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Roswell

Il 1947 fu un anno importante, per diversi aspetti. Innanzitutto era appena finita la Seconda Guerra Mondiale e l’umanità aveva voglia, ma anche la fretta e la necessità, di proiettarsi nel futuro. A proiettare il genere umano in avanti fu una serie di accadimenti che tutt’ora, per certi versi, sono considerati ancora fantascienza. In quella che può benissimo essere definita l’estate dei dischi volanti, accaddero due fatti che non solo sono rimasti nella storia dell’ufologia (che nell’era moderna, proprio da allora muoverà i suoi primi passi), ma anche nell’immaginario collettivo. Il 24 giugno Kenneth Arnold, a bordo del suo piccolo aereo, avvistò nove “piatti volanti” che volavano ad altissima velocità e che poi furono ribattezzati flying saucer, appunto dischi volanti. Qualche giorno dopo, ai primi di luglio, ci fu il famoso crash di Roswell (USA, New Mexico), un ufo (o forse due) si schiantò nei pressi della cittadina che da allora è meta di studiosi, appassionati e semplici curiosi. Il caso Roswell può essere considerato il Santo Graal dell’ufologia, in quanto oltre ai rottami ritrovati, vennero rinvenuti anche i corpi degli occupanti dell’ufo, i famigerati “grigi”, uno di loro ancora vivo! La vicina base militare, inviò il suo massimo esperto che confermò tale evento; venne informata la stampa che il giorno dopo diramò l’accaduto in prima pagina, ma la notizia venne subito smentita dagli alti gradi militari e pian piano, la storia finì quasi nel dimenticatoio. Fino a quando, negli anni novanta, il colonnello in pensione P. J. Corso, pubblicò il libro dal titolo Il giorno dopo Roswell (1997), il militare, morto nel 1998, affermò di aver gestito come capo della Divisione Tecnologia Straniera dell’Esercito, i materiali alieni che a suo dire sarebbero stati raccolti dai rottami dell’ufo e immettere le relative scoperte nell’industria militare prima e civile dopo. Di fatti a partire proprio dal 1947, la tecnologia subì un sostanziale sviluppo: transistor, microchip, fibre ottiche, circuiti integrati, laser, kevlar e i cosiddetti materiali a memoria di forma, videro la luce negli anni successivi. Intanto L’esercito americano istituì il Majestic 12 o MJ12, con a capo J. Forrestal, per indagare il nuovo fenomeno e per scoprire cosa volessero gli alieni…

Volete saperne di più? È disponibile in rete la mia ultima intervista con il canale YouTube Misteri Channel Show, egregiamente gestito dall’amico Dario Sanfilippo, ecco il link.

Buona visione

Use weapon: la storia della nostra vita

«Portare arma». «Offrire arma». «Usare arma». No, non è ET che parla (ricordate il classico «Telefono casa»?).
Se in italiano i verbi utilizzati, ad indicare una precisa azione, potrebbero avere quasi lo stesso concetto, come per molte delle altre lingue terrestri, cosa significherebbero invece, in una comunicazione extraterrestre (in entrambi i versi), con una civiltà ben più avanzata della nostra?
In estrema sintesi questo è il contenuto principale del film di Denis Villeneuve, Arrival,  di cui si aspetta l’attesissimo Blade Runner 2049.
I contenuti, in effetti, sono diversi e come è inevitabile per la fantascienza con la effe maiuscola (quella cioè che mette il fruitore nella posizione di riflettere su quanto letto o visto, detta anche fantascienza speculativa), toccano diversi aspetti della conoscenza umana che cercherò di analizzare nel testo che segue, in maniera alquanto approfondita frutto di una proficua ricerca, precedente alla visione del film.
Perciò armatevi di un po’ di pazienza perché il post sarà più lungo del solito (cosa che faccio raramente).

La trama
Mentre il mondo conduce la solita vita quotidiana, all’improvviso i notiziari annunciano che in tutto il pianeta sono atterrate o meglio, sono sospese a pochi metri da terra, 12 astronavi che poco dopo si scoprono essere aliene.
La dott.ssa Louise Banks, interpretata da una bravissima Amy Adams (curiosamente nata in Italia, ad Aviano, sede di una importante base Nato), esperta linguista di fama mondiale, viene contattata dal colonnello Webber/Whitaker per decifrare il primo messaggio alieno che è stato registrato. All’inizio riluttante, subito dopo reclutata e messa al corrente della situazione per far sì che possa scoprire le vere intenzioni degli alieni, e porre loro le classiche domande, chi siete, da dove venite, perché siete qui.
Nel tentativo è supportata dal fisico teorico Ian Connelly, l’attore Jeremy Renner.
Da qui prenderanno le mosse che condurranno, soprattutto la linguista, in un lungo e sorprendente viaggio, dentro la sua mente e dentro sé stessa.

