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Rebel Moon – Parte 1: Figlia del fuoco

È disponibile su Netflix il film Rebel Moon – Parte 1: Figlia del fuoco (2023), la seconda parte, La sfregiatrice, sarà disponibile solo dal 19 Aprile prossimo. Diretto da Zack Snyder, per il quale è stato coniato il termine SnyderVerse, a sintetizzare l’ampio spettro d’interesse dello stesso, che ha già all’attivo film come: Justice League (2021), 300 (2014) e diverse pellicole sui Supereroi della DC Comics, storica antagonista della Marvel.

La protagonista, l’attrice algerina Sofia Boutella (Star Trek Beyond, 2016), interpreta, in un cast All Star, la giovane e misteriosa Kora, che da una pacifica colonia ai confini della galassia parte alla ricerca di alleati per combattere il tirannico imperatore Balisarius (che poi si scopre essere il padre adottivo della ragazza). L’opera è ispirata ad altri film/saga in particolare Star Wars e Il Signore degli Anelli, come confermato dalla produttrice-moglie del regista, Deborah Snyder. Ed è vero, perché l’impronta fantasy c’è tutta e il film stesso è ad ampio respiro, nel senso che la fantasia si mischia perfettamente con la fantascienza. L’inizio sembra invece un libro di storia, ma attenzione non la narrazione che tutti abbiamo acquisito, in pratica quella studiata nelle scuole di ogni ordine e grado. Se le conquiste dell’umanità abbracciano un lungo lasso di tempo, ancora non si è capito in termini esaustivi come sia nata la prima civiltà umana (i Sumeri) e, di conseguenza, quale sia stata la molla dello sviluppo della stessa e di pratiche come ad esempio l’agricoltura.

Infatti, se ormai diamo per scontato certi concetti, in realtà è tutto avvolto ancora nell’oscurità, indipendentemente da ciò che dicono gli esperti, sempre impegnati a sminuire, minimizzare e confutare, a fronte anche di testi validi come ad esempio Il mistero della Genesi delle Antiche Civiltà di Alan Alford, libro che non dovrebbe mai mancare ad un ricercatore serio e appassionato.

La scena si apre con un’esterna di un campo che Kora sta arando, sullo sfondo un green screen che mostra un pianeta simile a Giove, il pianeta quindi è una sua luna, la Luna Ribelle. Con l’arrivo improvviso dell’astronave aliena, la preoccupazione inizia a scorrere tra i componenti del piccolo e pacifico villaggio. La nave spaziale, che arriva dal “Mondo Madre”, è comandata dal perfido e feroce Ammiraglio che pretende tutto il tributo destinato agli «Dei del raccolto»; uccide il “Padre del villaggio” (il capo), e ricorda che c’è una taglia sui ribelli che, se denunciati, potrebbe servire per comprare tecnologia per arare meglio i campi. Ma i contadini credono che «fare il lavoro a mano, ci connetta alla Terra e onori i sacri Dei che ci danno la vita». Sebbene nel villaggio stesso c’è un minimo di tecnologia, in effetti -e questo nessuno studioso ufficiale  ve lo direbbe, la civiltà sumerica è nata già formata e l’agricoltura è stata solo un piccolo regalo degli Dei! Spiegare nei dettagli come effettivamente sono andate le cose è difficile e, inoltre, complicato visto che qui si tratta di un film. Ma autori come E. Von Däniken, l’italiano P. Kolosimo, il famoso, compianto sumerologo Z. Sitchin, fino a Mauro Biglino (e solo per citarne alcuni), nei loro testi analizzano quella che è conosciuta come la “storia alternativa”. Il dilemma, purtroppo per quelli che credono e difendono le teorie ortodosse, è che così, quasi tutti i tasselli, per quello che conosciamo fino ad oggi, si incastrano in modo più logico. Il Dio della Bibbia era soltanto uno tra tanti Dei e nemmeno il più importante! Ed è su questo assunto che la Chiesa ha fondato il suo credo!

