’infinito.

Una scena di 2001, al centro i “tablet”

Nel film compaiono una sorta di tablet, quasi come quello con il quale sto scrivendo il post e che poco tempo fa ha portato in tribunale i colossi Apple, che rivendica la paternità dell’invenzione, e la Samsung che ha fatto ricorso alla cosiddetta prior art(1). L’intelligenza superiore (divina o extraterrestre) si manifesta nel seguito ufficiale del capolavoro kubrickiano e cioè 2010: l’anno del contatto (P. Hyams, 1984), dove il sorprendente finale, non solo fa capire che tale intelligenza esiste, ma la stessa veglia da sempre sulla razza umana, dandogli l’ennesimo comandamento, prima che Giove stesso diventi una stella: il messaggio dice che tutti questi mondi sono nostri tranne il satellite gioivano Europa, sul quale l’uomo non deve atterrare, per nessun motivo. Una sorta di Eden? E una sorta di Eden spaziale sono le astronavi di 2002: la seconda odissea (D. Trumball, 1971) che si ricorda solo per la forte valenza ecologica, visto che le astronavi trasportano, come in un’arca, tutte le specie, stavolta, vegetali. Ritornando a Kubrick purtroppo egli morì prima del “suo” 2001, nel 1999, anno fatidico non solo per la cinematografia di FS, ma per tutta l’umanità visto che ci sarebbe stato il cambiamento di tutte e quattro le cifre che compongono gli anni. In 1999: conquista della Terra (J. Lee Tompson, 1972) quarto capitolo della fortuna saga de Il pianeta delle scimmie, che prendono possesso del pianeta: la saga che ha avuto vari remake e prequel/sequel arriva fino all’Anno 2670: ultimo atto girato dallo stesso regista nel 1973. Un’umanità «eccitata e spersa» festeggia il capodanno del 2000 in Strange Days, che sono i giorni che sembra stiamo vivendo oggi; il film è del 1995 girato dalla regista premio Oscar ed ex moglie di J. Cameron, K. Bigelow.
Ora è l’uomo ad aver paura di sè stesso e dei rischi che corre se continua sulla strada dell’autodistruzione.
Il film 2000: la fine dell’uomo (C. Wilde, 1970), parla proprio di inquinamento e relativa sopravvivenza della razza umana. La stessa umanità inoltre si è trovata a combattere contro un nemico quasi invisibile ma molto potente: i virus, scatenatesi, per colpa o accidentalmente, dalla creatura più intelligente che vive sul pianeta. È del 1963 il film L’ultimo uomo della Terra dell’italiano U. Ragona, il protagonista, l’attore Vincent Price, vaga da solo nel quartiere EUR a Roma la cui architettura aumenta in realtà la claustrofobia di un’opera eccezionale. Tratto dal romanzo di R. Matheson: Io sono leggenda, ha avuto diversi remake da 1975: Occhi Bianchi sul pianeta terra (1971), di B. Sagal con C. Heston, al capolavoro omonimo con Will Smith. E vera e propria leggenda è K. Russell ne 1997: fuga da New York, diventata nel frattempo un carcere a cielo aperto; il film di J. Carpenter è del 1981, ma chi di noi non ha la sensazione, oggi, di vivere in un carcere a cielo aperto con tutte le restrizioni e i controlli alla Grande Fratello? Il film sul romanzo best seller di G. Orwell 1984 (scritto nel 1948) si intitola Nel 2000 non sorge il sole (M. Anderson, 1956) e il suo remake diretto da M. Radford, uscito proprio in quel fatidico anno. Oggi tutto è sotto controllo, fra poco forse, ci faranno pagare persino l’aria -e non è una battuta, basta leggere il romanzo di Lorenzo Iacobellis: Oxygen(2).
Kevin Costner è protagonista e regista del film: L’uomo del giorno dopo (1997), il divo hollywoodiano cerca di far risorgere il servizio postale in un mondo postatomico, nel 2013 si trova a dover combattere contro una sorta di dittatore per liberare, quel poco di umanità rimasta, dallo schiavismo e ripristinare la democrazia: curioso, visto che tutto è iniziato dalle semplici mail.
Nella saga Ritorno al futuro (R. Zemekis) che copre più di un secolo (1885, 1955, 1985, 2015), oltre alle scarpe con gli autolacci, al giubotto che si asciuga da solo, allo skateboard anti gravità, si parla del meteo preciso al secondo(?), del fatto che le “poste” non lo siano altrettanto, e del sistema giudiziario: il figlio del protagonista viene arrestato, giudicato e condannato in due ore perché nel futuro «hanno abolito gli avvocati!».
Arriviamo al film e alla data di tutte le date, e che avrebbe dovuto cambiare il destino della razza umana: 2012, dal re, indiscusso, del catastrofismo R. Emmerich (2009). Fra lo sconquasso totale dei continenti secondo la teoria dello spostamento delle placche tettoniche (e i Segnali dal futuro ci sono tutti), il solo continente a salvarsi da mega onde e dalla traslazione dei poli è l’Africa. Un mònito per come viene stremata e per come stiamo affrontando la questione immigrati? E un mondo sovraffollato e ridotto alla fame viene rappresentato nel film 2022: i sopravvissuti (R. Fleischer, 1973): la popolazione è costretta a mangiare delle gallette verdi che si scopre alla fine essere prodotte con i cadaveri. In questo modo il sistema marcio, coglie i classici due piccioni con una fava.