Il Film
Detto del regista, il film è stato scritto da Eric Heisserer «una sceneggiatura nella quale vi è un elemento di forte tensione, preservando tuttavia appieno gli aspetti filosofici del racconto originale e combinandoli efficacemente con le nervose relazioni geopolitiche mondiali»(1).  La trama è un adattamento tratto dal racconto Storie della tua vita, dello scrittore americano Ted Chiang, inserito nell’antologia che prende il titolo dallo stesso racconto (Frassinelli Editore, 2016). Eccone un breve stralcio: «Gli esseri umani avevano sviluppato una consapevolezza di tipo sequenziale, gli eptapodi di tipo simultaneo. Noi percepivamo gli eventi secondo un ordine, e le relazioni tra loro come di causa ed effetto. Loro percepivano gli eventi tutti insieme, allo stesso tempo, secondo un obiettivo a cui tendevano»(2).

il linguaggio degli eptapodi

Gli “eptapodi”, alieni tipo grossi polipi con sette arti (in greco, epta=sette), sono solo in due nella grossa astronave, battezzata “guscio”, una sorta di forma-pensiero, che stranamente è posizionata in verticale e solo alla fine, in orizzontale, ricorda il classico ufo. Usano, come vedremo, un particolare tipo di scrittura, dei segni definiti logogrammi «affascinanti ed enigmatici»(3), che costituiscono in pratica tutta l’ossatura del film e la cui decifrazione (se vogliamo trovare una pecca, non viene chiaramente specificato come si arrivi a ciò), mette in enorme difficoltà praticamente tutti gli esperti del mondo.
Ed è solo alla fine che la dottoressa Banks riesce a venirne a capo offrendo all’intera umanità qualcosa di inimmaginabile. Il film, supportato come detto da un’ottima sceneggiatura e da eccellenti effetti speciali visivi, proprio per quanto riguarda il modo di “scrivere” degli E.T., essi producono direttamente dal loro corpo una sostanza fumogena, che va a formare il simbolo su uno schermo bianco, la barriera che divide i due mondi: il pensiero che diventa forma; ha numerose e notevoli implicazioni: filosofiche, sociali (poco dopo l’arrivo, principalmente nelle città meta delle astronavi, iniziano i primi scontri, causati dal malcontento della popolazione, impaurita da quella che potrebbe essere una possibile minaccia), antropologiche (cosa succederà dopo?), fino addirittura ad implicazioni esoteriche e numerologiche.

Film analoghi
In Arrival la squadra degli scienziati è formata semplicemente da una linguista e da un fisico teorico. Il primo film che quindi salta subito alla mente è Sfera (B. Levinson, 1998), il gruppo degli esperti qui è formato da uno psicologo, autore di uno studio sui possibili contatti con civiltà aliene e da una biochimica, un matematico e un astrofisico.
Un matematico perché la matematica, a questo punto, potrebbe essere, «l’unico linguaggio universale»(4), come accade in Contact (R. Zemechis, 1997), dove gli alieni inviano le istruzioni per costruire una macchina per raggiungerli, usando appunto la matematica (nel film di Villeneuve, gli alieni «non hanno un’algebra»); un astrofisico per stabilirne l’esatta provenienza e la biochimica per determinarne la specie, infine lo psicologo per contenere le eventuali crisi di stress.
Se in Arrival la scrittura è a forma di cerchio, tridimensionalmente esso rappresenta appunto una sfera, perfetta, «perché la perfezione è già un potente messaggio» (Sfera). In Mission to Mars (B. De Palma, 2000) gli astronauti scoprono che il suono ricevuto, è in realtà la codifica di un modello di DNA simile a quello umano, tranne che per alcuni cromosomi mancanti: aggiunti i quali i marziani possono stabilire che, essendo umani, non sono una minaccia. In Arrival, è stata usata una soluzione più semplice, a dir la verità troppo semplice, quasi ridicola, viste le pretese iniziali: in pratica i due scienziati, mostrando un cartello con scritti i loro nomi, si battono ripetutamente… il petto! La minaccia non viene, però, sventata in Cacciatore di alieni (R. Krauss, 2003) il decrittatore del SETI, comprende troppo tardi la sequenza matematica contenente un messaggio di allarme: la capsula rinvenuta nei ghiacci del polo contiene un alieno portatore sano di un virus in grado di annientare tutta l’umanità.

