Archives for : clima

La minaccia silenziosa

Di invasioni principalmente aliene nel cinema di fantascienza ci sono e ce ne saranno ancora molte, non ultimo Arrival, nelle sale dal prossimo 19 gennaio. Dallo spazio è arrivato praticamente di tutto, extraterrestri di ogni forma e tipo a parte, sono giunti sul nostro martoriato (dal cinema e non solo) pianeta: virus, piante assassine, baccelli, dna che ha permesso la nascita di bambini superdotati, ma anche cervelli, materiale gelatinoso (blob), ecc. Ma che cosa succederebbe se la minaccia, arrivasse invece che dalla volta celeste, direttamente dall’ecosistema terrestre? Spoiler: per chi avesse la fobie degli insetti, in particolare delle formiche, si consiglia di non leggere più avanti. Già perchè le piccole bestiole a sei zampe sono considerate dagli esperti, l’insetto a più alto potenziale per divenire appunto una specie invasiva globale.
In un primo momento potrebbe sembrare una cosa ridicola: quante volte ci siamo soffermati a guardare quelle frenetiche creaturine entrare ed uscire velocemente da ogni formicaio? E quante volte, nel momento di schiacciarne una non ci siamo sentiti come un dio? Per molti infatti non rappresentano nemmeno un pericolo, al massimo un fastidio, quando infestano una casa, non sarebbe quindi nemmeno una guerra tra noi e loro, «ma uno sterminio» (La guerra dei mondi, S. Spielberg, 2005). Non è così. Nei giorni scorsi sono apparsi alcuni articoli (citati nelle fonti) che parlano proprio di questo particolare argomento che sembra fantascienza allo stato puro, e l’umanità, come nei classici film: Assalto alla Terra (G. Douglas, 1954), Furia bianca (B. Haskin, 1954), Fase IV: distruzione Terra (S. Bass, 1973), Marabunta: minaccia alla Terra (J. Charleston, 1997), e altri meno noti, potrebbe sembrare impreparata ad affrontare una simile minaccia. Tuttavia però gli scienziati che studiano il fenomeno, i mirmecologi(1) sono, e da parecchio tempo, già al lavoro. Quello che hanno scoperto è a dir poco sensazionale.

lepisiota_canescens

Ma facciamo un passo indietro, per una piccola grande storia tutta italiana. Negli anni ’60 l’intellettuale rivoluzionario antifascista Aldo Braibanti (la cui triste storia personale non è oggetto di questo testo), appassionato studioso delle formiche, tanto da essere considerato un vero esperto in materia, in un intervista, alla domanda del giornalista che gli chiese se un giorno ci potesse essere una guerra tra l’uomo e le formiche, Braibanti rispose che se il clima dovesse cambiare sarebbe un’ipotesi molto probabile(2). Inutile dire che il clima non sta, ma è già cambiato.
E i piccoli, silenziosi, animaletti, si sono, per così dire, subito messi in marcia. E sono addirittura due le formiche che stanno muovendo alla conquista del pianeta Terra. Entrambe appartenenti all’Ordine delle Hymenoptere e alla Famiglia delle Formicidae, sono rispettivamente la Lepisiota Canescens e la Linepithema Humile, quest’ultima inserita dagli esperti, tra le 100 specie più invasive del pianeta. La Lepisiota Canescens è originaria delle foreste etiopi, capace di formare delle super colonie che si possono estendere anche per quasi 40 km; lo studio, portato avanti dal Museo di Scienze Naturali del North Carolina dalla dott.ssa M. Sorger, ha dimostrato che la Lepisiota dopo aver invaso altri territori, sta avanzando in altri habitat, come terreni agricoli ma soprattutto urbani, prediligendo strade di recente costruzione e altre strutture.
La Linepithema Humile, invece è originaria del Sudamerica, nello specifico proviene dal bacino del fiume Paranà tra Argentina, Uruguay, Paraguay e la parte meridionale del Brasile.