Una scena di Blade Runner

Arriviamo così all’anno indicato come titolo di questo testo: il 2019. Non sono usciti film che hanno nel titolo quest’anno, ma quest’anno è l’anno di un altro capolavoro della FS cinematografica: Blade Runnerdi Ridley Scott.
Il film è del 1982: in una Los Angeles superaffollata e multietnica, diventata ormai uno stereotipo della metropoli del futuro, perennemente avvolta in un paesaggio cupo e piovoso; quindi, forte inquinamento, alterazione del clima, tutti fattori che concorrono a trasmettere, allo spettatore, un forte senso d’angoscia. Un mondo invivibile, quasi una metafora di questo attuale, dove il progresso sembra regresso. Ognuno è in bàlia del destino (da ricordare il sequel: Blade Runner 2049, di D. Villeneuve, 2017), in lotta con il prossimo, costretti a sgomitare per difendere il proprio, piccolo spazio vitale, sempre più minacciato, dall’uomo stesso, dall’ambiente e dalle macchine. La fuga è l’unico rimedio; l’auto sulla quale fuggono i protagonisti sembra proprio una macchina del tempo, ma non come quella de L’uomo che visse nel futuro (G. Pal, 1960), tratto dal romanzo The time machine di H. G. Wells, il protagonista, l’attore Rod Taylor arriva fino all’anno 802.701! No, non è un numero verde tronco, è proprio l’anno visitato dal crononauta: ma, sicuramente, come canta F. Guccini «noi non ci saremo».

Note:
1. https://www.tuttoandroid.net/samsung/samsung-vs-apple-samsung-cita-una-scena-di-2001-odissea-nello-spazio-24956/
2. L. Iacobellis, Oxygen, Delos Digital, Futuro Presente 19.

Fonti:
Giovanni Mongini, La Fantascienza sugli schermi, Perseo Libri, Bologna 2002.
Gianmaria Contro, Architetti del futuro, in Nathan Never – Almanacco della Fantascienza 2008, S. Bonelli Editore, 2008.
http://www.ilsecoloxix.it/p/magazine/2019/01/06/AD4uz6YD-previsto_visionari_asimov.shtml
http://www.ilsecoloxix.it/p/magazine/2019/01/02/ADZtP3SD-fantascienza_philip_runner.shtml

Credits:
https://www.serialclick.it/telefilm/6471/space-1999
https://www.youtube.com/watch?time_continue=5&v=JQ8pQVDyaLo
https://bladerunner.fandom.com/wiki/Themes_in_Blade_Runner

La minaccia silenziosa

Di invasioni principalmente aliene nel cinema di fantascienza ci sono e ce ne saranno ancora molte, non ultimo Arrival, nelle sale dal prossimo 19 gennaio. Dallo spazio è arrivato praticamente di tutto, extraterrestri di ogni forma e tipo a parte, sono giunti sul nostro martoriato (dal cinema e non solo) pianeta: virus, piante assassine, baccelli, dna che ha permesso la nascita di bambini superdotati, ma anche cervelli, materiale gelatinoso (blob), ecc. Ma che cosa succederebbe se la minaccia, arrivasse invece che dalla volta celeste, direttamente dall’ecosistema terrestre? Spoiler: per chi avesse la fobie degli insetti, in particolare delle formiche, si consiglia di non leggere più avanti. Già perchè le piccole bestiole a sei zampe sono considerate dagli esperti, l’insetto a più alto potenziale per divenire appunto una specie invasiva globale.
In un primo momento potrebbe sembrare una cosa ridicola: quante volte ci siamo soffermati a guardare quelle frenetiche creaturine entrare ed uscire velocemente da ogni formicaio? E quante volte, nel momento di schiacciarne una non ci siamo sentiti come un dio? Per molti infatti non rappresentano nemmeno un pericolo, al massimo un fastidio, quando infestano una casa, non sarebbe quindi nemmeno una guerra tra noi e loro, «ma uno sterminio» (La guerra dei mondi, S. Spielberg, 2005). Non è così. Nei giorni scorsi sono apparsi alcuni articoli (citati nelle fonti) che parlano proprio di questo particolare argomento che sembra fantascienza allo stato puro, e l’umanità, come nei classici film: Assalto alla Terra (G. Douglas, 1954), Furia bianca (B. Haskin, 1954), Fase IV: distruzione Terra (S. Bass, 1973), Marabunta: minaccia alla Terra (J. Charleston, 1997), e altri meno noti, potrebbe sembrare impreparata ad affrontare una simile minaccia. Tuttavia però gli scienziati che studiano il fenomeno, i mirmecologi(1) sono, e da parecchio tempo, già al lavoro. Quello che hanno scoperto è a dir poco sensazionale.

lepisiota_canescens

Ma facciamo un passo indietro, per una piccola grande storia tutta italiana. Negli anni ’60 l’intellettuale rivoluzionario antifascista Aldo Braibanti (la cui triste storia personale non è oggetto di questo testo), appassionato studioso delle formiche, tanto da essere considerato un vero esperto in materia, in un intervista, alla domanda del giornalista che gli chiese se un giorno ci potesse essere una guerra tra l’uomo e le formiche, Braibanti rispose che se il clima dovesse cambiare sarebbe un’ipotesi molto probabile(2). Inutile dire che il clima non sta, ma è già cambiato.
E i piccoli, silenziosi, animaletti, si sono, per così dire, subito messi in marcia. E sono addirittura due le formiche che stanno muovendo alla conquista del pianeta Terra. Entrambe appartenenti all’Ordine delle Hymenoptere e alla Famiglia delle Formicidae, sono rispettivamente la Lepisiota Canescens e la Linepithema Humile, quest’ultima inserita dagli esperti, tra le 100 specie più invasive del pianeta. La Lepisiota Canescens è originaria delle foreste etiopi, capace di formare delle super colonie che si possono estendere anche per quasi 40 km; lo studio, portato avanti dal Museo di Scienze Naturali del North Carolina dalla dott.ssa M. Sorger, ha dimostrato che la Lepisiota dopo aver invaso altri territori, sta avanzando in altri habitat, come terreni agricoli ma soprattutto urbani, prediligendo strade di recente costruzione e altre strutture.
La Linepithema Humile, invece è originaria del Sudamerica, nello specifico proviene dal bacino del fiume Paranà tra Argentina, Uruguay, Paraguay e la parte meridionale del Brasile.