Incontri Ravvicinati del terzo tipo

Paragrafo a parte merita il capolavoro di S. Spielberg Incontri ravvicinati del terzo tipo (1977), qui gli alieni si servono delle note musicali per comunicare con i terrestri, la famosa sequenza di note (scritta da John Williams, ma voluta da Spielberg con sole 4 note): Sol, La, Fa, Fa, Do; è entrata ormai nella storia del cinema e nell’immaginario collettivo. Anche qui gli scienziati, sembrano tornare alle origini perché la prima forma di risposta usata è data con l’ausilio del linguaggio dei segni, iniziata con il palmo della mano alzato e rivolto verso l’ospite, lo stesso segno che compare sulla placca delle sonde Pioneer: oltre ad altri simboli facilmente interpretabili da un’avanzata civiltà extraterrestre, ci sono una figura umana maschile e una femminile, l’uomo appunto ha il palmo della mano alzato in segno di saluto. Se le astronavi rimandano al monolite nero del capolavoro assoluto 2001: Odissea nello spazio (S. Kubrick, 1968), la maternità e il rapporto della protagonista con la figlia, rispettivamente ad Alien 3 (D. Fincher, 1992) e a Solaris (A. Tarkovsky, 1972)(5), chiaramente ciò che a noi interessa è comprendere il linguaggio alieno così come è stato rappresentato nel film e al quale viene dato un’importanza di primo piano: il linguaggio infatti è «la prima arma che si sfodera in un conflitto».

Il linguaggio alieno
Il termine «si riferisce a qualsiasi forma di linguaggio che potrebbe essere utilizzato da ipotetiche forme di vita extraterrestri. Lo studio di tali linguaggi è stato denominato xenolinguistica o astrolinguistica ed è un campo ipotetico presente soprattutto nella fantascienza (…)  la possibile esistenza di forme di vita extraterrestri intelligenti la rende oggetto credibile anche di speculazioni scientifiche e (come detto, nda) filosofiche»(6).
E le speculazioni scientifiche chiaramente non mancano.

Lo studio della Nasa

Tre anni fa, nel 2014, la Nasa ha redatto lo studio Archaeology, anthropology and interstellar communication e, nel relativo articolo di Rosy Matrangolo, si legge: «Che presenze dovremo prevedere di aspettarci? Fatte come? Se le nostre conoscenze sull’universo sono ferme al 4%, come potremo prevedere in che modo la materia “ha dato vita” ai nostri vicini extraterrestri?». Dubbi più che legittimi. Inoltre: «Quali organizzazioni percettive i nostri vicini di pianeta avranno sviluppato per recepire e trasmettere messaggi? Saranno dotati di udito, vista, tatto come li intendiamo noi? Quale “evoluzione” a livello biologico avrà guidato il loro sviluppo? Per rispondere, gli studiosi fanno ricorso alla (nostra) storia: i simboli matematici, le note della musica, la scrittura cuneiforme e i geroglifici». L’autrice afferma che il metodo da utilizzare, alla fine, sarebbe: «ascoltare, isolare e decifrare»(7). Tutte azioni mostrate in Arrival, tranne come detto per la decifrazione.
Ma entriamo più nel merito della questione: il linguaggio degli eptapodi nel film in oggetto. La fantascienza diverse volte ha fatto ricorso a veri esperti per creare ex novo lingue fantastiche anche molto bene architettate, come ad esempio la lingua Klingon in Star Trek (da ricordare, inoltre che nell’opera di Villeneuve, non è contemplata la prima direttiva: una civiltà superiore non può interferire nell’evoluzione di un’altra meno evoluta). Per Arrival, gli autori si sono avvalsi, per dare un senso alla loro lingua, della competenza della prof. Jessica Coon della McGill University di Montreal, la versione scritta costruisce intere frasi come cerchi incredibilmente complessi senza un preciso ordine delle parole, ovvero ortografia non lineare. Da qui si evince come quanto sia diversa la loro lingua dalla nostra. Noi invece parliamo, sentiamo e usiamo il linguaggio nel contesto della nostra società. La questione è molto delicata perché il minimo errore potrebbe risultare fatale per l’una o l’altra specie. Ma in pratica da dove si parte.
Nel film viene citata l’ipotesi di Sapir-Whorf, conosciuta anche come “ipotesi della relatività linguistica”, «essa afferma che lo sviluppo cognitivo di ciascun essere umano è influenzato dalla lingua che parla. Nella sua forma più estrema, questa ipotesi assume che il modo di esprimersi determini il modo di pensare». Per dirla in breve: noi siamo anche ciò che parliamo.
Ed ecco perché ci potrebbe essere un enorme differenza tra i significati di “arma” (nel film i militari immancabilmente vanno in agitazione, insieme a tutti i governi degli altri Paesi che hanno visto l’arrivo delle astronavi: «non siamo un pianeta con un solo leader», afferma l’agente CIA) e “strumento” che è quello che intendono scoprire i due scienziati, come vedremo.