I Sumeri chiamavano questi esseri “Anunnaki” (=coloro che dal cielo sono scesi sulla Terra, secondo Z. Sitchin), in verità coloro che ci hanno creato. Di fatto, i discesi dall’astronave dimostrano da subito «come chi ha il potere si comporta con chi non ce l’ha». Dalle casse tirano fuori i loro aiutanti robot (forse i Cherubini della Bibbia?) e interagiscono con gli umani mostrando un potere assoluto, fino a prendere con la forza, persino sessualmente, chi capitava a tiro, soprattutto giovani fanciulle con i capelli lunghi, nel film come nella Bibbia. Ecco il motivo per il quale, secondo San Paolo, le donne dovevano proteggersi con il velo… Ma la ragazzina, l’Acquaiola, porta con sé, oltre all’acqua un simbolismo esoterico che, sebbene oggi sia confluito in gran parte nell’astrologia, non possiamo esimerci dal non analizzarlo. Chiaramente il primo significato e quello dell’altruismo e della libertà, la cui ricerca assume un significato molto profondo. Il simbolismo inoltre, si identifica nel mito di Prometeo che rubò il fuoco agli Dei per donarlo agli uomini; l’interesse per il progresso è insito, anche se la civiltà è ad un livello inferiore, l’anelito è sempre rivolto alla fratellanza universale e quindi al miglioramento delle condizioni dell’umanità. Nella Bibbia, il tutto è spiegato in termini spirituali, lo stesso Gesù Cristo si fa artefice del passaggio dall’Era dei Pesci all’Era dell’Acquario appunto, rappresentato dall’incontro con l’uomo con la brocca (Luca 22, 9), nel momento di preparare la Pasqua: il sacrifico è l’abbandono del Sé inferiore, per far risorgere il Sé superiore, cioè l’anima…

Lo stesso Snyder ha affermato che la trama complessiva ha un «duplice significato»(1), quello che qui abbiamo sintetizzato. Nel dialogo tra la stessa Acquaiola e il robot Jimmy (al quale presta la voce Sir Anthony Hopkins), il droide narra la leggenda della principessa Issa, nata da «carne e sangue nel nostro mondo», per inaugurare «una nuova era di pace e compassione», fino «al mito di donare la vita». Frasi dense di significato e dove è impossibile non notare il parallelismo su ciò che abbiamo appreso da duemila anni in avanti. Ma quello che abbiamo dimenticato, o peggio ancora, modificato ad uso e consumo di chi ha gestito le cose, quello cioè che non è finito nei libri è che in un lontano passato tutto era declinato al femminile e nel film di Snyder gli elementi rivelatori sono tanti, a partire dal “Mondo Madre”, poi l’Eroina ribelle impegnata in una Space Opera, nel senso letterale, cioè non solo su un pianeta, la Spadaccina, la già citata Acquaiola, fino alla Principessa, troppo simile alla figura del Cristo. Qui però nessuno muore sulla croce, ma combattendo, le «catene che ci legano», cioè leggi, religioni, sono le vere oppressioni, e anche se «la paura più grande che affrontiamo è la paura di noi stessi», la scintilla arriva da una piccola, insignificante luna, in una galassia lontana, ai confini dell’universo. Pure da lì, è possibile ammirare la bellezza del Creato, lottare per chi ama questa Terra e odia la tirannia di questo Mondo.

Note:

 