linepithema_humile

Gli esperti la considerano come detto, temibile e altamente invasiva, infatti ora il suo dominio si estende anche al Nord America, all’Europa meridionale (Francia, Spagna, Italia), in Africa come in Giappone e fino all’Australia e alla Nuova Zelanda!
In tutte queste zone del mondo ha causato già seri problemi alle colture e persino agli animali. Avanzando, praticamente distrugge ogni cosa che gli capita a tiro, uccidendo senza pietà, in primis, le altre formiche autoctone, che non appartengono alla sua specie; come un esercito che procede compatto assimila al suo interno gli altri formicai della stessa specie combattendo unite.
Niente sembra ostacolare la pericolosa marcia: gli scienziati increduli si chiedono come questo sia possibile. L’incontrollata espansione è favorita altresì da un involontario, ma decisivo, intervento antropico alloctono(3): lo sviluppo, diventato globale, dei trasporti: navi, aerei, treni, tutto fa al caso. In pratica una Regina potrebbe finire accidentalmente nel bagaglio di ognuno di noi e il gioco è fatto.
Se qualcuno, come al solito avesse ancora dei dubbi per cose che sfuggono alla propria comprensione, tengo a precisare che il rapporto tra l’uomo e le formiche, lo studio e la loro osservazione, ha radici molto profonde che risalgono addirittura quasi all’inizio della storia umana: ne parlano il saggio re Salomone nella Bibbia (Proverbi: 6,6) e lo storico Plinio. Arrivando ai giorni nostri, nel 1952, Italo Calvino scrisse il racconto La formica argentina e sull’invasione di quest’ultima nella zona della riviera di Ponente ligure (fatto storico realmente accaduto). Nel romanzo egli racconta  il male di vivere, e il pericolo che viene dalla natura:  «Se lui ci avesse parlato di formiche […] noi avremmo pensato di trovarci contro un nemico concreto, numerabile, con un corpo, un peso. […] creature di quelle che si possono toccare, smuovere, come i gatti, i conigli. Qui avevamo di fronte un nemico come la nebbia o la sabbia, contro cui la forza non vale»(4).

Note e fonti:

  1. La mirmecologia è una branca della zoologia, o più precisamente dell’entomologia, che si occupa dello studio delle formiche, della loro evoluta vita sociale e di tutto quello che le riguarda (Wikipedia).
  2. Da Il giorno e la storia, Rai Storia, puntata del 05.12.2016.
  3. Per specie aliena, in biologia, si intende una qualsiasi specie vivente (animale, vegetale o fungo) che, a causa dell’azione dell’uomo (intenzionale o accidentale), si trova ad abitare e colonizzare un territorio diverso dal suo reale. In tal caso, si parla anche di specie alloctona (Wikipedia).
  4. https://it.wikipedia.org/wiki/La_formica_argentina

http://www.segnidalcielo.it/super-colonie-di-formiche-si-stanno-preparando-allinvasione-globale/
http://www.ilnavigatorecurioso.it/2016/11/09/la-guerra-mondiale-piu-rovinosa-e-in-atto-adesso-e-la-conduce-la-formica-argentina/