La scala di Kardaschev e il rapporto tra civiltà diverse
Ho citato la scala diverse volte nei miei post, adesso però è bene spingerci un po’ oltre. Al di là delle tante ipotesi, Civiltà extraterrestri  (Mondadori), un saggio di divulgazione scientifica scritto nel 1979 da Isaac Asimov; equazioni: Equazione di Drake, Frank Drake astronomo e astrofisico statunitense, 1961 e paradossi, Paradosso di Fermi: «Dove sono tutti quanti?», (Enrico Fermi, Los Alamos, 1950); la scala di Kardashev è un metodo di classificazione delle civiltà in funzione del loro livello tecnologico, proposta appunto nel 1964 dall’astronomo russo Nikolaj Kardashev.
Si compone di tre tipi detti di transizione, basati sulla quantità di energia di cui le civiltà dispongono, secondo una progressione esponenziale:

  • Tipo I: civiltà in grado di utilizzare tutta l’energia disponibile sul suo pianeta d’origine.
  • Tipo II: civiltà in grado di raccogliere tutta l’energia della stella del proprio sistema solare.
  • Tipo III: civiltà in grado di utilizzare tutta l’energia della propria galassia.

Questo ha portato ad estrapolazioni ipotetiche ampiamente sfruttate, logicamente dalla fantascienza, infatti essa ha immaginato, anche civiltà di Tipo IV: in grado di controllare tutta l’energia di un superammasso di galassie, fino a civiltà di Tipo X: questi esseri possono essere realmente considerati degli Dei nel senso stretto della parola.
La civiltà umana sarebbe una civiltà ancora di “Tipo 0“, in quanto utilizzerebbe solo una frazione dell’energia totale disponibile sulla Terra. Jack Cohen, scienziato e Ian Stewart, matematico, hanno sostenuto che se non possiamo comprendere civiltà più avanzate, non possiamo neppure ipotizzare in che modo esse si evolvano. E non solo, il concetto che segue ipotizza numeri da capogiro e fa si che la suddetta scala assuma in tutto il contesto un ruolo di primo piano per la comprensione del rapporto tra civiltà diverse.
«Per intenderci, attualmente il flusso di energia utile impiegata dall’uomo è stimato in 15 TW, 11.600 volte meno del punto di prima transizione. Sulla scala logaritmica di Kardashev, meritiamo un valore pari a 0,71. Una civiltà di Tipo II sarebbe 11.600 miliardi di volte più in là di noi. Una civiltà di Tipo III: 11.600 miliardi di miliardi di volte più “potente” di noi»(8).
In pratica, quindi, se ci trovassimo di fronte una civiltà di Tipo III, l’ipotesi più probabile, saremmo in grado di comunicare con loro, oppure ci sarebbe la stessa differenza che c’è tra noi e le api o le formiche? Senza prendere in considerazione le civiltà di Tipo X , saremmo almeno in grado di riconoscerli come tale? Avvertiremmo cioè la loro presenza? Considerazioni ufologiche a parte (nelle abduction, gli alieni definiti “grigi”, in primis, usano la telepatia), sarebbe possibile un «gioco a somma zero», paritario, senza nessun vincitore? Credo di no.

Esoterismo e numerologia: il simbolismo nascosto
Guardando la particolare forma del linguaggio alieno il primo simbolo che salta subito agli occhi è il cerchio.
«Il simbolismo del Cerchio é duplice, sia magico sia celesteIl Cerchio come cielo rappresenta la dimensione intellettuale e spirituale (…)Il movimento circolare, che è anche quello del cielo, è perfetto, immutabile, senza inizio né fine, né variazione»(9); questo fa si che esso rappresenti il tempo.
Il tratto nero, monocromatico, senza colori, che contrasta con il bianco sottostante (sia esso carta o schermo), assume un significato altamente simbolico, infatti «L’antica tradizione orientale e il moderno mondo occidentale attribuiscono al nero e bianco un significato di trasformazione»(10).
Il numero 12 (le astronavi) è il numero sacro della trasformazione, «Il Dodici indica la ricomposizione della totalità originaria, la discesa in terra di un modello cosmico di pienezza e di armonia. Infatti indica la conclusione di un ciclo compiuto (…) è il simbolo della prova iniziatica fondamentale, che permette di passare da un piano ordinario ad un piano superiore, sacro (…) In numerologia, il 12 è un numero karmico: simboleggia il sacrificio, la fatica fisica e morale, l’abnegazione e la devozione (…)
Con il 12 si identifica il divenire del tempo»(11).
Il numero 7 (gli arti degli eptapodi), è il numero del destino. «Il Destino rappresenta il percorso di vita, la chiave per vivere bene e realizzare la nostra natura profonda (…)
Il numero Sette esprime la globalità, l’universalità, l’equilibrio perfetto e rappresenta un ciclo compiuto e dinamico»(12).