The Creator

«Come posso essere utile?».
È quello che chiede, servizievole, uno dei robot intelligenti, fatto a immagine e somiglianza degli uomini alla sua padrona, una delle tante lattine come le chiama Will Smith, protagonista del film I, Robot (A. Proyas, 2004), mentre la luce in pieno petto da rossa (pericolo), diventa di nuovo azzurra. Certo non siamo dalle parti di Matrix -ricordate il tormentone pillola rossa o pillola blu?, ma ci sono indubbiamente delle affinità, oltre alla Matrice e ai programmi senzienti -gli agenti in nero, c’è, come in Matrix, l’Architetto che ha creato l’A.I. e l’arma finale.
Dalla bomba di Oppenheimer alla bomba, che nel film esplode nel futuro postatomico, anche se effettivamente non si capisce se a lanciarla sono le A.I. -che vivono in oriente pacificamente con gli asiatici, nella Los Angeles del 2055.
Scritto e diretto da Gareth Edwards, già regista di Rogue One (2016), uno dei migliori, nuovi film spin-off, di Star Wars, Godzilla (2014) e che ha esordito nel 2010 con Monsters, un film low budget, ma davvero ben realizzato per essere un’opera prima. Intervistato, il regista inglese, ha affermato che il film: «Ha seguito traiettorie produttive decisamente diverse rispetto agli standard di analoghi prodotti hollywoodiani»(1) e a convincere la produzione a non utilizzare il green screen, ma effettuare le riprese in location vere.
Sebbene «Le sue AI sono al contrario dei robot, un tòpos ormai vintage nella fantascienza, e rappresentano “l’altro”, il diverso da noi, che ci fa tanto più paura quanto più è esotico. Non a caso vengono accolte in Oriente ed è contro gli asiatici che gli americani tornano a fare la guerra, come ai tempi del Vietnam, con tanto di bombardamenti, assalti a villaggi e fucilazioni»(2).
Come Skynet, la A.I. della saga di Terminator, la W.I.K.I. del già citato I, Robot, ma anche il film omonimo (2001) di Spielberg e, per certi versi Il mondo dei robot (M. Crichton, 1973), le angosce dei due Blade Runner, ma anche di Trascendence (W. Pfister, 2014), e soprattutto le paranoie delle Unità Centrali (CPU) come HAL di 2001 e di Generazione Proteus (D. Cammell, 1977), passando per War Games (J. Badham, 1983), dove si arriva sull’orlo di una Guerra Termo Nucleare Globale, il film di Edwards, analizza il tutto sia concettualmente che all’atto pratico, realizzando un prodotto quantomeno dignitoso.
Qui l’arma definitiva, è una bambina, un “Simulat”, non un semplice «copia e incolla», -ogni robot è solo un involucro senza coscienza, ma ottenuto con la scansione di un embrione umano, si chiama “Alfa O.”, cioè “Alfa e Omega”, chiaro riferimento al film L’altra faccia del Pianeta delle Scimmie (T. Post, 1970), non solo perché anche qui il protagonista si chiama Taylor, come C. Heston, ma perché, nel finale, egli crea l’Apocalisse, facendo esplodere l’arma più potente mai costruita, appunto la bomba definitiva, che ha, sulle alette le due lettere dell’alfabeto greco “A” e “Ω”.
Ma anche gli esseri umani hanno costruito una nuova arma, una sorta di stazione spaziale, -un’enorme astronave, che incombe come una minaccia ovunque essa si trovi, il suo nome è Nomad, che potrebbe significare “nomade”, data la sua natura errante, ma in realtà significa: “North American Orbital Mobile Aerospace Defense”.
Come non pensare quindi al vero NORAD (=North American Aerospace Defense Command; in italiano: Comando di Difesa Aerospaziale del Nord-America), un’organizzazione congiunta del Canada e degli Stati Uniti, formata da una serie di stazioni radar, che dal 1958, fornisce un quadro di insieme sulla situazione (natura, posizione, direzione e velocità) di ogni oggetto volante nell’ambito aerospaziale del Nord America (Wikipedia).
Oltre alla tecnologia avanzata, c’è anche una forte impronta spirituale, non solo per la presenza di monaci buddisti robot, ma per il termine Nirmata, che è la parola con la quale gli umani definiscono il nemico. Deriva dal nepalese e significa “creatore divino”, The Creator, appunto.
Se nel film di Proyas I, Robot, Sonny suicida il suo creatore, da questi programmato allo scopo, quindi senza l’impostazione delle tre “Leggi della Robotica” sviluppate da Asimov, qui si assiste al ribaltamento dei ruoli. La bambina, programmata per crescere, imparare ed evolvere, può piangere e qui il riferimento è a Terminator 2 (J. Cameron, 1991), quando il ragazzino John Connor, affezionatosi al cyborg (tecnicamente nel film di Edwards, anche il protagonista, sebbene umano, ha un braccio e una gamba artificiale è, di fatto un cyborg), che piangendo, lo supplica di non terminarsi, per sentirsi rispondere: «Ora capisco perché piangete, ma io non potrei mai farlo». Citazione semplice, ma efficace perché ha tutto di umano, in qualcosa che umano non è, ed è questa la sfida, da accettare o meno. «Non riuscirete a sconfiggere le A.I. È levoluzione».
Paul Virilio uno dei massimi pensatori del secolo scorso -teorico culturale ed esperto di nuove tecnologie, ebbe a dire(3) che le nuove tecnologie, come tutte le tecnologie, introducono un incidente specifico: inventando il treno si é inventato il deragliamento, inventando laereo lo schianto al suolo, inventando la nave il naufragio, ecc. Se il concetto all’epoca, fu riferito alla Realtà Virtuale, confluita poi nella Realtà Aumentata, siamo perfettamente consapevoli a cosa porterà lo sviluppo delle A. I. Che la si chiami Singolarità o con un altro termine, nel momento in cui la macchina prenderà coscienza di sè, aprirà sì nuovi scenari per la specie umana, ma la strada verso il futuro sarà sempre piena di ostacoli e, comunque quello che ci attende all’orizzonte resta sempre, il nostro, un Destino Oscuro.

Note:

3. Paul Virilio, in Virtual” nº 8, Aprile 1994.

Fonti:

