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Il seminatore e il seme: fede, speranza e amore

Nota dell’autore:
Di solito non scrivo recensioni sul blog, il cinema è solo uno spunto per parlare di altri argomenti chiave, come il complottismo, ad esempio, nel film appunto c’è la storia delle missioni Apollo dichiarate false; ma stavolta ho voluto dare una mia particolare interpretazione e quindi il testo che segue, il cui contenuto non è prettamente cinematografico, in realtà è quello che mi sono sentito di scrivere, una lettura personale in merito a ciò che ne è scaturito subito dopo aver visto il film.

L’uomo non è fatto per rimanere sulla Terra, ma per lasciarla.
Sembra una parabola, è vero, e lo è; anche se l’angoscia che pervade per buona parte dell’opera di Nolan, lascia, alla fine della visione, un retrogusto triste e malinconico.
E chiaramente, la parabola alla quale è possibile fare riferimento, parafrasandola, è quella del seminatore e del seme.
Anche se è più corretto parlare di ex-seminatori.
Infatti, una piaga non specificata ha ridotto in polvere tutte le coltivazioni della Terra, salvando, al momento, solo il mais, e le distese coltivate, dove non sono rinsecchite, sono attraversate da tempeste di polvere (come le famose Dust Bowl che imperversarono negli Stati Uniti quasi alla fine degli anni Trenta, nel periodo della grande depressione), condannando la razza umana ad un futuro tutt’altro che roseo, conducendola quasi sull’orlo dell’estinzione.
La mancanza di cibo è presente in altre pellicole come ad esempio 2022: I sopravvissuti (R. Fleischer, 1973) e il protagonista quindi, che è anche un ex-pilota della Nasa, non è dissimile da altri personaggi ed eroi cinematografici che in passato si sono cimentati con dedizione e coraggio contro il futuro negativo che incombe su tutto il genere umano. Quando viene lanciato il seme che ci possa essere la possibilità di riscrivere il futuro dell’intera specie umana, viaggiando oltre l’inimmaginabile, alla ricerca di una nuova Terra, il seminatore-pilota, raccoglie, anche se, con una certa riluttanza, la sfida.
Nasce allora la speranza, e le sue azioni ora non sono più quelle semplici, abituali, quasi rituali, ma sono gesti sicuri che rivelano una matrice quasi divina, tipica «dell’amore che non calcola». Per questo non può dire con sicurezza alla figlia, se e quando ritornerà. La sua partenza «è un invito alla speranza e alla fiducia che si fonda non sui calcoli o sulle previsioni della futurologia», ma sul trascendentale che si manifesta nella storia. È un classico che la vicenda sia a lieto fine, la parabola del seminatore raggiunge il suo epilogo, il padre e la figlia finalmente si ritrovano, ma in una situazione completamente ribaltata, lui rimasto giovane (per la teoria della relatività) che stringe la mano di una donna morente.
Dopo i ripetuti fallimenti delle missioni precedenti, basate purtroppo però sull’inganno, concepito dallo scienziato, «ecco il successo che ripaga della fatica»: il buon seminatore può finalmente sedersi sul portico di casa ad ammirare i verdi prati dell’asettica stazione spaziale che l’ha raccolto, mentre vagava alla deriva nello spazio interstellare.

Citazioni:
http://www.adonaj.net/old/lettura/vangelo_marco_04.htm

Virus Versus 3: Ultimatum

Laboratorio.jpg Ho già avuto modo di scrivere sui virus che, per molti, sono la vera minaccia che pende sul futuro della razza umana. Sul numero 13 della rivista Stargate Magazine (non più in uscita) scrissi la prima parte dal titolo Virus versus prendendo spunto da diverse fonti che in quel tempo riportavano notizie riguardanti appunto tale minuscola, ma terribile, forma di vita.
A distanza di qualche tempo ne scrissi la continuazione, Virus Versus 2 in merito ad un possibile ritorno del pericolo. Ora leggendo un po’ qua e là in rete, alcuni fatti mi hanno spinto ad approfondire ancora di più l’argomento in quanto ho paura (e non sono il solo) che siamo di fronte ad un vero e proprio ultimatum ed a lanciarlo (per ora) non è un potente governo nemico o Al Qaeda.
È di pochi giorni fa la notizia che nello stato africano dello Zimbabwe è riesplosa, più virulenta, l’epidemia di colera causando già numerose morti e infettando diverse centinaia di persone (500 colpite ad Harare secondo diverse fonti).
Volendo andare di qualche mese più indietro, nell’articolo dal titolo Nuovi vaccini per pandemia post-olimpica?, tradotto dalla ricercatrice Cristina Bassi, si legge che: «Le condizioni sul terreno di Beijing, dove persone ed atleti da tutto il mondo si sono riunite -e che torneranno nei loro paesi di origine- forniranno la “tempesta perfetta” per una influenza che causerà una epidemia globale. I vari ministeri della Salute in tutto il mondo si stanno preparando per una pandemia che si anticipa sia almeno brutta come la pandemia influenzale del 1918. La minaccia ampiamente anticipata è il virus aviario H5N1».
Se qualcuno ha ancora dei dubbi e che come al solito è scettico sui possibili risvolti più che negativi come conseguenza di tali fatti non dovrebbe leggere oltre, infatti sempre nell’articolo si legge che l’Health and Human Services (HHS) americano ha commissionato al francese Sanofi Pasteur un vaccino per l’H5N1, di cui un lotto è già pronto.
Inoltre, visto che gli americani la sanno lunga, per precauzione, hanno stipato 500.000 bare di plastica nei dintorni di Atlanta in Georgia perché, secondo Mike Leavitt dell’HHS, «se avvenisse una pandemia influenzale, da 100 a 200 milioni di Americani morirebbero». E non finisce qui!
Maurizio Blondet nell’articolo dal titolo: Cosa facevano i generali nel laboratorio delle pandemie, ripreso anche dall’amico Massimo Fratini sul suo segnidalcielo.it, scrive che lo scorso ottobre (forse al Trudeau Institute, un avanzatissimo laboratorio bio-chimico), nei pressi del lago Saranak (stato di NY), c’è stato un incontro segreto tra «i più alti membri degli Stati Maggiori riuniti USA e i loro pari grado di Francia, Germania e di un altro Paese, forse la Gran Bretagna».
Cosa si sono detti in questa riunione Top Secret non è dato saperlo, ma almeno siccome conosciamo molto bene la paranoia militare, evidentemente, come sostiene Blondet, tutto sembra essere legato all’attuale crisi economica mondiale che potrebbe sfociare appunto in una pandemia «di portata devastante» o, secondo me, il tutto potrebbe rientrare in una delle ormai famose Alternative (modo sicuro e rapido per risolvere l’attuale situazione) di cui è già stato detto anche su questo blog.
Brigate.jpg La conferma è data dal fatto che Bush, presidente uscente, ha da poco attivato la «1st Brigate Combat Team per azioni di contenimento di disordini nazionali… Inutile dire che ci attendono mesi inquietanti…»(Blondet).
Inquietanti come le trame dei classici film di fantascienza, dal capostipite Andromeda, passando per L’esercito delle 12 scimmie, la saga di Resident Evil, e a 28 Giorni dopo e il suo meno riuscito seguito 28 settimane dopo per finire con il malinconico Io sono leggenda, e Blindness, in uscita, tutti legati dallo stesso filo (rosso): un finale tragico per la civiltà umana.
Spero di non dover scrivere, un giorno, la quarta e ultima parte di questo testo che avrebbe per titolo una sola parola: Apocalisse.
Non vorrei essere io, L’ultimo uomo sulla Terra.

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