Accogliendo l’invito di Sara Fumagalli di Survival International, scrivo questo post per raccomandarvi la lettura di un bellissimo ed importante libro, dal suggestivo titolo: Siamo tutti uno. Realizzato a cura di Joanna Eede con la collaborazione della stessa Survival International il libro raccoglie “voci ed immagini di popoli di ogni continente”, primo fra tutti quella di Davi Kopenawa capo della tribù amazzonica degli Yanomani, che tra l’altro esprime un concetto dalla dirompente semplicità: «Condividiamo tutti la stessa umanità e a unirci è nostra madre, la Terra». Frase questa che rimanda alle parole di J. F. Kennedy che il 28 ottobre 1962 in un Discorso alla Nazione, disse: «… Perché in ultima analisi, il legame fondamentale che unisce tutti noi è che abitiamo tutti su questo piccolo pianeta…». Il libro quindi, rispecchiando in parte, quanto detto nel post precedente, mette in risalto «le più grandi preoccupazioni umanitarie e ambientali contemporanee: i cambiamenti climatici e la distruzione delle foreste, la necessità di anteporre i valori umani agli interessi economici, l’urgenza di riformulare le nozioni di progresso e di sviluppo e (soprattutto, nda) l’opportunità preziosa che i popoli indigeni ci offrono di riflettere sui concetti di equilibrio, umiltà e reciprocità, oggi più importanti che mai». Tra i vari contributi scritti da eminenti personalità da sempre impegnate nella sensibilizzazione verso argomenti, ad alto contenuto ecologico ed umanitario, oltre al già citato Davi Kopenawa, spiccano anche i saggi di Claude Levi-Strauss, Noam Chomsky e della star hollywoodiana Richard Gere da anni in prima linea nel sostegno alle popolazioni buddiste tibetane.
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