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Il Medio Evo prossimo venturo

«Sapevo che sarebbe successo. Questo o qualcosa di simile. C’erano stati segnali. Sì, tutti pensavano che fossero sciocchezze…».
Questa citazione è tratta da uno degli asciutti dialoghi del film The Road diretto da John Hillcoat nel 2009, a sua volta tratto dal romanzo omonimo di Cormac McCarthy (2006), vincitore del Premio Pulitzer l’anno successivo. Nel film non è specificato il cataclisma che ha spazzato via quasi l’intera umanità, ridotta ormai ad un numero irrisorio di individui che vagano sulla superficie di un pianeta ormai morto. Nessun animale, nessun filo d’erba, con gli alberi, sinistri scheletri, che cadono con un tonfo sordo.
Cataclisma naturale, o antropico, oppure un mix di entrambi? Non lo sappiamo e non ha importanza e, anche se in un certo senso in alcuni post precedenti se ne era già parlato, alcuni fatti stanno attirando l’attenzione generale, tenuto conto che da qualche tempo, aspettavo lo spunto per ritornare sull’argomento.
Navigando in rete ci sono moltissime risorse, notizie e siti, lontani anni luce dall’informazione mainstream, che trattano questi argomenti, però sono pochi quelli che attuano una sorta di crossover, riuscendo ad unire fatti con un contenuto diverso, ma che alla fine portano tutte ad una ben precisa sensazione: quella che qualcosa di grosso si stia preparando.
Fenomeni globali che comprendono clima, vulcani, terremoti, sinkhole, sinistri suoni e boati su tutta la Terra, la minaccia del Sole (ultima CME il 2 agosto), di virus letali, eventi estremi ma, eventi anche di tutt’altro genere, come ad esempio l’acutizzarsi della crisi sociale dovuta principalmente all’aspetto economico, l’acuirsi di conflitti in tutto il mondo come le ostilità in Ucraina, la sempre più zona calda in Medio Oriente con le guerre in Siria, Iraq (False Flag studiate a tavolino?) e l’eterno scontro a Gaza dove continua la strage di innocenti, tutte prove per il NWO che ormai sembra essere proprio dietro l’angolo. Con Mario Draghi che sentenzia: «I governi cedano la sovranità», una frase proprio in stile Nuovo Ordine Mondiale.
Ed è proprio da quello che sembra il braccio secolare del NWO che arrivano le prime avvisaglie: «Vogliono farci tornare al Medio Evo», è ciò che si legge nell’articolo a firma di Enrico Franceschini, ed è quanto emerge dall’ultima riunione dell’ormai famigerato gruppo Bilderberg. Nei tre giorni d’incontro avvenuto ultimamente alle porte di Londra i membri del club più esclusivo del mondo hanno stabilito la propria agenda che con procedimento a cascata si ripercuoterà inevitabilmente su tutti i governi del globo.
Di riflesso, potremmo essere la prima specie intelligente a causare la distruzione totale del proprio habitat, volenti o meno presto dovremo confrontarci con le nostre più grandi paure e se continueremo a sfruttare in maniera quasi ossessiva l’ambiente circostante, la situazione non può che peggiorare a vista d’occhio: quale sarà il destino del pianeta Terra?