Conclusioni: «molti diventare uno»
Sebbene il film sia «ambizioso e umile, a tratti mistico-elegiaco»(13), le difficoltà sono diverse e, come osservato «non sono di natura esclusivamente tecnologica ma coinvolgono anche la volontà politica e gli interessi economici, tutti fattori non di secondo piano nella prospettiva di una rivoluzione epocale»(14).  Dov’è questa svolta epocale?
La dottoressa Banks inizia a ricevere, dopo il contatto con gli eptapodi, dei flash sulla sua vita, senza un ordine preciso, tra passato e futuro; ma è nel rapporto con la figlia Hannah (una parola palindroma, si può leggere indifferentemente sia da sinistra a destra che viceversa), che trova la forza di guardare dentro sé stessa, ma anche dentro al futuro e capire che cos’è realmente l’arma. L’arma, o lo strumento, sarebbe proprio lo strano linguaggio alieno: esso rappresenta la circolarità del tempo che per loro non ha né inizio, né fine (noi invece concepiamo il tempo come una freccia puntata solo verso il futuro). Con l’uso del loro linguaggio, è possibile appunto conoscere il futuro, quindi nelle mani sbagliate, diventerebbe un’arma pericolosissima, perché siccome sulla Terra non c’è un solo leader, necessariamente molti devono diventare uno, altrimenti conoscere il futuro potrebbe portare all’autodistruzione: la troppo conoscenza, può generare insicurezza, instabilità.
Portare arma, in definitiva, è la storia della nostra vita, una civiltà bellicosa, belligerante e immatura, una civiltà che ha paura di ciò che non conosce e non comprende e che preferisce distruggere piuttosto che capire. Però questo film, risponde, in un certo senso, alla classica domanda: siamo soli? No, non lo siamo. Loro sono qui, ma noi non li vediamo. Non possiamo. Non ancora…

Nota dell’autore:
Le citazioni, ove non specificato sono tratte dal film. Data una certa difficoltà nella gestione delle note, l’autore si riserva, qualora fosse necessario in seguito a rimostranze di altri autori, siti web, ecc., di correggere ove opportuno.

Note e Fonti:

  1. http://www.fantascienza.com/22067/arrival
  2. http://www.bibliotecagalattica.com/romanzi/storia_della_tua_vita.html
  3. http://www.mymovies.it/film/2016/storyofyourlife/pubblico/?id=754699
  4. https://it.wikipedia.org/wiki/Linguaggio_alieno
  5. http://www.mymovies.it/film/2016/storyofyourlife/news/cinemacheriflette/
  6. https://it.wikipedia.org/wiki/Linguaggio_alieno
  7. La fonte originaria dell’articolo, all’indirizzo: http://www.scienzainrete.it/contenuto/articolo/rosy-matrangolo/manuale-di-comunicazione-interstellare/novembre-2016; attualmente risulta Non Trovata.
  8. http://www.fantascienza.com/blog/stranoattrattore/2008/06/06/lorizzonte-postumano-e-la-civilizzazione-interstellare/
  9. http://www.mitiemisteri.it/esoterismo/geometria/cerchio.html
  10. http://www.lifegate.it/persone/stile-divita/nero_e_bianco_come_colori_di_trasformazione_e_di_rinascita
  11. http://semplici.emozioni.forumfree.it/?t=64257055
  12. http://www.visionealchemica.com/numerologia-il-numero-7-nel-destino/
  13. Valerio Caprara, Il Mattino, 19 gennaio 2017 in http://www.mymovies.it/film/2016/storyofyourlife/rassegnastampa/755452/
  14. http://www.fantascienza.com/11262/verso-una-civilta-di-tipo-i

http://www.mymovies.it/film/2016/storyofyourlife/
http://www.mymovies.it/film/2016/storyofyourlife/pubblico/?id=755274
http://www.mymovies.it/film/2016/storyofyourlife/pubblico/?id=755338
http://www.mymovies.it/film/2016/storyofyourlife/pubblico/?id=748291
http://www.mymovies.it/film/2016/storyofyourlife/rassegnastampa/748326/
http://www.fantascienza.com/21814/arrival-il-final-trailer-racconta-il-mistero
http://www.altrogiornale.org/manuale-di-comunicazione-interstellare/
https://www.nasa.gov/sites/default/files/files/Archaeology_Anthropology_and_Interstellar_Communication_TAGGED.pdf
https://it.wikipedia.org/wiki/Storie_della_tua_vita
http://www.visionealchemica.com/12-numero-sacro-della-trasformazione/
http://www.sciencemag.org/news/2016/11/linguists-new-sci-fi-film-arrival-cant-come-soon-enough?utm_campaign=news_daily_2016-11-11&et_rid=17056890&et_cid=985356
https://www.scientificamerican.com/article/alien-interpreters-how-linguists-would-talk-to-extraterrestrials/
http://www.mymovies.it/film/2016/storyofyourlife/news/scifituttaltrochederivativo/

Photo credits:  http://collider.com/arrival-review/, Warner Bros., Columbia Pictures, Nasa, http://astrocultura.uai.it/avvenimenti/sagan.htm