linepithema_humile

Gli esperti la considerano come detto, temibile e altamente invasiva, infatti ora il suo dominio si estende anche al Nord America, all’Europa meridionale (Francia, Spagna, Italia), in Africa come in Giappone e fino all’Australia e alla Nuova Zelanda!
In tutte queste zone del mondo ha causato già seri problemi alle colture e persino agli animali. Avanzando, praticamente distrugge ogni cosa che gli capita a tiro, uccidendo senza pietà, in primis, le altre formiche autoctone, che non appartengono alla sua specie; come un esercito che procede compatto assimila al suo interno gli altri formicai della stessa specie combattendo unite.
Niente sembra ostacolare la pericolosa marcia: gli scienziati increduli si chiedono come questo sia possibile. L’incontrollata espansione è favorita altresì da un involontario, ma decisivo, intervento antropico alloctono(3): lo sviluppo, diventato globale, dei trasporti: navi, aerei, treni, tutto fa al caso. In pratica una Regina potrebbe finire accidentalmente nel bagaglio di ognuno di noi e il gioco è fatto.
Se qualcuno, come al solito avesse ancora dei dubbi per cose che sfuggono alla propria comprensione, tengo a precisare che il rapporto tra l’uomo e le formiche, lo studio e la loro osservazione, ha radici molto profonde che risalgono addirittura quasi all’inizio della storia umana: ne parlano il saggio re Salomone nella Bibbia (Proverbi: 6,6) e lo storico Plinio. Arrivando ai giorni nostri, nel 1952, Italo Calvino scrisse il racconto La formica argentina e sull’invasione di quest’ultima nella zona della riviera di Ponente ligure (fatto storico realmente accaduto). Nel romanzo egli racconta  il male di vivere, e il pericolo che viene dalla natura:  «Se lui ci avesse parlato di formiche […] noi avremmo pensato di trovarci contro un nemico concreto, numerabile, con un corpo, un peso. […] creature di quelle che si possono toccare, smuovere, come i gatti, i conigli. Qui avevamo di fronte un nemico come la nebbia o la sabbia, contro cui la forza non vale»(4).

Note e fonti:

  1. La mirmecologia è una branca della zoologia, o più precisamente dell’entomologia, che si occupa dello studio delle formiche, della loro evoluta vita sociale e di tutto quello che le riguarda (Wikipedia).
  2. Da Il giorno e la storia, Rai Storia, puntata del 05.12.2016.
  3. Per specie aliena, in biologia, si intende una qualsiasi specie vivente (animale, vegetale o fungo) che, a causa dell’azione dell’uomo (intenzionale o accidentale), si trova ad abitare e colonizzare un territorio diverso dal suo reale. In tal caso, si parla anche di specie alloctona (Wikipedia).
  4. https://it.wikipedia.org/wiki/La_formica_argentina

http://www.segnidalcielo.it/super-colonie-di-formiche-si-stanno-preparando-allinvasione-globale/
http://www.ilnavigatorecurioso.it/2016/11/09/la-guerra-mondiale-piu-rovinosa-e-in-atto-adesso-e-la-conduce-la-formica-argentina/