Creators, the past

«Un film dove la fantasia svela la realtà».
Questa è l’intrigante tagline che apre il film Creators, diretto da Piergiuseppe Zaia, scritto con Eleonora Fani, che dà anche il volto e le movenze, sexy, a Lady Airre. Presentato in anteprima al Lucca Comix, lo scorso anno, finalmente approda nelle sale italiane, il primo lungometraggio di Zaia, girato in 5k, con la tecnica del green screen, in una produzione tutta italiana, come risposta ai blockbuster americani, ma soprattutto per lanciare la fantascienza italiana verso l’olimpo, è il caso di dirlo, cinematografico.
In passato, nel secondo dopoguerra del secolo scorso soprattutto, il cinema di fantascienza italiano è stato costellato di pellicole a basso, se non bassissimo budget, realizzati più da mestieranti del cinema e degli effetti speciali visivi, opere che hanno avuto, purtroppo, un cammino a sè stante, a parte forse Nirvana (G. Salvatores, 1997), una produzione Italo-francese, oppure 6 giorni sulla Terra (V. Venturi, 2011), film che ha avuto un buon successo se non altro fra gli appassionati di alieni, rapimenti e teorie complottistiche(1).
Il lavoro di Zaia (primo capitolo di una trilogia), la maggior parte svolto in post produzione, con più del 66% di shots, relativi agli effetti speciali, punto focale di tutto il lavoro, anche perché il supervisore è Walter Volpatto, che ha lavorato nell’ultimo capitolo di Star Wars, ma anche con una tecnica di prim’ordine non si è riuscito a sollevare una trama poco convincente e avvincente. Il cast, invece, è formato da attori di livello hollywoodiano come Chris Payne, Gérard Depardieu e l’inossidabile William Shatner, che per i pochi che non lo sapessero è stato per anni al comando dell’Enterprise in Star Trek, e qui, in un’improbabile look, recita il ruolo di Lord Ogmha, capo degli 8 Lord che compongono il Consiglio Galattico. I Lords, per scongiurare la catastrofe si riuniscono alla ricerca di uno di loro e della Lens, una boccia in metallo, depositaria del segreto della creazione, e del dna, l’essenza stessa dell’esistenza del pianeta alla quale essa è abbinata.

William Shatner è Lord Oghma

Ma il Lord che governa la Terra, non vuole cedere al volere del Consiglio, e quindi nasconde la sua Lens, proprio sul nostro pianeta.
Inoltre, L’evoluzione dell’uomo non ha seguito, sulla Terra, il progetto stabilito, quindi la lotta diventa necessaria, anche perché la Lens ha in serbo tutta la storia umana, (quella vera?), quella che i potenti nascondono con tutte le forze al resto dell’umanità che, se venisse svelata causerebbe il collasso della nostra civiltà, ad iniziare dalle religioni e dalla cultura dominante.
La fantasia svela la realtà, si diceva all’inizio: non siamo d’accordo, la fantasia a volte, è fine a se stessa, ma siccome nel film c’è anche Mauro Biglino(2), che interpreta sè stesso, cercheremo di svelare quel quid in più usando il suo personale adagio: «Facciamo finta che…».
E allora, facciamo finta che le domande: «Da dove veniamo» e «dove stiamo andando», che la voce narrante recita all’inizio, non rimandino a Blade Runner (Ridley Scott, 1982). Poi: «È giunto il momento della grande rivelazione! (…) i Lord si riuniscano per prepararsi a un nuovo allineamento» (dei pianeti, l’azione parte dal 2012, nda), le galassie entreranno in una nuova era e che «questa è una storia vera»(3).
È mia opinione che la storia vera, è affare di pochissime persone, quelle che conosciamo sono teorie, solo che alcune vengono accettate come vere e le altre no.
È la stessa Eleonora Fani che sostiene: «Siamo abituati a farci raccontare tutto dalla televisione e dai media, a non porci tante domande, e noi invece cerchiamo di stuzzicare la curiosità e l’intuito delle persone e di risvegliare magari in qualcuno l’idea che forse tutto quello in cui abbiamo creduto fino ad ora forse non è proprio così»(4). Facciamo finta che, il disaccordo nel Concilio e la lotta tra gli Dei che ci hanno creato, non sia una storia antica e che non rievochi la creazione e al contrasto tra chi voleva eliminare l’umanità dopo averla creata e chi invece credeva in un suo riscatto che non c’è stato mai. Facciamo finta che le guerre non si fanno per motivi religiosi o economici, che l’aiuto di oggi non diventi la schiavitù di domani, anche se purtroppo così è stato, quando la paura di disperdersi per l’uomo, nel mondo, non divenne panico (dal film).
Non dirò del virus alieno, anche qui facciamo finta che non faccia parte anche della mitologia della serie cult degli anni ‘90: X-Files. Non dirò del re scorpione, protagonista in diversi film è che si fece strada agli inferi per recuperare la spada (questa, nel film viene appunto trovata in un cimitero), dopo aver evocato Seth, il Dio del Caos, anche se per molti è un termine spregiativo, ma è dal Caos che nasce l’armonia (dal film).
Per recuperare la LensLady Airre si avvale dell’aiuto di Sofy, e di nuovo facciamo finta che la ragazza non abbia capacità paranormali e che da bambina non sia stata rapita dagli alieni. Mentre Lord Kanaff, il responsabile del pianeta Terra, utilizza, Natan, figlio ibrido proprio di Lady Airre.
Da qui, senza voli pindarici, entriamo più nello specifico, per svelare i messaggi esoterici, nascosti, di cui la pellicola è piena. A iniziare proprio da Natan: il nome è presente in diverse lingue, ebraico compreso, è di fatto un nome biblico, citato varie volte nell’antico testamento, nome di un profeta, deriva dalla parola Nathanel, formata da Nathan “dono” e “El” Dio, quindi “dono di Dio”, di fatti egli è figlio della dea Airre. «Otto pianeti, otto sovrani, otto Lens! Le Lens posseggono un potere immenso».
Il numero 8 ha molti significati. Innanzitutto l’8 ruotato di 90°, rappresenta il simbolo dell’infinito; è il numero atomico dell’ossigeno, elemento importante per la vita sulla Terra e, dopo il declassamento di Plutone, 8 sono i pianeti principali; inoltre l’8 è universalmente considerato come il numero dell’equilibrio cosmico. Il suo segno zodiacale di riferimento, non a caso è lo Scorpione. La maggior parte delle strutture sacre, chiese e templi hanno pianta ottagonale, l’ottagono è il simbolo della Resurrezione(5). Rappresenta, infine la padronanza nel governare il potere sia materiale che spirituale.
Quale potrebbe essere, alla fine, la storia vera? Ormai è chiaro che la conoscenza nascosta è molto più consistente e stimolante rispetto a quella accademica istituzionale. Tenere l’umanità nell’ignoranza è il modo perfetto per esercitare il potere, diversamente si apprenderebbe che l’uomo è stato creato da una razza aliena, che il suo corpo, ma forse anche questo pianeta sono una sorta di prigione, e che la vera energia, lo spirito presente nel suo dna (dove si troverebbe la firma degli Dei, che dei non sono), sono talmente potenti che, se usati, come vuole l’esoterismo, potrebbero essere addirittura in grado di «spostare le galassie».