Independence Day: il ritorno

independence-day-resurgenceCinquant’anni fa, l’8 settembre 1966 la NBC, mandò in onda il primo episodio della saga di Star Trek, diventata un marchio della FS e dove tra le altre cose si parlava della Federazione Galattica dei Pianeti che, oggi a distanza di mezzo secolo, è ancora lungi dal divenire. Pochi giorni fa è uscita la notizia del remake del film Alien Nation (G. Baker, 1988) in cui gli alieni, sfuggiti al controllo di un’altra razza ET, arrivano con una gigantesca nave madre (mother-ship), chiedendo asilo alla popolazione terrestre ricevendo in cambio diffidenza e disprezzo. Esattamente a distanza di 20 anni è uscito un altro marchio fortunato Independence Day: rigenerazione, ancora con la firma del “grande distruttore” e ormai maestro indiscusso del catastrofico: Roland Emmerich. Dopo una sofferta rispolverata al cast, manca il pezzo grosso Will Smith, e con l’introduzione di nuovi personaggi: il presidente interpretato da Bill Pullman (in pensione, ma ancora presente e funzionale nella trama perché colpito da molte visioni su un possibile secondo attacco) è stato sostituito al timone della nazione più potente della Terra dalla presidente Lanford, l’attrice Sela Ward, donna dal carattere aggressivo, ma allo stesso tempo senza polso e senza carisma, in una sorta di augurio, forse profetico, per la senatrice Hillary Clinton, nella corsa alla Casa Bianca; l’introduzione di un nuovo personaggio interpretato dalla bravissima Charlotte Gainsbourg, specializzata nell’identificare i segnali lasciati dagli alieni sul nostro pianeta. Capitolo a parte per lo scienziato Levinson/Goldblum, addirittura a capo dell’Earth Space Defeance, una sorta di SDI Strategic Defeance Iniziative di reganiana memoria, ma che diversamente dalla realtà non si tratta solo di una serie di satelliti per la difesa, ma per l’aver costruito sulla Luna una potentissima stazione militare con tanto di cannone al plasma, e per aver progettato, usando retro ingegneria aliena un velivolo ibrido molto potente che agli ufologi potrebbe ricordare la vera flotta spaziale terrestre denominata Solar Warden che, secondo quanto scoperto dall’hacker Gary Mckinnon consta di 8 astronavi più 43 ricognitori piccoli ed opera sotto il comando del Naval Network Usa e lo Space Command Operations (1). Nel film, la civiltà umana, è riuscita a rimettersi in piedi ricostruendo tutte le città distrutte durante il prima attacco e anzi, adesso l’umanità è assai progredita, avendo a disposizione l’ingegneria aliena, e vive sotto un’unica bandiera, un’unica legge e in pace da vent’anni senza conflitti armati fra le varie nazioni: questa davvero noi la denominiamo fantascienza, ma è il primo motivo per il quale i potenti della Terra sono restii al famigerato Disclosure della presenza aliena sulla Terra in quanto tale rivelazione avrebbe l’effetto di un collante per tutti i popoli: il vero traino dell’economia mondiale, la guerra, i conflitti, la vendita delle armi, le varie differenze, le guerre sante e non, il terrorismo, ecc. scomparirebbero, e l’umanità respirerebbe la stessa aria (parafrasando JFK in un famoso discorso), non più inquinata e senza global warming ed è chiaro che tutto ciò andrebbe contro gli interessi del Nuovo Ordine Mondiale che si basa sul millenario concetto del divide et impera. Come accennato poc’anzi alcuni personaggi del primo film: il vecchio presidente, il simpatico dottor Okun interpretato ancora da Brent Spiner (il “Data” di Star Trek), il guerriero Congolese capo dei ribelli che hanno sconfitto gli ultimi alieni rimasti, sono perseguitati da visioni che si manifestano sottoforma di impulsi sonori che arrivano direttamente al cervello e che per quest’ultimo hanno a che fare con una sorta di linguaggio alieno con un preciso simbolo: il cerchio o in 3D una sfera. La letteratura ufologica è piena di esempi simili, si va dalla mappa stellare ricordata sotto ipnosi regressiva da Betty Hill (rapita insieme al