Photo credits: Wikipedia

Il Global Warning e il Rispetto per il Creato

Parte Prima

Gli eventi cosiddetti “estremi” dal punto di vista climatico, e non, sembra stiano aumentando in tutto il mondo.
In Google, basta digitare appunto le parole, “eventi estremi”, e il più famoso motore di ricerca, in 0,32 secondi da un totale di 793.000 risultati e questo logicamente tenendo conto solo i siti in lingua italiana.
Uno degli eventi più particolari è l’incessante moria delle api che ormai viene registrata in tutto il mondo. Einstein disse che qualora le api scomparissero all’uomo resterebbero solo quattro anni di vita. Nel film E venne il giorno (M. Night Shymalan, 2008), si parla di «Un atto della natura che non capiremo mai del tutto».
Questo è solo uno dei tanti esempi, ma si potrebbe continuare con l’aumento delle eruzioni vulcaniche (in Indonesia sono addirittura 5 i vulcani che contemporaneamente sono in eruzione), per non parlare poi dell’attività umana dovuta principalmente all’utilizzo di HAARP e al fenomeno delle scie chimiche che stanno irrimediabilmente alterando, per scopi ancora non del tutto chiari, l’atmosfera terrestre come si può benissimo vedere dalla foto a fianco, fonte Nasa, che mostra un immagine del nostro pianeta ripresa negli anni 2000 e oggi nel 2015, come potete notare la differenza è evidentissima.
Notizie come questa non vengono in alcun modo prese in considerazione dai media mainstream, perchè: «il loro scopo non è quello di informare ma l’esatto contrario: indottrinare e deviare le masse… Distrarre i sudditi, deviandone e conformandone il pensiero generale… uno degli elementi principi del controllo sociale» (http://www.disinformazione.it/bimbo_vegano_denutrito.htm).
Le voci fuori dal coro sono tante, ma come ormai ripetuto spesso, appartengono a quei ricercatori che con mente più aperta e spirito più critico, riescono ad approfondire tali temi. Eppure, non può essere considerata certo una voce fuori dal coro, anzi una fonte e una voce autorevole viene, inaspettatamente, ma non tanto, addirittura dal Vaticano.
Infatti, Papa Francesco nella sua ultima Enciclica Laudato si’ (della quale se ne consiglia caldamente la lettura, scaricando il testo direttamente dal sito del Vaticano), specifica fin nei minimi termini l’importanza e soprattutto il rispetto per il Creato.
Molti sono i passi che si possono estrapolare dal vibrante testo, semplice, incisivo e soprattutto chiaro di S.S.
Già nel lontano 1971, Paolo VI parlò della drammaticità della situazione, ammonendo l’uomo sul rischio di distruggere la natura fino a diventare «vittima di siffatta degradazione» (Laudato si’, pag. 4).
Anche San Giovanni Paolo II disse che: «L’essere umano sembra non percepire altri significati del suo ambiente naturale, ma solamente quelli che servono ai fini di un immediato uso e consumo» (pag. 5), quello che in realtà succede proprio ora.
Papa Francesco con lucida fermezza dice che: «se non parliamo più il linguaggio della fraternità e della bellezza nella nostra relazione con il mondo, i nostri atteggiamenti saranno quelli del dominatore, del consumatore o del mero sfruttatore delle risorse naturali, incapace di porre un limite ai suoi interessi immediati» (pag.11).
Sua Santità, leggendo più avanti critica il nuovo paradigma e «alle forme di potere che derivano dalla tecnologia» (pag.15). Quella tecnologia che, «legata alla finanza, pretende di essere l’unica soluzione dei problemi» (pag.19).