Note:
1.Il film è ispirato agli studi del prof. C. Malanga, dell’Università di Pisa, primo in Italia e fra i primi nel mondo a studiare, scientificamente, i rapimenti alieni con l’uso dell’ipnosi regressiva.
2.Mauro Biglino ha tradotto dall’ebraico biblico, 17 volumi per le Edizioni San Paolo. Basandosi sulla traduzione letterale, Biglino affronta la Bibbia da un lato attribuendole una natura di cronaca storica, dall’altro desumendone ipotesi inseribili nel filone della paleoastronautica e del creazionismo non religioso.
3.https://www.comingsoon.it/film/creators-the-past/58001/scheda
4.https://www.comingsoon.it/cinema/news/creators-the-past-i-segreti-del-colossal-fantasy-made-in-italy-svelati/n112194/
5.Nel film viene ipotizzato che Gesù sia di origine aliena.

Fonti:
https://www.fantascienza.com/26221/creators-the-past-debutta-oggi-il-colossal-fantascientifico-italiano
https://www.fantascienza.com/21967/creators-the-past-dall-italia-una-trilogia-di-fantascienza-con-shatner-e-depardieu
https://www.comingsoon.it/film/creators-the-past/58001/scheda/
https://www.mymovies.it/film/2020/creators-the-past/
https://maurobiglino.it/2020/10/finalmente-e-arrivato-creators-the-past-il-colossal-con-mauro-biglino/
http://www.levantenews.it/index.php/2020/10/02/sestri-creators-the-past-primo-kolossal-di-fantascienza-made-in-italy/
https://www.ilgiardinodegliilluminati.it/significato-dei-numeri/numero-otto/
https://it.m.wikipedia.org/wiki/8_(numero)
https://www.tuscanypeople.com/simbolo-numero-8/
https://www.mitiemisteri.it/significato-dei-numeri-simbologia-del-numero/otto-8

sito ufficiale del film: https://creatorsmovie.it

credit
immagini tratte da:
https://www.mymovies.it/film/2020/creators-the-past/poster/0/
https://cinema.fanpage.it/creators-the-past-trama-trailer-e-curiosita-del-kolossal-fantasy-di-piergiuseppe-zaia/