marito, primo caso di abduction registrato), al codice binario di uno dei sottoufficiali nella foresta di Rendlesham in Inghilterra, in un IR2 nei pressi della base RAF di Woodbridge. E ora the arrival: l’arrivo, il ritorno. Tra parentesi, in The Arrival (D. Twohy, 1996), film interpretato da Charlie Sheen, radioastronomo, il quale scopre che l’aumento del riscaldamento globale (global warming) è causato da extraterrestri insediatisi nel sottosuolo terrestre. In Arrival (D. Villeneuve) in uscita a novembre, invece, viene usato un linguaggio simile al simbolo usato nel film in questione, che ha sempre come base il cerchio. Se nel primo film veniva detto che gli alieni, che parcheggiarono l’astronave madre lunga solo 500 km di diametro, nei pressi della Luna e che spostavano la loro civiltà di pianeta in pianeta per depredarne le risorse naturali, ora si scopre che in realtà la civiltà aliena non è stata del tutto distrutta, ma arrivano con un’altra mega astronave madre di quasi 5.000 km di diametro, con una propria gravità, e che atterra nell’oceano atlantico, da costa a costa. Se vi fanno paura le dimensioni e pensate che dimensioni del genere sono davvero incredibili, fate una breve ricerca in rete e vi accorgerete che alcuni satelliti hanno ripreso oggetti (astronavi aliene?) prossimi al sole delle dimensioni del pianeta Terra! Inoltre all’interno dell’immenso Ufo, in una sorta di alveare, vive la regina, concetto questo che rimanda naturalmente alla saga di Alien, che come nel film Aliens: scontro finale (J. Cameron, 1986), alla fine viene anch’essa uccisa. Stavolta lo scontro finale (sarà veramente l’ultimo?) si svolge come al solito nell’Area 51, diventata ormai il quartier generale delle forze armate terrestri. Se il nuovo I.D. sempre spettacolare dato l’apporto immancabile della computer graphics (CGI) e con gli alieni questa volta disegnati totalmente al computer non riuscirà, cinematograficamente, a rinverdire i fasti e il successo del primo film (1996) seppur definito dalla critica un videogioco, come visto ci sono alcuni concetti ed elementi che corroborano le tesi ufologiche e che hanno come novità inserita nella narrazione un concetto che va al di là dell’ufologia stessa, toccando le alte punte della cosiddetta esopolitica. Prima dell’arrivo dell’immensa nave spaziale, uno strano fenomeno preannuncia l’arrivo di una sonda aliena perfettamente sferica: la perfezione sferica è già di per sé un potente messaggio (v. il film Sfera di B. Levinson), appartenente ad un’altra civiltà aliena, ma che gli ottusi militari americani distruggono, dalla serie prima spari e poi fai domande. All’interno della sfera distrutta viene trovata un’altra sfera, ma di dimensioni molto più piccole, perfettamente liscia, levigata e di colore bianco, che in realtà ricorda il simbolo percepito da chi avvertiva il ronzio nelle orecchie, una sorta di Hard-Drive contenente tutta la scienza di una razza aliena giunta sulla Terra per avvertire del pericolo che stanno correndo, spiegando che anche la loro civiltà è stata attaccata dagli stessi alieni ostili. Non aggiungo altri spoiler, dico solo che il contenuto della piccola sfera, con interfaccia sonora umana potrebbe far balzare di colpo la nostra civiltà, secondo la scala di Kardashev, direttamente al Tipo III, che definisce una civiltà intergalattica. Ma il concetto può essere, come detto, ampliato, in questo caso non è stata applicata la famosa prima direttiva, tanto cara a Star Trek: una civiltà superiore non può interagire con una civiltà meno evoluta, in quanto l’evoluzione stessa deve seguire il proprio percorso. Nella realtà, purtroppo ciò non è avvenuto, gli alieni di tipo nordico, avvertirono l’umanità del pericolo portato dalla razza dei grigi (2), ma il governo americano in primis non dette ascolto a tale monito perché avevano già stipulato, nel 1954 nella base aerea di Muroc, il famigerato “patto scellerato”: tecnologia extraterrestre in cambio di vite umane.