Photo credits: Wikipedia

Virus Versus 6: Countdown

Network di batteri

Network di batteri

Non pensavo che in così breve tempo sarei dovuto tornare sull’argomento virus/batteri, ma un fatto accaduto pochi giorni fa, che subito è balzato agli onori della cronaca, anche dei media mainstream, ha catturato la mia attenzione tanto da non poter fare a meno di scrivere il post che segue.
Questo è il sesto capitolo sui virus, ma mai come stavolta, forse la situazione non è solo teorica, ma indubbiamente pratica e seria ai massimi livelli.
Nello stesso momento che le strutture interessate in America scoprono che entro il 2050, i virus definiti “degli incubi” causeranno milioni di morti in tutto il mondo, il Dipartimento della Difesa statunitense ha annunciato che una donna in Pennsylvania ha contratto (non si sa ancora come) un super batterio che, purtroppo per noi, è resistente ad ogni tipo di antibiotico conosciuto. Non solo ma l’agente patogeno è resistente anche ai farmaci di ultima generazione, noti come “colistin”.
La preoccupazione degli scienziati è ai massimi livelli in quanto il “batterio degli incubi” ha una elevata percentuale, se contratto, di mortalità, arrivando nientemeno che al 50%. Questa razza letale di virus appartenente alla famiglia Escherichia Coli (o Mcr-1), individuata anche in Europa ed in Italia, secondo il parere del direttore del “CDC”, il Centro di Controllo sito ad Atlanta, il dott. T. Friedman, sta confermando che l’uso degli attuali antibiotici è arrivato ormai al capolinea.
Questo più o meno il quadro generale della situazione, aggravato anche dal fatto che due scienziati, Lipsitch e Galvani, rispettivamente delle università di Harvard e Yale, in un articolo hanno affermato che la stessa vita umana potrebbe essere in pericolo a causa di incidenti o smarrimenti di supervirus custoditi in laboratorio: qualcosa che non esiste in natura! Incidenti del genere ci sono già stati: uno a Parigi, dove il famosissimo istituto Pasteur ha “perso” duemila fiale contenenti il virus della Sars e l’altro in Texas, nel laboratorio nazionale di Galveston che ha “smarrito” un flaconcino contenente il virus Guaranito, un agente patogeno in grado di provocare una devastante febbre emorragica. Il virgolettato nella frase precedente è mio perché credo che la possibilità di perdere o smarrire accidentalmente roba del genere sia molto bassa a meno che… a meno che come accade fantascientificamente in alcuni film non sia un atto deliberatamente umano. Quindi a questo punto la domanda è: perché la notizia della donna che ha contratto il superbatterio è stato dato dal Dipartimento della Difesa Usa e non dal CDC o dall’OMS? Qualcuno infatti ha esternato che diffondere questo tipo di notizie è un grosso errore in quanto tutto ciò potrebbe far gola ai bioterroristi, come il super virus letale messo a punto da scienziati statunitensi e olandesi, che potrebbe causare, se diffuso, una pandemia in grado di far impallidire la febbre spagnola e arrivare ad un livello talmente esteso da raggiungere dimensioni planetarie. Come vedete tutto questo sembra un gioco, ma è un gioco maledettamente serio e pericolosissimo. E in questo “gioco” entrano di diritto le potenti case farmaceutiche che evidentemente stanno per sdoganare nuovi tipi di farmaci, senza conoscerne il reale effetto e quindi causare ulteriori danni al paziente. A confermare indirettamente quanto finora esposto ecco la notizia che uno scienziato russo A. Brouchov, lo scorso ottobre si è iniettato nelle sue stesse vene il Bacillo F, vecchio di 3,5 milioni di anni, in quanto, sempre secondo il ricercatore russo, potrebbe rivelarsi come l’elisir di lunga vita, infatti Brouchov subito dopo ha cominciato a lavorare di più e non prende l’influenza da un paio di anni. Molte sono già le richieste pervenute allo scienziato, l’elisir di lunga vita è una specie di sogno per molti… Ma pensate cosa succederebbe se fosse usato per scopi militari. Si arriverebbe potenzialmente al tanto ipotizzato “super soldato”, ampiamente descritto nella fortunata serie “X-Files”.

Fonti:
https://www.ansa.it/saluteebenessere/notizie/rubriche/medicina/2016/05/27/superbatteri-resistenti-a-tutti-i-farmaci-anche-in-italia_7bf723d0-239d-4c6e-bcea-e65727d71819.html
http://www.controcopertina.com/scienziato-si-inietta-dei-batteri-che-prevengono-linvecchiamento422/
http://www.huffingtonpost.it/2015/10/01/scienziato-russo-fonte-eterna-giovinezza-batterio_n_8225400.html
http://www.linkiesta.it/it/article/2015/10/04/lo-scienziato-che-si-e-iniettato-il-bacillo-f-nel-tentativo-di-vivere-/27631/
http://www.donna10.it/super-virus-letale-aviaria-il-batterio-killer-che-fa-gola-ai-bioterroristi.html
http://www.corriere.it/salute/14_maggio_22/troppi-rischi-super-virus-manipolati-laboratori-24c11c7a-e199-11e3-8be9-3eb4fd26c19b.shtml
http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/05/27/usa-allarme-degli-scienziati-primo-caso-di-batterio-degli-incubi-resiste-a-tutti-gli-antibiotici/2771877/
http://www.si24.it/2016/05/27/usa-super-batterio-attacca-una-donna-i-ricercatori-niente-panico-e-curabile/243983/