Come accennato in precedenza «è vero che ci sono altri fattori (quali il vulcanismo, le variazioni dell’orbita e dell’asse terrestre, il ciclo solare)» (pag. 21), allargando il discorso rivolgendo lo sguardo a problemi di ordine cosmico e della possibile esistenza del grande perturbatore, come vedremo in altra occasione, Papa Francesco quindi parla di «cambiamenti climatici inauditi», di una «distruzione senza precedenti degli ecosistemi» fino a sostenere fermamente che ci saranno «gravi conseguenze per tutti noi». (pag. 22).
Non solo ma Francesco a proposito dei cambiamenti climatici, afferma che questi avverranno «con gravi implicazioni ambientali, sociali, economiche, distributive e politiche, e costituiscono una delle principali sfide attuali per l’umanità»(idem).
Parole e concetti espressi anche dal presidente Obama che nel presentare il suo piano per risolvere la questione climatica cita Francesco e la sua Enciclica (http://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/2015/08/02/clima-obama-annunciasvolta_4544e91f-7428-42a0-a2ca-18cd2ed31656.html).
Giustamente quindi «l’intervento umano, spesso al servizio della finanza e del consumismo, in realtà fa sì che la terra in cui viviamo diventi meno ricca e bella, sempre più limitata e grigia (v. foto, nda), mentre contemporaneamente lo sviluppo della tecnologia e delle offerte di consumo continua ad avanzare senza limiti» (pag. 29).
Come vedete traspare una verità di fondo incontestabile, battendo colpo il Papa cita gli enormi interessi economici internazionali che mettono in pericolo le sovranità nazionali (Cfr. pag. 31).
Tutto questo non può che sfogare «nei conflitti generati dalla mancanza di risorse e in tanti problemi che non trovano spazio sufficiente nelle agende del mondo» (pag. 37).
Quindi succede che «invece di risolvere i problemi dei poveri e pensare a un mondo diverso, alcuni si limitano a proporre una riduzione della natalità» (pag. 38).
E qui entriamo in un vero e proprio campo minato perché questo sarebbe il fine del NWO: ridurre drasticamente la popolazione mondiale con l’uso di armi di distruzione di massa.
Negli Stati Uniti, in Georgia i potenti del Nuovo Ordine Mondiale hanno eretto addirittura un monumento, dove sono incisi particolari comandamenti definiti i 10 comandamenti moderni scritti in otto lingue diverse. Fra tutti spicca il primo: «Mantenere l’umanità sotto i 500 milioni, in equilibrio perpetuo con la natura».
«Con queste nuove informazioni, le finalità delle Guidestones diventano molto chiare, lasciando poco spazio alle ipotesi… il monumento è quindi la prova di un collegamento esistente tra società segrete, l’èlite del mondo e la spinta verso un Nuovo Ordine Mondiale» (https://neovitruvian.wordpress.com/2010/11/17/georgia-guidestones-i-comandamenti-del-nwo/).
Il Santo Padre continua nella sua sferzante analisi sull’attuale sistema economico mondiale, sulla speculazione, sul potere dei mercati che tutto ignorano tranne i loro interessi, fino a sostenere che: «Se qualcuno osservasse dall’esterno (un’ipotetica avanzata civiltà extraterrestre? Nda), si stupirebbe di fronte a un simile comportamento che a volte sembra suicida» (pag. 44).
In questo caso l’essere umano si comporta naturalmente come se nulla fosse.