Note e fonti:

1. http://www.universo7p.it/solar-warden-il-progetto-spaziale-top-secret/
2. http://www.hackthematrix.it/?p=7628?p=7628?p=762
http://www.fantascienza.com/21625/independence-day-rigenerazione-9-cose-da-sapere-sulla-nuova-invasione
wikipedia

Photo credits: www.fantascienza.com

Virus Versus 5: World War

elab«È la natura, il miglior serial killer vivente!».
La fatidica frase è tratta dal film World War Z (M. Forster, 2013), con la star Brad Pitt, basato sul libro di Max Brooks World War Z: An Oral History of the Zombie War.
Ebbene sì, siamo giunti al quinto capitolo sui virus, per poter leggere gli altri articoli precedenti potete consultare l’elenco completo del blog.
Il virus Zika «si sta diffondendo in maniera esplosiva» ha dichiarato il direttore generale dell’Oms Margaret Chan, che per forza di cose ha proclamato lo stato di emergenza sanitaria globale che in poche parole, significa, più o meno, pandemia. La tentazione però di cadere in facili allarmismi è molto facile, ma comunque, «il virus potrebbe infettare 3-4 milioni di persone nelle Americhe, 1,5 milioni delle quali in Brasile, dove, da meno di un anno a questa parte sono nati più di 4 mila bambini con microcefalia, una malformazione neurologica che comporta una crescita ridotta del volume del cervello e della circonferenza cranica, con possibili danni neurologici anche gravi»(1).
Le notizie però, esattamente come per l’Ebola, sono estremamente contraddittorie. Comunque «una relazione causale fra il virus Zika e le malformazioni dei neonati non è ancora stata stabilita, è solo fortemente sospettata».(2) Siamo sicuri però al 100% che quanto sta accadendo sia solo “colpa” della natura o come sempre più spesso accade c’è lo zampino umano?
Al diffondersi del nuovo virus killer, che si trasmette con la puntura della zanzara Aedes Aegypti, responsabile anche dei contagi di febbre Dengue e Chikungunya, compaiono i sintomi simili all’influenza, con febbre bassa, mal di testa, dolori articolari. Tramite le zanzare (vettori virali) il virus attacca l’embrione umano, soprattutto nel primo trimestre di gravidanza (aspetto questo molto importante come vedremo più avanti, nda).
Nel Regno Unito, intanto si dà il via alla prima modifica genetica degli embrioni umani, una delle pianificazioni dell’èlite di Potere che forse sta dando il via al progetto di riduzione della popolazione mondiale, infatti, negli incontri segreti delle èlite (CABAL-Illuminati), si è discusso spesso di tali argomenti, trattati diverse volte anche su questo blog.
La recente comparsa del focolaio del virus Zika in Brasile, che viene attualmente ricollegata alle zanzare geneticamente modificate che sono sviluppate dalla società di biotecnologie britannica Oxitec, finanziata dalla fondazione di Bill Gates e gentile signora…
«L’Oxitec introduce zanzare Aedes geneticamente modificate nelle foreste brasiliane dal 2011 per far fronte alla febbre Dengue. La società produce ben due milioni di zanzare geneticamente modificate a settimana nella propria sede di Campinas, in Brasile».(3)
Ma… sì purtroppo c’è ancora un ma: la correlazione tra virus e microcefalia, mi ha fatto accendere la classica lampadina. Collegando questi due fattori, un terzo elemento più forte e più avanzato potrebbe essere in gioco. Nel suo ultimo libro “Humans are not from Earth: a scientific evaluation of the evidence”, il ricercatore Ellis Silver «propone una teoria sulla provenienza della razza umana davvero al confine con la fantascienza, egli ritiene che gli esseri umani potrebbero non essere originari della Terra, ma essere stati ‘portati’ dall’esterno decine di migliaia di anni fa»(4). Tra i diversi punti elencati per spiegare la sua tesi, è interessante notare quanto afferma: «È strano che le teste dei neonati siano così grandi, rendendo difficile il parto, fino a provocare la morte della madre e del bambino». (idem)
Tutto questo si ricollega per forza di cose a uno degli aspetti più sconvolgenti dell’ufologia: il fenomeno conosciuto come adbuction.
È ormai accertato da testimonianze verbali, documentate e fisiche che molte donne rapite, in particolar modo, dalla specie detta “dei grigi”, vengono fecondate anche artificialmente (o rapite già in stato di gravidanza) e il feto rimosso dopo circa tre mesi di gestazione, facendo rimanere con un palmo di naso i “dottori” che sono interpellati per chiarire l’accaduto.
Gli ufologi non sanno ancora qual è il fine di tutto ciò, ovvero l’agenda degli alieni, soprattutto in questo caso specifico, molto probabilmente stanno creando una nuova razza ibrida per sopperire alla loro incapacità di procreare che ha portato la loro specie quasi all’estinzione, oppure popolare questo mondo in caso di catastrofe o un altro pianeta morente o ancora nel peggiore dei casi: la conquista e la colonizzazione di questo pianeta!
«Il problema è che molti non credono che qualcosa possa avvenire finchè non è già avvenuta, non è stupidità o debolezza, è solo la natura umana» (World war Z).

 

Note e Fonti:

1. http://www.corriere.it/salute/malattie_infettive/16_gennaio_28/virus-zika-esplosivo-potrebbe-contagiare-3-4-milioni-persone-fc775996-c5cb-11e5-b3b7-699cc16119c2.shtml1
2. http://www.luogocomune.net/LC/index.php/21-medicina-salute/4334-zika-la-nuova-ebola
3. http://www.segnidalcielo.it/nwo-dopo-il-virus-killer-zika-ora-si-passa-alla-manipolazione-degli-embrioni-umani/
4. http://www.ilnavigatorecurioso.it/2015/12/23/studioso-americano-gli-esseri-umani-non-provengono-dalla-terra-ma-da-un-altro-pianeta/
http://www.coscienza-universale.com/alieni/alieni-abduction-gravidanze-sintomi-blue-planet-project/
http://www.ilpost.it/2015/11/13/830-donne-muoiono-ogni-giorno-di-parto/
http://www.askanews.it/esteri/oms-dichiara-emergenza-sanitaria-mondiale-per-il-virus-zika_711723345.htm

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