Thomas Malthus (1766-1834), economista e demografo inglese già in tempi non sospetti, due secoli fa, disse che: «la popolazione mondiale non può crescere illimitatamente perché le risorse del nostro pianeta sono limitate»(1), tanto da meritarsi l’appellativo di “lugubre parroco”, ma non è lugubre, anzi, il dato di fatto che il 19 agosto è stato il giorno dell’Overshoot Day, cioè «abbiamo prelevato più di quanto avevamo a disposizione fino a dicembre».
Dal 2000, secondo i calcoli del Global Footprint Network, il prelievo, se così si può dire, è drasticamente aumentato e di conseguenza, l’Earth Overshoot Day si é spostato da inizio ottobre nel 2000 al 19 agosto di quest’anno(2).
Nel 1964, l’astronomo russo Nikolai Kardashev, propose una sua interessante tabella: in base alla quantità di energia che ogni civiltà potrebbe disporre, ci sono tre diversi tipi di civiltà tecnologicamente avanzate nell’universo. Quella che ci interessa in questo caso è la Civiltà di “Tipo I”, cioè una civiltà in grado di utilizzare (in modo indolore, aggiungo io), tutta l’energia disponibile sul proprio pianeta (nel nostro caso, la Terra). Ma dove si colloca, in questo caso, la nostra civiltà? Ebbene, secondo Kardashev, per ora, la nostra civiltà è, per usare un termine sportivo, ancora inchiodata al palo, cioè è di “Tipo 0”.
Per la verità, sempre secondo Kardashev siamo al punto 0,72, una civiltà basata sull’economia di mercato; ma, secondo me, siamo ancora più indietro, al punto 0,4: una civiltà in cui le classi inferiori producono i beni per le classi superiori che si dedicano solo al consumo di questi: il Medio Evo, appunto.
Quindi a che cosa dobbiamo prepararci? A tutto, in precedenza abbiamo accennato al clima, ormai definitivamente messo sotto controllo intelligente tanto da permettere di causare disastri controllati in aree ben delimitate (guerre climatiche). Lo sdoganamento di virus più o meno letali: Aids, Ebola come detto, virus creato per testare nuovi farmaci, sperimentato e raffinato dai militari, per ottenere così una potente arma biologica, e ancora Dengue, morbo di Marburg e l’ultimo arrivato, dal nome quasi impronunciabile: il virus Chikungunya.
E per finire la costante minaccia del Sole con le sue devastanti Espulsioni di Massa Coronale che se investissero direttamente il nostro pianeta con un’onda elettromagnetica, tutta la tecnologia e le strumentazioni elettroniche sarebbero bruciate all’istante. Impossibile? È già successo, nel 1859, fenomeno conosciuto come “evento Carrington”, dal nome dello scienziato che si accorse dell’accaduto.
Di colpo la nostra fragile, sonnolenta e corrotta civiltà tornerebbe indietro di secoli. Per non parlare poi dell’evento di Livello Estintivo conosciuto come Super Flare, in grado di incenerire in pochi attimi tutto il pianeta. Cosa fare quindi? Pregare? Non sarebbe una cattiva idea, visti i tempi. Ma basterebbe?
«Se c’è un Dio lassù, a quest’ora ci ha già voltato le spalle. E chiunque ha creato l’umanità non troverà alcuna umanità qui. Nossignore… » (The Road).