Fonti:
Lettera Enciclica “Laudato Si’” Del Santo Padre Francesco sulla Cura della Casa Comune, Tipografia Vaticana.
Georgia Guidestones, in Wikipedia
http://www.segnidalcielo.it/leruzione-contemporanea-di-5-vulcani-sta-oscurando-i-cieli-dellindonesia/
http://www.segnidalcielo.it/geoingegneria-e-scie-chimiche-stanno-distruggendo-il-pianeta-terra/

Il Medio Evo prossimo venturo

«Sapevo che sarebbe successo. Questo o qualcosa di simile. C’erano stati segnali. Sì, tutti pensavano che fossero sciocchezze…».
Questa citazione è tratta da uno degli asciutti dialoghi del film The Road diretto da John Hillcoat nel 2009, a sua volta tratto dal romanzo omonimo di Cormac McCarthy (2006), vincitore del Premio Pulitzer l’anno successivo. Nel film non è specificato il cataclisma che ha spazzato via quasi l’intera umanità, ridotta ormai ad un numero irrisorio di individui che vagano sulla superficie di un pianeta ormai morto. Nessun animale, nessun filo d’erba, con gli alberi, sinistri scheletri, che cadono con un tonfo sordo.
Cataclisma naturale, o antropico, oppure un mix di entrambi? Non lo sappiamo e non ha importanza e, anche se in un certo senso in alcuni post precedenti se ne era già parlato, alcuni fatti stanno attirando l’attenzione generale, tenuto conto che da qualche tempo, aspettavo lo spunto per ritornare sull’argomento.
Navigando in rete ci sono moltissime risorse, notizie e siti, lontani anni luce dall’informazione mainstream, che trattano questi argomenti, però sono pochi quelli che attuano una sorta di crossover, riuscendo ad unire fatti con un contenuto diverso, ma che alla fine portano tutte ad una ben precisa sensazione: quella che qualcosa di grosso si stia preparando.
Fenomeni globali che comprendono clima, vulcani, terremoti, sinkhole, sinistri suoni e boati su tutta la Terra, la minaccia del Sole (ultima CME il 2 agosto), di virus letali, eventi estremi ma, eventi anche di tutt’altro genere, come ad esempio l’acutizzarsi della crisi sociale dovuta principalmente all’aspetto economico, l’acuirsi di conflitti in tutto il mondo come le ostilità in Ucraina, la sempre più zona calda in Medio Oriente con le guerre in Siria, Iraq (False Flag studiate a tavolino?) e l’eterno scontro a Gaza dove continua la strage di innocenti, tutte prove per il NWO che ormai sembra essere proprio dietro l’angolo. Con Mario Draghi che sentenzia: «I governi cedano la sovranità», una frase proprio in stile Nuovo Ordine Mondiale.
Ed è proprio da quello che sembra il braccio secolare del NWO che arrivano le prime avvisaglie: «Vogliono farci tornare al Medio Evo», è ciò che si legge nell’articolo a firma di Enrico Franceschini, ed è quanto emerge dall’ultima riunione dell’ormai famigerato gruppo Bilderberg. Nei tre giorni d’incontro avvenuto ultimamente alle porte di Londra i membri del club più esclusivo del mondo hanno stabilito la propria agenda che con procedimento a cascata si ripercuoterà inevitabilmente su tutti i governi del globo.
Di riflesso, potremmo essere la prima specie intelligente a causare la distruzione totale del proprio habitat, volenti o meno presto dovremo confrontarci con le nostre più grandi paure e se continueremo a sfruttare in maniera quasi ossessiva l’ambiente circostante, la situazione non può che peggiorare a vista d’occhio: quale sarà il destino del pianeta Terra?
Thomas Malthus (1766-1834), economista e demografo inglese già in tempi non sospetti, due secoli fa, disse che: «la popolazione mondiale non può crescere illimitatamente perché le risorse del nostro pianeta sono limitate»(1), tanto da meritarsi l’appellativo di “lugubre parroco”, ma non è lugubre, anzi, il dato di fatto che il 19 agosto è stato il giorno dell’Overshoot Day, cioè «abbiamo prelevato più di quanto avevamo a disposizione fino a dicembre».
Dal 2000, secondo i calcoli del Global Footprint Network, il prelievo, se così si può dire, è drasticamente aumentato e di conseguenza, l’Earth Overshoot Day si é spostato da inizio ottobre nel 2000 al 19 agosto di quest’anno(2).
Nel 1964, l’astronomo russo Nikolai Kardashev, propose una sua interessante tabella: in base alla quantità di energia che ogni civiltà potrebbe disporre, ci sono tre diversi tipi di civiltà tecnologicamente avanzate nell’universo. Quella che ci interessa in questo caso è la Civiltà di “Tipo I”, cioè una civiltà in grado di utilizzare (in modo indolore, aggiungo io), tutta l’energia disponibile sul proprio pianeta (nel nostro caso, la Terra). Ma dove si colloca, in questo caso, la nostra civiltà? Ebbene, secondo Kardashev, per ora, la nostra civiltà è, per usare un termine sportivo, ancora inchiodata al palo, cioè è di “Tipo 0”.
Per la verità, sempre secondo Kardashev siamo al punto 0,72, una civiltà basata sull’economia di mercato; ma, secondo me, siamo ancora più indietro, al punto 0,4: una civiltà in cui le classi inferiori producono i beni per le classi superiori che si dedicano solo al consumo di questi: il Medio Evo, appunto.
Quindi a che cosa dobbiamo prepararci? A tutto, in precedenza abbiamo accennato al clima, ormai definitivamente messo sotto controllo intelligente tanto da permettere di causare disastri controllati in aree ben delimitate (guerre climatiche). Lo sdoganamento di virus più o meno letali: Aids, Ebola come detto, virus creato per testare nuovi farmaci, sperimentato e raffinato dai militari, per ottenere così una potente arma biologica, e ancora Dengue, morbo di Marburg e l’ultimo arrivato, dal nome quasi impronunciabile: il virus Chikungunya.
E per finire la costante minaccia del Sole con le sue devastanti Espulsioni di Massa Coronale che se investissero direttamente il nostro pianeta con un’onda elettromagnetica, tutta la tecnologia e le strumentazioni elettroniche sarebbero bruciate all’istante. Impossibile? È già successo, nel 1859, fenomeno conosciuto come “evento Carrington”, dal nome dello scienziato che si accorse dell’accaduto.
Di colpo la nostra fragile, sonnolenta e corrotta civiltà tornerebbe indietro di secoli. Per non parlare poi dell’evento di Livello Estintivo conosciuto come Super Flare, in grado di incenerire in pochi attimi tutto il pianeta. Cosa fare quindi? Pregare? Non sarebbe una cattiva idea, visti i tempi. Ma basterebbe?
«Se c’è un Dio lassù, a quest’ora ci ha già voltato le spalle. E chiunque ha creato l’umanità non troverà alcuna umanità qui. Nossignore… » (The Road).