Photo credits:
Z. Jahed, University of California, Berkeley

Virus Versus 5: World War

elab«È la natura, il miglior serial killer vivente!».
La fatidica frase è tratta dal film World War Z (M. Forster, 2013), con la star Brad Pitt, basato sul libro di Max Brooks World War Z: An Oral History of the Zombie War.
Ebbene sì, siamo giunti al quinto capitolo sui virus, per poter leggere gli altri articoli precedenti potete consultare l’elenco completo del blog.
Il virus Zika «si sta diffondendo in maniera esplosiva» ha dichiarato il direttore generale dell’Oms Margaret Chan, che per forza di cose ha proclamato lo stato di emergenza sanitaria globale che in poche parole, significa, più o meno, pandemia. La tentazione però di cadere in facili allarmismi è molto facile, ma comunque, «il virus potrebbe infettare 3-4 milioni di persone nelle Americhe, 1,5 milioni delle quali in Brasile, dove, da meno di un anno a questa parte sono nati più di 4 mila bambini con microcefalia, una malformazione neurologica che comporta una crescita ridotta del volume del cervello e della circonferenza cranica, con possibili danni neurologici anche gravi»(1).
Le notizie però, esattamente come per l’Ebola, sono estremamente contraddittorie. Comunque «una relazione causale fra il virus Zika e le malformazioni dei neonati non è ancora stata stabilita, è solo fortemente sospettata».(2) Siamo sicuri però al 100% che quanto sta accadendo sia solo “colpa” della natura o come sempre più spesso accade c’è lo zampino umano?
Al diffondersi del nuovo virus killer, che si trasmette con la puntura della zanzara Aedes Aegypti, responsabile anche dei contagi di febbre Dengue e Chikungunya, compaiono i sintomi simili all’influenza, con febbre bassa, mal di testa, dolori articolari. Tramite le zanzare (vettori virali) il virus attacca l’embrione umano, soprattutto nel primo trimestre di gravidanza (aspetto questo molto importante come vedremo più avanti, nda).
Nel Regno Unito, intanto si dà il via alla prima modifica genetica degli embrioni umani, una delle pianificazioni dell’èlite di Potere che forse sta dando il via al progetto di riduzione della popolazione mondiale, infatti, negli incontri segreti delle èlite (CABAL-Illuminati), si è discusso spesso di tali argomenti, trattati diverse volte anche su questo blog.
La recente comparsa del focolaio del virus Zika in Brasile, che viene attualmente ricollegata alle zanzare geneticamente modificate che sono sviluppate dalla società di biotecnologie britannica Oxitec, finanziata dalla fondazione di Bill Gates e gentile signora…
«L’Oxitec introduce zanzare Aedes geneticamente modificate nelle foreste brasiliane dal 2011 per far fronte alla febbre Dengue. La società produce ben due milioni di zanzare geneticamente modificate a settimana nella propria sede di Campinas, in Brasile».(3)
Ma… sì purtroppo c’è ancora un ma: la correlazione tra virus e microcefalia, mi ha fatto accendere la classica lampadina. Collegando questi due fattori, un terzo elemento più forte e più avanzato potrebbe essere in gioco. Nel suo ultimo libro “Humans are not from Earth: a scientific evaluation of the evidence”, il ricercatore Ellis Silver «propone una teoria sulla provenienza della razza umana davvero al confine con la fantascienza, egli ritiene che gli esseri umani potrebbero non essere originari della Terra, ma essere stati ‘portati’ dall’esterno decine di migliaia di anni fa»(4). Tra i diversi punti elencati per spiegare la sua tesi, è interessante notare quanto afferma: «È strano che le teste dei neonati siano così grandi, rendendo difficile il parto, fino a provocare la morte della madre e del bambino». (idem)
Tutto questo si ricollega per forza di cose a uno degli aspetti più sconvolgenti dell’ufologia: il fenomeno conosciuto come adbuction.
È ormai accertato da testimonianze verbali, documentate e fisiche che molte donne rapite, in particolar modo, dalla specie detta “dei grigi”, vengono fecondate anche artificialmente (o rapite già in stato di gravidanza) e il feto rimosso dopo circa tre mesi di gestazione, facendo rimanere con un palmo di naso i “dottori” che sono interpellati per chiarire l’accaduto.
Gli ufologi non sanno ancora qual è il fine di tutto ciò, ovvero l’agenda degli alieni, soprattutto in questo caso specifico, molto probabilmente stanno creando una nuova razza ibrida per sopperire alla loro incapacità di procreare che ha portato la loro specie quasi all’estinzione, oppure popolare questo mondo in caso di catastrofe o un altro pianeta morente o ancora nel peggiore dei casi: la conquista e la colonizzazione di questo pianeta!
«Il problema è che molti non credono che qualcosa possa avvenire finchè non è già avvenuta, non è stupidità o debolezza, è solo la natura umana» (World war Z).

 

Note e Fonti:

1. http://www.corriere.it/salute/malattie_infettive/16_gennaio_28/virus-zika-esplosivo-potrebbe-contagiare-3-4-milioni-persone-fc775996-c5cb-11e5-b3b7-699cc16119c2.shtml1
2. http://www.luogocomune.net/LC/index.php/21-medicina-salute/4334-zika-la-nuova-ebola
3. http://www.segnidalcielo.it/nwo-dopo-il-virus-killer-zika-ora-si-passa-alla-manipolazione-degli-embrioni-umani/
4. http://www.ilnavigatorecurioso.it/2015/12/23/studioso-americano-gli-esseri-umani-non-provengono-dalla-terra-ma-da-un-altro-pianeta/
http://www.coscienza-universale.com/alieni/alieni-abduction-gravidanze-sintomi-blue-planet-project/
http://www.ilpost.it/2015/11/13/830-donne-muoiono-ogni-giorno-di-parto/
http://www.askanews.it/esteri/oms-dichiara-emergenza-sanitaria-mondiale-per-il-virus-zika_711723345.htm

Virus Versus 4: Doomsday

Eh sì, siamo già al quarto capitolo sui virus.
Il primo articolo dal titolo Virus Versus (per quei pochi che non lo sapessero versus in latino significa contro), mi fu pubblicato sulla rivista Stargate Magazine n° 13 (settembre 2003).
Il secondo, dal titolo Virus Versus 2: il (probabile) ritorno, mi fu pubblicato sulla rivista telematica DNA Magazine (2005), ormai non più presente in rete. Il terzo, invece lo potete leggere proprio su questo blog (Virus Versus 3: Ultimatum).

