L’alba della Terra
Il 20 luglio del 1969, avevo poco più di quattro anni.
Mi ricordo poco ora, i pochi rapidi flash che proprio in questi giorni dell’anniversario più importante(?) della storia umana, ritornano alla mente, vanno sempre più sbiadendosi quasi come le immagini della diretta televisiva in rigoroso bianco e nero. Quella notte ero nel lettone insieme ai miei genitori, nel mezzo, a guardare dal televisore Voxon, con tanto di stabilizzatore, la diretta della prima storica trasmissione della Rai tv. Forse vi sembrerà esagerato, ma anche se in tenera età riuscivo a capire il significato di tale evento. Mia madre, buon’anima, mi ripeteva spesso che sapevo ripetere i nomi dei tre astronauti: Neil Armstrong, Buzz Aldrin e Michael Collins, l’unico a non scendere sulla Luna ma che, quando si ritrovò sul lato oscuro della stessa, fu l’uomo più lontano dal pianeta Terra.
Erano le 4:56 del mattino -e non avevo chiuso occhio, come i milioni di telespettatori che videro la trasmissione con Tito Stagno che prima di battere le mani gridò «Ha toccato!», quando il comandante della missione Apollo 11, si staccò dalla scaletta del LEM e lasciò la mitica impronta del suo piede sul suolo del nostro unico satellite naturale. Da allora tutto il resto è storia.
La Luna è di diritto al primo posto nell’immaginario collettivo, da sempre, fin da quando l’uomo ha acquisito la coscienza di sè e ha alzato lo sguardo al cielo, chiedendosi che cosa fosse quel globo che illuminava, con la sua flebile luce, riflessa, le pericolose notti dell’uomo primitivo.
Quindi molto è stato detto in questi 50 anni. Addirittura come ormai tutti sanno, c’è chi dubita persino del fatto che sulla Luna non ci siamo mai stati. Io penso, invece, che ci siamo stati, forse non con L’Apollo 11 (il falso allunaggio venne effettuato solo per battere i russi), perché sono diverse le incongruenze, come ho evidenziato in questo post e in questa risorsa YouTube. Non starò a ripetere quindi quello che molti di voi, che come me si interessano di certi argomenti, sanno bene. Vorrei provare per una volta, quasi a girare la prospettiva, mettermi nei panni, non di Armstrong, ma soprattutto di Collins, che per primo vide la Luna da tutt’altra angolazione. Un evento quasi incredibile, proprio come hanno detto gli americani e come recita la famosa targa lasciata sul suolo lunare («Siamo venuti in pace per tutta l’umanità»), avrebbe dovuto, come evento di eccezionale portata unirci di più, indipendentemente dalla bandiera che tutt’ora forse sventola lassù. Ora tutto il genere umano, sarebbe dovuto essere appunto sotto una sola bandiera, con tutte le differenze, ma con un solo obiettivo: quello di cooperare per il bene della stessa. Inutile dire che così non è stato.
Ancora una volta l’uomo ha agito per interesse personale, o di uno stato, perdendo una grande occasione. Ci sarebbe da chiedersi adesso, quale potrebbe essere l’evento che, farebbe da collante. Un’apocalisse? Certo “un grande spavento” forse servirebbe, visto il decadimento della nostra civiltà, ma a quale prezzo? Il primo contatto con una civiltà aliena (gli ufologi sostengono che ve ne siano tracce anche sulla Luna), o una loro invasione? Non è proprio fantascienza, come già detto in passato, persino Reagan, in un famoso discorso all’Onu, negli anni ‘80, mise in guardia il mondo da una tale ipotesi.
Un’altra visione prospettica è il perché dal 1972, data dell’ultima missione con l’Apollo 17 (sebbene si pensi che in realtà ci siano state altre tre missioni top secret), nessun altro uomo, a parte i 12 astronauti delle varie missioni, vi ha mai più messo piede… e anche qui ci vorrebbe un punto interrogativo.
Diciassette missioni del Programma Apollo, in poco più dieci anni e di colpo: stop! Perché? Finiti i fondi? Probabile. Tecnologia obsoleta? Forse. Ma in questo senso ricordo a quanti non ci abbiano fatto caso che dal primo volo dei fratelli Wright, nel 1903, che durò solo pochi secondi per un centinaio di metri, in soli 67 anni abbiamo compiuto il «grande balzo». Televisori in B/N, i primi elettrodomestici e automobili dal design anacronistico rispetto al vettore Saturn 5 eppure, il razzo è riuscito a sconfiggere la gravità terrestre; altro dubbio per chi sostiene che l’uomo non può andare oltre l’orbita terrestre, come non può superare le cosiddette fasce di Van Allen.
E allora perché in questi 50 anni la Luna non è stata colonizzata? Perché non abbiamo almeno una base stabile? No. Non sono domande che rimarranno senza risposta. Proprio l’altro ieri è andato in onda, su Focus, dopo la discutibile revisione del segretario del Cicap Massimo Polidoro e di Paolo Attivissimo, il film La grande corsa allo spazio di Paul J. Hildebrand (2016). Nel film oltre ad illustrare le prossime missioni, un membro del governo asserì che le missioni lunari, a suo tempo, sarebbero state annullate per questioni di «difesa». Ora, se è risaputo che la NASA, l’ente spaziale americano, è militarizzato, da cosa dovremmo difenderci? E da chi?
Un antico proverbio africano recita: «Solo Dio può camminare sulla Luna», sembra quasi un mònito e anche se la Luna, fa palpitare da sempre i cuori degli innamorati, e di chi guarda ad essa come uno scolaretto alle prime lezioni, resta sempre una severa maestra.
Credit: photo Apollo 8, © Nasa