Note:
1. I. Robertson, Sociologia, Bologna, Zanichelli, 1988.
2. Fonte retecivicaitaliana.it

Altre fonti, oltre a quelle con link nel testo:
http://altrogiornale.org/natura-gli-eventi-precipitano/
http://www.ilvelino.it/it/article/2014/05/27/papa-questo-sistema-economico-disumano-per-mantenersi-scarta-le-persone/41eed49d-198a-478c-a9ab-8221cbfe3f32/
http://altrogiornale.org/tempesta-solare-disastro-annunciato/
http://www.disinformazione.it/due_piccioni.htm
http://www.segnidalcielo.it/2014/08/26/aumento-terremoti-strani-suoni-e-crateri-giganti-cosa-sta-succedendo-alla-terra/
http://www.disinformazione.it/ebola2.htm

La rovina delle anime

Sistema solare copia.jpgWhitley Strieber nel suo romanzo best seller dal titolo “2012 L’Apocalisse” (Newton Compton Editori), inizia proprio con questo titolo la seconda parte del suo sorprendente lavoro. Dopo la preghiera a San Michele Arcangelo di Papa Leone XIII, è riportato un versetto tratto da “Dopo un grande dolore, viene un senso solenne” di Emily Dickinson:

«Questa è l’ora plumbea
chi sopravvive la ricorda
come gli assiderati rammentano la neve
Prima il freddo… poi lo stupore… infine il lasciarsi andare»
.

Oggi è il 15 marzo 2011, un’altra delle date definite quasi apocalittiche dai catastrofisti. Nello specifico si tratta di un particolare allineamento planetario che coinvolge il Sole, la Terra, Marte, Giove, Urano e la fantomatica nana bruna “Tyche”, la cui esistenza è ancora da confermare definitivamente da parte della Nasa alle prese con le verifiche dei dati trasmessi dal satellite WISE. Inoltre c’è da aggiungere l’affaire Elenin, la cometa scoperta “solo” nel dicembre scorso, e che sta facendo letteralmente impazzire gli scienziati in particolare quelli russi che hanno allertato il Primo Ministro Medved. In più la Terra sta facendo in questi giorni una scorpacciata di raggi X che però a differenza delle altre volte sembra non provengano, come normalmente dovrebbe essere, dal sole…
Ma ritorniamo sulla Terra. Chiaramente la citazione precedente è un riferimento e ricordo alla reale apocalisse avvenuta pochi giorni fa in Giappone: uno dei terremoti più potenti della storia, almeno da quando esistono le misurazioni e relativo tsunami con conseguente pericolo nucleare dovuto ai danni causati alla centrale atomica di Fukushima, nella quale proprio oggi si è verificata una nuova esplosione.
E come se non bastasse anche il vulcano giapponese Shinmoedake ha ripreso la sua attività.
Non solo, ma recentemente e in tutto il mondo oltre alle strane, troppe, morie di animali, soprattutto uccelli e pesci, si stanno riscontrando la presenza di allarmanti, grosse crepe nel terreno, in alcuni casi senza attività sismica. Se non è davvero un’ora plumbea questa, poco ci manca, ma quel che conta è che davvero sembra esserci un senso solenne dopo un così grande dolore. Un dolore che non colpisce però solo fisicamente il corpo ma ogni singolo brandello dell’essere umano fino al più profondo dell’anima. Un’anima che sembra smarrirsi sempre di più, gelata da uno stupore quasi allucinante e che potrebbe davvero lasciarsi andare.