Gemini Man e la clonazione

In principio (inizio non a caso) fu la pecora Dolly, clonata nel 1996, monitorata per alcuni mesi, dai suoi creatori, gli scienziati del Roslin Institute a Edimburgo in Scozia, che nel febbraio del 1997, diedero la notizia al mondo, che rimase a bocca aperta. Da allora la clonazione è diventata argomento di accese discussioni, soprattutto per quanto riguarda i risvolti etici che naturalmente sono impliciti. Dopo Dolly, che visse pochi anni, sono stati clonati altri mammiferi: topi, gatti e cavalli.
La clonazione, o meglio la tecnica utilizzata per clonare un organismo da un altro è questa: la cellula di un organismo adulto viene svuotata del nucleo e sostituito da quello di un altro essere che si vuole clonare.
Gli studi sono iniziati già nei primi anni cinquanta con la clonazione di alcune rane. Poi agli inizi dell’anno scorso, in Cina, è stata la volta di due macachi. Visto che la differenza tra l’uomo e gli altri primati è minima, molti si iniziarono a chiedere se si potesse allora creare un essere umano.
Fermo restando l’annuncio shock avvenuto nel 2002, da parte della Clonaid, laboratorio che fa capo ai Raeliani, un movimento religioso a carattere ufologico, i quali annunciarono che era stata clonata una bambina alla quale venne dato il nome di Eva. É quindi inevitabile che la clonazione rimandi alla creazione, in particolare al sesto giorno, il giorno in cui, secondo la Bibbia Dio creò l’uomo. L’argomento è stato spesso fonte di ispirazione per il cinema di fantascienza, tra gli altri, a partire dal 1978, anno di uscita del film I ragazzi venuti dal Brasile di Franklin J. Schaffner (autore fra l’altro de Il pianeta delle scimmie,1968), dove vengono creati 95 cloni di Hitler! Poi fu la volta del quarto capitolo della saga di Alien, appunto La clonazione (J-P. Jeunet, 1997), dove l’eroina Ripley, al secolo Sigourney Weaver, viene clonata in una stazione spaziale. Poi fu la volta di The Island (Michael Bay, 2005), in un futuro non molto lontano, in un isolato centro di ricerca, i cloni sono creati a spese dei super ricchi che così possono usufruire all’occorrenza di organi nuovi e allungare così la loro vita. Infine proprio Il Sesto Giorno (R. Spottiswood, 2000), con A. Schwarzenegger che, fuori dalla finestra della sua casa vede il proprio clone festeggiare il suo compleanno con tutta la famiglia, con tanto di cagnolino clonato.
Nel film di Ang Lee (premio Oscar per il film Vita di Pi, 2012, con la tigre realizzata tutta in digitale), invece è il veterano Will Smith, killer da poco a riposo, -capace di uccidere un uomo a 2 km di distanza con l’obiettivo che viaggia in una carrozza di un treno ad alta velocità, che si vede costretto a combattere con una versione più giovane di sé stesso. In pratica la star hollywoodiana, ripresa con la rivoluzionaria tecnica dell’High Frame Rate che sviluppa 120 frame per secondo, invece dei canonici 24, ha interpretato i due personaggi e poi, in post produzione, con l’ausilio della CGI e della tecnica della Performance Capture, è stato ricostruito il volto dell’attore ringiovanito. Nell’era del digitale quindi è possibile assistere ad esperienze visive che erano inimmaginabili anche solo 20 anni fa e quello che è stato realizzato per girare Gemin Man, ripete ciò che James Cameron si dovette inventare per Avatar (2009), creare prima la tecnologia e poi girare il film. Le scene d’azione sono sorprendenti, un realismo quasi perfetto, non solo per gli spericolati inseguimenti, ma soprattutto nelle sequenze di lotta corpo a corpo, nel faccia a faccia: se non sai che Junior, il nome del clone nel film, ha la faccia che è frutto di un lavoro al computer, non te ne accorgi.
A differenza di altre volte, non mi soffermerò sulla trama, non svelerò il finale (spesso è necessario), e il colpo di scena che anche qui non manca, ma è opportuno analizzare i risvolti che comporta questa nuova tappa della scienza. Lo stato dell’arte, come detto sopra è abbastanza avviato verso la soluzione finale, il guaio è che la scienza militare, che nella realtà è un paio di decenni avanti, cerca da anni, con esperimenti avanzatissimi di arrivare al cosiddetto Super Soldato(1). Per il momento la DARPA (l’agenzia per i progetti avanzati della Difesa Usa), sta sperimentando la stimolazione neuronale per avere militari più intelligenti, capaci di affrontare situazioni al limite delle possibilità umane.
E questo, secondo me, l’aspetto più inquietante, che rimanda alla clonazione; in primis, nel 1998, l’Unione Europea, ha stabilito che: «ogni intervento che cerchi di creare un essere umano geneticamente identico ad un altro essere umano, vivo o morto, è proibito»(2). Mentre una risoluzione del 2005 dell’Onu, invita gli Stati membri «a proibire tutte le forme di clonazione umana, dal momento che sono incompatibili con la dignità umana e la protezione della vita umana»(3). Un essere umano clonato si può definire tale? Certo avrebbe le nostre stesse necessità: respirare, mangiare, bere, crescere nella maniera migliore, forse anche procreare, ma esso come si sentirebbe dentro, cosa proverebbe? Avrebbe sicuramente una mente, ma avrebbe la coscienza, e infine come la mettiamo sul discorso relativo all’anima? Non è solo un discorso filosofico, il mio, ma pratico: per gli scienziati militari, sarebbe un sogno avere un esercito di cloni (vedi Star Wars), in grado di obbedire agli ordini senza discutere, affrontare il nemico senza paura, senza rimorsi, né provare alcun sentimento di pietà. Inoltre, la creazione di cloni per uso personale, non potrebbe essere più lontana dal film The Island.
Infine, inevitabilmente la clonazione, cammina di pari passo con l’immortalità: immettere nella mente di un clone, la nostra coscienza, per una sorta di vita forse quasi ultra centenaria. Ciò rende il nostro futuro ancora più incerto, fin quando gli scienziati non inizieranno ad usare la co-scienza, l’umanità già minacciata su diversi fronti, avrà un’altra grossa gatta da pelare.