Certo avrei potuto inserire nel titolo il termine Apocalypse, anche in riferimento alla saga cinematografica Resident Evil e non usare il termine DoomsDay che letteralmente significa giorno del giudizio universale, anch’esso tra l’altro titolo di un film (2008).
L’argomento pandemia è uno dei miei preferiti, al cinema, s’intende, i titoli si sprecano: da L’esercito delle 12 scimmie (T. Gilliam, 1996) dal quale, anche al costo di ripetermi, mi piace spesso estrapolarne la citazione: «È stato ieri, che la follia di oggi, ci ha preparato al silenzioso trionfo, della disperazione di domani», a Virus Letale (W. Petersen, 1995) con un cast stellare di cui faceva parte anche l’istrionico Donald Sutherland alle prese, in un’altra pellicola, anche con pandemie difficili da combattere perché l’elemento scatenante arrivava dallo spazio. Idea non tanto peregrina poiché alcuni anni fa, il professore inglese Chandra Wickrmasinghe, all’epoca del Cardiff Center for Astrobiology, affermò che alcuni virus sono proprio così difficili da combattere perché appunto la loro origine potrebbe essere non terrestre.
Purtroppo però in questo testo, i concetti base non appartengono né alla fantascienza, né tantomeno alla fantascienza al cinema, ma alla nuda e cruda realtà.
Ormai la parola Ebola è entrata in tutte le case (si spera entri solo così), grazie ai media ufficiali che stanno riportando le drammatiche notizie che arrivano soprattutto dall’Africa.
Ma come stanno le cose?
L’epidemia di Ebola, la tremenda febbre emorragica, è ormai «fuori controllo» ed è «una potenziale minaccia alla sicurezza globale»; a parlare non è il solito scienziato pazzo di uno dei film sopra elencati (nel film di Gilliam è proprio uno scienziato che diffonde intenzionalmente il virus), ma Barak Obama. Nell’articolo del Corriere della Sera si legge inoltre che «le persone ormai muoiono in mezzo alla strada» (non sembra la scena di un film?), e che, speriamo non sia troppo tardi, ma «il mondo ha la responsabilità di agire». Gli Stati Uniti hanno però già un piano (quelli si sà non vanno nemmeno al gabinetto senza averne uno… o erano i russi, non ricordo): 500 milioni di dollari stanziati, ai quali si aggiungono i 175 già spesi e 3000 militari pronti a partire per l’Africa occidentale.
In un articolo Ansa dal titolo Ebola, Obama: “Epidemia fuori controllo”, l’Onu avverte che, secondo stime ufficiali, i casi di Ebola potrebbero salire fino a 20.000 entro la fine di quest’anno, mentre per la Banca Mondiale «l’impatto economico dell’Ebola su Sierra Leone, Guinea e Liberia potrebbe essere catastrofico».
Continuando si legge inoltre che l’Ebola «potrebbe devastare il Continente. Una preoccupazione condivisa dal segretario generale dell’Onu, Ban Ki Moon, secondo il quale Ebola non è solo una crisi sanitaria: ha gravi conseguenze economiche, umanitarie e sociali che potrebbero diffondersi ben oltre i Paesi colpiti».
Quindi, fortemente a rischio non sono solo i Paesi oggi colpiti ma anche quelli limitrofi e addirittura tutto il Continente Africano. Ma l’Africa non è così isolata come un tempo (e non è che sia coperta da una cupola invisibile) e se il virus varcasse i suoi confini e arrivasse a contagiare altre zone continentali come l’Europa? Sarebbe possibile?
Certo, secondo me, 100 anni fa la pandemia conosciuta come “febbre spagnola” si fermò anche perché i mezzi di trasporto, i traffici, non erano così estesi e frequenti come oggi. Ed ecco perché a Londra, a fine luglio scorso, è stato indetto un Congresso dal nome quanto mai inquietante: il Cobra Meeting, presieduto da Philip Hammond, il nuovo Ministro degli Esteri del Regno Unito. Nel Congresso è risultato chiaro che ormai la Gran Bretagna si trova di fronte ad una «minaccia… che potrebbe arrivare a Londra grazie a quelle decine di voli quotidiani» che arrivano proprio da quell’area, in particolare dalla Liberia e dalla Nigeria (fonte).
Uno scenario da paura e se in tutto questo inseriamo concetti cari ai complottisti, e le notizie non dette in tv, attingendo dai siti d’informazione alternativa, la situazione diventa ancora più allarmante.
In un articolo del New York Times, che conferma la denuncia del sito web voxnews.info, si legge che è possibile che il virus Ebola stia mutando e potrebbe diventare addirittura trasmissibile attraverso l’aria (tecnicamente il virus diventerebbe aerobico), cioè non più trasmissibile solo attraverso lo scambio di fluidi corporei, ma semplicemente con uno starnuto (fonte).
Se da un lato ci si prodiga per trovare quantomeno un rimedio, un vaccino per arrestare il virus prima che si trasformi in una vera pandemia e grazie all’OMS forse siamo vicini (il farmaco sperimentale antivirale denominato Zmapp sembra abbia riscontrato risultati positivi negli Stati Uniti), dall’altro lato come sempre la cosa suggerisce forti sospetti. Infatti sembra che esista un «intricato legame tra il Pentagono e alcune evoluzioni medicinali avvenute tra i giganti farmaceutici come Mapp Biopharmaceutica o l’azienda canadese Tekmira Pharmaceuticals, che lavorano per brevettare la pillola magica contro Ebola, siamo ben lontani dall’essere filantropi umanitari, questi potrebbero monopolizzare un mercato multimilionario e, nel peggiore dei casi, sviluppare un’arma biologica letale» (fonte).
E quella dell’arma biologica letale, cioè di un virus creato, sviluppato e raffinato dai militari (a Fort Detrick?), per imporre in aree prestabilite il loro egemonico controllo, potrebbe essere la causa dell’abbattimento dell’aereo in Ucraina sul quale viaggiava Glenn Thomas, esperto del virus, eliminato proprio perché intenzionato a rivelare i veri retroscena (fonte), vista la crisi globale non è certo un’idea campata in aria: un modo come un altro per risolvere la situazione.
Forse non ci dobbiamo preoccupare solo di eventi estremi, legati al clima, ai terremoti, fenomeni globali, come un impatto meteorico, oppure brillamenti solari, forse l’estinzione di una gran parte dell’umanità potrebbe avvenire per colpa (ma con una forte spinta umana), di uno degli esseri più piccoli che un Dio beffardo, seppur «nella sua infinita saggezza» ha messo su questa Terra.