Note:
1. I. Robertson, Sociologia, Bologna, Zanichelli, 1988.
2. Fonte retecivicaitaliana.it

Altre fonti, oltre a quelle con link nel testo:
http://altrogiornale.org/natura-gli-eventi-precipitano/
http://www.ilvelino.it/it/article/2014/05/27/papa-questo-sistema-economico-disumano-per-mantenersi-scarta-le-persone/41eed49d-198a-478c-a9ab-8221cbfe3f32/
http://altrogiornale.org/tempesta-solare-disastro-annunciato/
http://www.disinformazione.it/due_piccioni.htm
http://www.segnidalcielo.it/2014/08/26/aumento-terremoti-strani-suoni-e-crateri-giganti-cosa-sta-succedendo-alla-terra/
http://www.disinformazione.it/ebola2.htm

Costretti a scappare

PHO_7289_campo_sfollati.jpg «Dalla metà degli anni ’90 una brutale guerra ha imperversato nella Repubblica Democratica del Congo. Centinaia di migliaia di persone sono state sfollate dalle loro case».
Inizia così il video realizzato dalla Irin (Integral Regional Information Network – U. N. Office) intitolato Forced to flee (www.irinnews.org/filmtv.aspx#) che indaga sul ritorno alle ostilità, in Congo.
Negli anni ’90 appunto, a partire dal vicino Rwanda, l’etnia degli Hutu compì un tremendo massacro ai danni dell’altra etnia Tutsi, così come viene magistralmente mostrato nell’intenso film diretto nel 2004 dal regista Terry George dal titolo Hotel Rwanda, dove tra l’altro viene fatto intuire che, a quell’epoca, l’ONU non intervenne in maniera adeguata. Secondo quanto riportato sul sito del VIS (Volontariato Internazionale per lo Sviluppo, che ringrazio anche per la gentile concessione delle foto), nella zona di Kivu (Congo) sono ripresi i combattimenti fra militari (Hutu) e guerriglieri irregolari. I ribelli comandati da Nkunda (di etnia Tutsi) stanno mettendo a ferro e fuoco la regione costringendo sia le truppe regolari ad indietreggiare, ma soprattutto mettendo in fuga centinaia di migliaia di profughi, in particolare bambini, che non hanno cibo e un posto sicuro per dormire.
Solo alcune ONG come il già citato VIS (attivo nella zona di Goma) e AGIRE si stanno interessando alla cosa anche perché ancora una volta l’ONU sembra latitare avendo lasciato a presidiare il fronte solo pochi Caschi Blu.
Intanto la situazione diventa ogni giorno sempre più «catastrofica» e la Croce Rossa Internazionale è inefficace «vista l’impossibilitata di portare aiuti in città» (peace reporter).
Inoltre, è l’appello proprio del VIS, manca una costante, cospicua e ferma copertura giornalistica per questa che come altre nel mondo è stata definita una guerra dimenticata.
Ora la domanda è: perché tutto questo? È solo una questione interna o c’è dell’altro? Perché in alcuni conflitti la comunità internazionale, con grande risalto da parte della stampa, interviene in maniera adeguata?
Sembra strano, ma in questo caso le risposte ci sono, solo che sono difficilmente digeribili da chi, come il mondo occidentale, vuole continuare a dormire sonni tranquilli. Risposte che potrebbero andare anche oltre la percezione del senso comune delle cose.
congo_0.jpgQuando si inizia un conflitto armato, bisogna innanzitutto rifornirsi di tutto un particolare equipaggiamento, soprattutto armi, anche molto sofisticate. Già e chi vende le armi ai ribelli specie in una zona considerata terzo mondo e con quale denaro vengono pagate?
La risposta alla prima parte della domanda è facile: i trafficanti internazionali. Sì, ma chi è che regola il mercato?
Senza girarci troppo intorno, nel film Lord of War (Andrew Niccol, 2005 ) viene affermato che sono gli stessi che sono sempre al tavolo delle trattative internazionali, soprattutto a quelle che riguardano la pace.
E tutte le trattative internazionali in special modo quelle che riguardano la pace avvengono sotto l’egida dell’ONU…
Per quanto riguarda la seconda parte della domanda di cui sopra (il denaro), questa è la mia modesta opinione: le armi e quanto altro non vengono pagate subito, ma il tutto verrebbe poi saldato a cose fatte, secondo la promessa di chi muove di nascosto le trame di un qualunque conflitto, quando si arriverà alla spartizione delle ingenti risorse naturali di cui la zona in questione è piena: promessa che (ma non c’è la controprova), sarà ben lungi dall’essere mantenuta.
Così viene alimentato il conflitto, in questo modo vengono manipolati chi non ha niente altro da perdere se non la vita, ma la ciliegina sulla torta potrebbe essere che per arrivare agli ingenti guadagni, i pochi potenti (proprietari tra l’altro dei più importanti network) stiano “modellando il mondo” a loro piacimento. Quindi, così come ho avuto modo di scrivere in passato nell’articolo Shaping the world, i massacri perpetrati in tutto il mondo ed impuniti, potrebbero rientrare in una delle famigerate Alternative proposte dalla Jason Society ad Eisenhower che, in ossequio al pensiero di T. Malthus, prevedono il taglio della popolazione.
È solo una guerra dimenticata o è una guerra nascosta?

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