Note:
1. Il concetto del Super Soldato è una delle sotto tematiche della fortunata serie SciFi X-Files.
2. https://www.lastampa.it/cultura/2018/01/26/news/e-mai-stata-tentata-la-clonazione-umana-1.3397227
3. idem

Fonti:
https://www.ilpost.it/2016/07/10/clonazione-pecora-dolly/
https://www.lastampa.it/cultura/2018/01/26/news/e-mai-stata-tentata-la-clonazione-umana-1.33972270
https://www.repubblica.it/online/scienza_e_tecnologia/embrione/clonaid/clonaid.html

Credit:
www.mymovies.it
https://www.focus.it/scienza/scienze/cellule-staminali-e-clonazione-di-tessuti-umani-64285

The Mandela Effect

Quasi un secolo fa, nel 1923, in Finlandia, il passaggio di una cometa (forse la 33P/Daniel, ma Wikipedia non conferma l’avvistamento in tale anno), provocò un senso di disorientamento tra gli abitanti tanto che una donna si vide costretta a chiamare la polizia sostenendo che l’uomo che si trovava in casa con lei non era il marito! Nel film Coherence (James W. Byrkit, 2013), un gruppo di amici si riunisce in casa di uno di loro, per una cena; fuori, in cielo si assiste al passaggio di una cometa, evento raro e sorprendente considerando che gli scienziati avevano avvertito che ci sarebbero stati dei fenomeni non meglio specificati, anomali. Ad un tratto manca la luce, internet, i cellulari, non funzionano più, all’esterno solo una tenue luce, in lontananza, di un’altra casa. Da qui partono le mosse di un’azione serrata dove, i protagonisti si trovano quasi in un incubo a dover lottare, concettualmente (citando il paradosso del gatto di Schrödinger, una delle cui interpretazioni “a molti mondi”, sostiene che ogni evento è un punto di diramazione per l’intero universo) e contro i loro doppi. Un’atmosfera surreale e che sembra a tratti assurda come nel film L’Angelo Sterminatore (1962) del maestro Luis Buñuel. Una serie di vicende dove appunto la coerenza va a carte e quarantotto. Coerenza che forse resta l’ultimo baluardo della fisica newtoniana per difendersi dagli attacchi, sempre più pressanti, delle teorie proposte dalla fisica quantistica, intesa, appunto, a sovvertire le basi stesse della scienza così come la conosciamo.
Una premessa forse un po’ lunga ma mi sembrava utile per meglio definire i contorni di una vicenda che ha tutta l’aria, a breve, di diventare virale. Tutto ha avuto inizio nel 2005 quando la blogger Fiona Broome, si accorse che il premier sudafricano Nelson Mandela era ancora vivo, come difatti era realmente (Mandela è mancato nel 2013), ma la Broome ricordava perfettamente che Mandela, per lei, era morto in prigione negli anni ottanta e ne rammentava persino il funerale trasmesso in tv. La perplessità fu talmente enorme da farle iniziare una ricerca in rete e quello che trovò fu davvero incredibile: non solo moltissime persone avevano lo stesso ricordo su Mandela, ma vennero fuori altri esempi, non solo fatti storici. Eccone alcuni: moltissimi ricordano che negli anni ‘90 hanno visto un film dal titolo Shazaam, che in pratica, non esiste; in Star Wars, sono addirittura due le incongruenze, molti ricordano la famosa battuta di Darth Vader «Luke, io sono tuo padre», che in realtà sarebbe invece: «No, io sono tuo padre»; le gambe del robot C-3PO, non sono tutte e due dorate, ma la destra, da sotto il ginocchio, è argentata, vedere per credere. In Casablanca, la nostalgica frase «suonala ancora, Sam», non c’è, anche se molti ricordano perfettamente di averla ascoltata guardando il film; in Forrest Gump, la frase «la vita è come una scatola di cioccolatini», per molti invece è diventata «la vita era una scatola di cioccolatini»; restando in tema cioccolato il nome del famoso snack Kit-Kat, lo ricordiamo tutti scritto così, vero? No, in realtà è scritto senza il trattino! Per molti il vero nome di battesimo della popstar Madonna, non è Madonna Louise Veronica, ma Maria Louise Veronica. E potrei continuare, se siete curiosi divertirvi nella caccia, in rete, di altre anomalie. Ora la domanda è: perché succede tutto questo? Anche qui le ipotesi portate a sostegno della veridicità o meno, del perché di tale “effetto” sono diverse, alcune, secondo me, verosimili. La prima ipotesi è quella degli “universi paralleli” o più propriamente dell’esistenza di una realtà parallela alla nostra, solo leggermente diversa, ma quanto basta da sconcertare il malcapitato che vive un effetto del genere.