Il Medio Evo prossimo venturo

«Sapevo che sarebbe successo. Questo o qualcosa di simile. C’erano stati segnali. Sì, tutti pensavano che fossero sciocchezze…».
Questa citazione è tratta da uno degli asciutti dialoghi del film The Road diretto da John Hillcoat nel 2009, a sua volta tratto dal romanzo omonimo di Cormac McCarthy (2006), vincitore del Premio Pulitzer l’anno successivo. Nel film non è specificato il cataclisma che ha spazzato via quasi l’intera umanità, ridotta ormai ad un numero irrisorio di individui che vagano sulla superficie di un pianeta ormai morto. Nessun animale, nessun filo d’erba, con gli alberi, sinistri scheletri, che cadono con un tonfo sordo.
Cataclisma naturale, o antropico, oppure un mix di entrambi? Non lo sappiamo e non ha importanza e, anche se in un certo senso in alcuni post precedenti se ne era già parlato, alcuni fatti stanno attirando l’attenzione generale, tenuto conto che da qualche tempo, aspettavo lo spunto per ritornare sull’argomento.
Navigando in rete ci sono moltissime risorse, notizie e siti, lontani anni luce dall’informazione mainstream, che trattano questi argomenti, però sono pochi quelli che attuano una sorta di crossover, riuscendo ad unire fatti con un contenuto diverso, ma che alla fine portano tutte ad una ben precisa sensazione: quella che qualcosa di grosso si stia preparando.
Fenomeni globali che comprendono clima, vulcani, terremoti, sinkhole, sinistri suoni e boati su tutta la Terra, la minaccia del Sole (ultima CME il 2 agosto), di virus letali, eventi estremi ma, eventi anche di tutt’altro genere, come ad esempio l’acutizzarsi della crisi sociale dovuta principalmente all’aspetto economico, l’acuirsi di conflitti in tutto il mondo come le ostilità in Ucraina, la sempre più zona calda in Medio Oriente con le guerre in Siria, Iraq (False Flag studiate a tavolino?) e l’eterno scontro a Gaza dove continua la strage di innocenti, tutte prove per il NWO che ormai sembra essere proprio dietro l’angolo. Con Mario Draghi che sentenzia: «I governi cedano la sovranità», una frase proprio in stile Nuovo Ordine Mondiale.
Ed è proprio da quello che sembra il braccio secolare del NWO che arrivano le prime avvisaglie: «Vogliono farci tornare al Medio Evo», è ciò che si legge nell’articolo a firma di Enrico Franceschini, ed è quanto emerge dall’ultima riunione dell’ormai famigerato gruppo Bilderberg. Nei tre giorni d’incontro avvenuto ultimamente alle porte di Londra i membri del club più esclusivo del mondo hanno stabilito la propria agenda che con procedimento a cascata si ripercuoterà inevitabilmente su tutti i governi del globo.
Di riflesso, potremmo essere la prima specie intelligente a causare la distruzione totale del proprio habitat, volenti o meno presto dovremo confrontarci con le nostre più grandi paure e se continueremo a sfruttare in maniera quasi ossessiva l’ambiente circostante, la situazione non può che peggiorare a vista d’occhio: quale sarà il destino del pianeta Terra?
Thomas Malthus (1766-1834), economista e demografo inglese già in tempi non sospetti, due secoli fa, disse che: «la popolazione mondiale non può crescere illimitatamente perché le risorse del nostro pianeta sono limitate»(1), tanto da meritarsi l’appellativo di “lugubre parroco”, ma non è lugubre, anzi, il dato di fatto che il 19 agosto è stato il giorno dell’Overshoot Day, cioè «abbiamo prelevato più di quanto avevamo a disposizione fino a dicembre».
Dal 2000, secondo i calcoli del Global Footprint Network, il prelievo, se così si può dire, è drasticamente aumentato e di conseguenza, l’Earth Overshoot Day si é spostato da inizio ottobre nel 2000 al 19 agosto di quest’anno(2).
Nel 1964, l’astronomo russo Nikolai Kardashev, propose una sua interessante tabella: in base alla quantità di energia che ogni civiltà potrebbe disporre, ci sono tre diversi tipi di civiltà tecnologicamente avanzate nell’universo. Quella che ci interessa in questo caso è la Civiltà di “Tipo I”, cioè una civiltà in grado di utilizzare (in modo indolore, aggiungo io), tutta l’energia disponibile sul proprio pianeta (nel nostro caso, la Terra). Ma dove si colloca, in questo caso, la nostra civiltà? Ebbene, secondo Kardashev, per ora, la nostra civiltà è, per usare un termine sportivo, ancora inchiodata al palo, cioè è di “Tipo 0”.
Per la verità, sempre secondo Kardashev siamo al punto 0,72, una civiltà basata sull’economia di mercato; ma, secondo me, siamo ancora più indietro, al punto 0,4: una civiltà in cui le classi inferiori producono i beni per le classi superiori che si dedicano solo al consumo di questi: il Medio Evo, appunto.
Quindi a che cosa dobbiamo prepararci? A tutto, in precedenza abbiamo accennato al clima, ormai definitivamente messo sotto controllo intelligente tanto da permettere di causare disastri controllati in aree ben delimitate (guerre climatiche). Lo sdoganamento di virus più o meno letali: Aids, Ebola come detto, virus creato per testare nuovi farmaci, sperimentato e raffinato dai militari, per ottenere così una potente arma biologica, e ancora Dengue, morbo di Marburg e l’ultimo arrivato, dal nome quasi impronunciabile: il virus Chikungunya.
E per finire la costante minaccia del Sole con le sue devastanti Espulsioni di Massa Coronale che se investissero direttamente il nostro pianeta con un’onda elettromagnetica, tutta la tecnologia e le strumentazioni elettroniche sarebbero bruciate all’istante. Impossibile? È già successo, nel 1859, fenomeno conosciuto come “evento Carrington”, dal nome dello scienziato che si accorse dell’accaduto.
Di colpo la nostra fragile, sonnolenta e corrotta civiltà tornerebbe indietro di secoli. Per non parlare poi dell’evento di Livello Estintivo conosciuto come Super Flare, in grado di incenerire in pochi attimi tutto il pianeta. Cosa fare quindi? Pregare? Non sarebbe una cattiva idea, visti i tempi. Ma basterebbe?
«Se c’è un Dio lassù, a quest’ora ci ha già voltato le spalle. E chiunque ha creato l’umanità non troverà alcuna umanità qui. Nossignore… » (The Road).