Commenti_la rovina delle anime

Siamo tutti uno

we-are-one-cover-it.jpgAccogliendo l’invito di Sara Fumagalli di Survival International, scrivo questo post per raccomandarvi la lettura di un bellissimo ed importante libro, dal suggestivo titolo: Siamo tutti uno. Realizzato a cura di Joanna Eede con la collaborazione della stessa Survival International il libro raccoglie “voci ed immagini di popoli di ogni continente”, primo fra tutti quella di Davi Kopenawa capo della tribù amazzonica degli Yanomani, che tra l’altro esprime un concetto dalla dirompente semplicità: «Condividiamo tutti la stessa umanità e a unirci è nostra madre, la Terra». Frase questa che rimanda alle parole di J. F. Kennedy che il 28 ottobre 1962 in un Discorso alla Nazione, disse: «… Perché in ultima analisi, il legame fondamentale che unisce tutti noi è che abitiamo tutti su questo piccolo pianeta…». Il libro quindi, rispecchiando in parte, quanto detto nel post precedente, mette in risalto «le più grandi preoccupazioni umanitarie e ambientali contemporanee: i cambiamenti climatici e la distruzione delle foreste, la necessità di anteporre i valori umani agli interessi economici, l’urgenza di riformulare le nozioni di progresso e di sviluppo e (soprattutto, nda) l’opportunità preziosa che i popoli indigeni ci offrono di riflettere sui concetti di equilibrio, umiltà e reciprocità, oggi più importanti che mai». Tra i vari contributi scritti da eminenti personalità da sempre impegnate nella sensibilizzazione verso argomenti, ad alto contenuto ecologico ed umanitario, oltre al già citato Davi Kopenawa, spiccano anche i saggi di Claude Levi-Strauss, Noam Chomsky e della star hollywoodiana Richard Gere da anni in prima linea nel sostegno alle popolazioni buddiste tibetane.

Civiltà Post Carbon

copertina.jpgCome affrontare l’ormai pressante incertezza energetica e climatica? Se l’è chiesto il Post Carbon Institute, che ha recentemente pubblicato, a firma di Daniel Lerch, membro dello stesso istituto, la guida, “Post Carbon Cities: come affrontare l’incertezza energetica e climatica”. La guida (nell’immagine la copertina) “Post Carbon Cities”, che illustra anche il Picco del Petrolio e il Riscaldamento Globale, è stata recentemente presentata, nell’edizione italiana, lo scorso sabato 11 settembre, in un incontro tenuto ad Acciaroli (Sa). Il testo integrale, scaricabile al sito www.indipendenzaenergetica.it offre soprattutto una chiave per cercare di risolvere la situazione in quanto nasce da una profonda conoscenza dell’argomento, già a partire dall’introduzione all’edizione italiana a firma di Dario Tamburrano. Nell’introduzione, che potete leggere integralmente sempre sul sito sopra citato, Tamburrano scrive: «il passaggio ad una civiltà cosiddetta Post Carbon, consistente nel progressivo affrancamento dalle fonti fossili in esaurimento e la volontaria riduzione di quelle attività antropiche incompatibili con la stabilità climatica e la salute degli ecosistemi». L’emergenza energetica e climatica, per certi versi è considerata ancora un argomento tabù o quanto meno circondata da un immancabile, ma poco scientifico, scetticismo, soprattutto da chi definisce allarmistiche o addirittura visionarie certe ricerche. Per ricredersi, basta leggere però, quanto riportato sul sito di Transition Italia, il nodo italiano della Rete internazionale di Transizione, dove si legge che se i Lloyds di Londra, «la più famosa compagnia assicurativa del mondo, cominciano a spiegare alle aziende come stanno le cose, allora vuole proprio dire che ci siamo (…)». Ma la frase forse più interessante del testo introduttivo, che consiglio caldamente di leggere e che data l’importanza meriterebbe di essere diffuso in maniera più capillare, è questa: «le maggiori difficoltà consistono proprio nel riconoscere ed abbattere quel muro di dogmi culturali, interessi economici e resistenze psicologiche operanti per il mantenimento dello status quo». Frase questa che avvicina il contenuto del testo alle tematiche di frontiera perché rispondente alle stesse logiche.