La New York alternativa nella serie Fringe

Argomento sfruttato com’è ovvio dalla science fiction, in particolare nella riuscita serie tv Fringe (ne avevo già parlato qui), dove ad esempio nella New York dell’universo alternativo l’11 settembre non è mai avvenuto, le torri gemelle spiccano nello skyline, e in cielo volano i dirigibili, questo fa supporre che anche il disastro dell’Hindenburg, il 6 maggio 1937, non ci sia stato. Altra ipotesi è quella della differente “Linea Temporale”, molti vivrebbero, sempre nella nostra realtà, ma su una timeline spostata. Forse così potrebbero essere spiegati i famosi “déjà vu”: in Matrix, per capirci, è proprio un gatto (nero) che sorprende Neo, che lo vede passare dalla porta due volte quasi nello stesso istante; in realtà è un disturbo della “matrice”, quando qualcosa cambia, come viene spiegato: ma se fosse così anche nella realtà? Spesso si dice che la memoria fa brutti scherzi, è vero, ma ne siamo veramente sicuri? Ci mettereste la mano sul fuoco? La mano sul fuoco sarebbero pronti a mettercela tutti quei poveri genitori, denigrati, che hanno lasciato morire i figli in macchina, sotto il sole rovente, assolutamente convinti di averli recapitati altrove. Razionalmente si ricorre ai “disturbi dissociativi”(1) oppure alla “dissonanza cognitiva”(2), e se gli stessi genitori hanno vissuto per qualche frazione di tempo, almeno mentalmente, in una realtà parallela dove in effetti hanno assolto il loro compito? Oltre alle anomalie temporali, c’è chi parla poi di “Esperimenti del Cern”, dell’immancabile “Programma Spaziale Segreto” e dei retaggi post 2012 dovuti ad un ipotetico salto dimensionale, ma la questione è alquanto seria, visto che, anche il CICAP (Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sulle Pseudoscienze), ha voluto dire la sua, sostenendo che si tratta solo di falsi ricordi e dimostrando il concetto con un piccolo esperimento che potete fare anche voi (la pagina è nelle fonti), asserendo che: «il gioco funziona in circa l’85% dei casi». Ci risiamo, basta tirar fuori una certa percentuale e il mistero è risolto: e l’altro 15%, non vi sembra che sia un dato da tenere comunque in considerazione? Non vi sembra che questa storia è alquanto sconcertante?
«C’è qualcosa di strano…», osservò Scully, nella serie cult XFiles, questa l’ironica e laconica risposta di Mulder: «Sai la novità, io sono anni che lo dico!». Mi associo.

Note:
1. La caratteristica essenziale dei Disturbi Dissociativi è la sconnessione delle funzioni integrate, della coscienza, della memoria, della identità o della percezione dell’ambiente. Le alterazioni possono essere improvvise o graduali, transitorie o croniche.
http://www.psicotraumatologia.com/disturbi_dissociativi.htm
2. Un individuo che attivi due idee o comportamenti che sono tra loro coerenti, si trova in una situazione emotiva soddisfacente (consonanza cognitiva); al contrario, si verrà a trovare in difficoltà discriminatoria ed elaborativa se le due rappresentazioni sono tra loro contrapposte o divergenti. Questa incoerenza produce appunto una dissonanza cognitiva, che l’individuo cerca automaticamente di eliminare o ridurre a causa del marcato disagio psicologico…
https://it.wikipedia.org/wiki/Dissonanza_cognitiva

Fonti:
https://www.luogocomune.net/LC/index.php/20-varie/4572-l-effetto-mandela-e-gli-universi-paralleli
http://www.fantascienza.com/22446/l-effetto-mandela-gli-universi-paralleli-e-la-gamba-di-c3po
http://www.queryonline.it/2017/05/30/leffetto-mandela/
http://mikimoz.blogspot.it/2017/03/spiegazione-effetto-mandela.html
http://effettomandela.blogspot.it/2016/12/cose-leffetto-mandela.html
http://cronachediunsolelontano.blogspot.it/2015/07/quando-la-fantascienza-non-arriva-in.html

Credit:
https://thoseconspiracyguys.com/what-is-the-mandela-effect/
https://reservoirblog.wordpress.com/category/curiosidades/