Note:
1. I. Robertson, Sociologia, Bologna, Zanichelli, 1988.
2. Fonte retecivicaitaliana.it

Altre fonti, oltre a quelle con link nel testo:
http://altrogiornale.org/natura-gli-eventi-precipitano/
http://www.ilvelino.it/it/article/2014/05/27/papa-questo-sistema-economico-disumano-per-mantenersi-scarta-le-persone/41eed49d-198a-478c-a9ab-8221cbfe3f32/
http://altrogiornale.org/tempesta-solare-disastro-annunciato/
http://www.disinformazione.it/due_piccioni.htm
http://www.segnidalcielo.it/2014/08/26/aumento-terremoti-strani-suoni-e-crateri-giganti-cosa-sta-succedendo-alla-terra/
http://www.disinformazione.it/ebola2.htm

Virus Versus 3: Ultimatum

Laboratorio.jpg Ho già avuto modo di scrivere sui virus che, per molti, sono la vera minaccia che pende sul futuro della razza umana. Sul numero 13 della rivista Stargate Magazine (non più in uscita) scrissi la prima parte dal titolo Virus versus prendendo spunto da diverse fonti che in quel tempo riportavano notizie riguardanti appunto tale minuscola, ma terribile, forma di vita.
A distanza di qualche tempo ne scrissi la continuazione, Virus Versus 2 in merito ad un possibile ritorno del pericolo. Ora leggendo un po’ qua e là in rete, alcuni fatti mi hanno spinto ad approfondire ancora di più l’argomento in quanto ho paura (e non sono il solo) che siamo di fronte ad un vero e proprio ultimatum ed a lanciarlo (per ora) non è un potente governo nemico o Al Qaeda.
È di pochi giorni fa la notizia che nello stato africano dello Zimbabwe è riesplosa, più virulenta, l’epidemia di colera causando già numerose morti e infettando diverse centinaia di persone (500 colpite ad Harare secondo diverse fonti).
Volendo andare di qualche mese più indietro, nell’articolo dal titolo Nuovi vaccini per pandemia post-olimpica?, tradotto dalla ricercatrice Cristina Bassi, si legge che: «Le condizioni sul terreno di Beijing, dove persone ed atleti da tutto il mondo si sono riunite -e che torneranno nei loro paesi di origine- forniranno la “tempesta perfetta” per una influenza che causerà una epidemia globale. I vari ministeri della Salute in tutto il mondo si stanno preparando per una pandemia che si anticipa sia almeno brutta come la pandemia influenzale del 1918. La minaccia ampiamente anticipata è il virus aviario H5N1».
Se qualcuno ha ancora dei dubbi e che come al solito è scettico sui possibili risvolti più che negativi come conseguenza di tali fatti non dovrebbe leggere oltre, infatti sempre nell’articolo si legge che l’Health and Human Services (HHS) americano ha commissionato al francese Sanofi Pasteur un vaccino per l’H5N1, di cui un lotto è già pronto.
Inoltre, visto che gli americani la sanno lunga, per precauzione, hanno stipato 500.000 bare di plastica nei dintorni di Atlanta in Georgia perché, secondo Mike Leavitt dell’HHS, «se avvenisse una pandemia influenzale, da 100 a 200 milioni di Americani morirebbero». E non finisce qui!
Maurizio Blondet nell’articolo dal titolo: Cosa facevano i generali nel laboratorio delle pandemie, ripreso anche dall’amico Massimo Fratini sul suo segnidalcielo.it, scrive che lo scorso ottobre (forse al Trudeau Institute, un avanzatissimo laboratorio bio-chimico), nei pressi del lago Saranak (stato di NY), c’è stato un incontro segreto tra «i più alti membri degli Stati Maggiori riuniti USA e i loro pari grado di Francia, Germania e di un altro Paese, forse la Gran Bretagna».
Cosa si sono detti in questa riunione Top Secret non è dato saperlo, ma almeno siccome conosciamo molto bene la paranoia militare, evidentemente, come sostiene Blondet, tutto sembra essere legato all’attuale crisi economica mondiale che potrebbe sfociare appunto in una pandemia «di portata devastante» o, secondo me, il tutto potrebbe rientrare in una delle ormai famose Alternative (modo sicuro e rapido per risolvere l’attuale situazione) di cui è già stato detto anche su questo blog.
Brigate.jpg La conferma è data dal fatto che Bush, presidente uscente, ha da poco attivato la «1st Brigate Combat Team per azioni di contenimento di disordini nazionali… Inutile dire che ci attendono mesi inquietanti…»(Blondet).
Inquietanti come le trame dei classici film di fantascienza, dal capostipite Andromeda, passando per L’esercito delle 12 scimmie, la saga di Resident Evil, e a 28 Giorni dopo e il suo meno riuscito seguito 28 settimane dopo per finire con il malinconico Io sono leggenda, e Blindness, in uscita, tutti legati dallo stesso filo (rosso): un finale tragico per la civiltà umana.
Spero di non dover scrivere, un giorno, la quarta e ultima parte di questo testo che avrebbe per titolo una sola parola: Apocalisse.
Non vorrei essere io, L’ultimo uomo sulla Terra.

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