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Signori, ecco il PredPol!

immagine.pngSi chiama PredPol, meglio conosciuto come l’Algoritmo PreCrimine. È d’obbligo quindi fare riferimento al famoso film di fantascienza Minority Report, diretto da S. Spielberg e tratto da un racconto di F. K. Dick, con la star Tom Cruise, del quale ne scrissi la recensione sul n° 4 del mensile Stargate Magazine nel novembre 2002, insieme ad un breve profilo dedicato al famoso scrittore. E la fonte è proprio un breve trafiletto pubblicato sul mensile La Freccia (n° 2 feb 2013), distribuito gratuitamente ai viaggiatori delle ferrovie dello stato (a volte anche un monotono viaggio in treno può riservare piacevoli sorprese…). Tra l’altro la breve nota è a corredo di un’intervista ad Antonella Colonna Vilasi rilasciata, per il giornale di cui sopra, a Francesca Ventre. Nell’intervista, la dottoressa Vilasi esperta di Intelligence e che ha da poco pubblicato il libro “Storia dei servizi segreti italiani” (Edizioni Città del Sole), oltre a parlare dei suoi studi sulla sicurezza, le relazioni internazionali e la geopolitica, accenna anche al “Nigergate” (fatto approfondito nel libro), al relativo scandalo dopo le dichiarazioni dell’ex ambasciatore americano in Gabon, ma anche del coinvolgimento italiano nella vicenda. Ma torniamo al Predpol, nato ovviamente negli Usa, all’UCLA (Università della California), da un’equipe formata dal prof. Brantigham con un criminologo ed un matematico. Nel film di Spieberg erano tre esseri speciali chiamati PreCog, cioè Precognitivi che in una sorta di finestra sul futuro osservavano i crimini ancora non perpetrati, permettendo così alla squadra AntiCrimine di intervenire prima che il reato stesso fosse effettuato. Nella realtà gli esperti dell’Ucla hanno creato invece un algoritmo matematico «che ha già fatto registrare un calo del 33% delle aggressioni nella Città degli Angeli». L’algoritmo, che in pratica è una formula, viene inserito in un computer (e chissà come, il testo non lo spiega, ndr), «permette di prevenire il crimine, individuando dove accadrà il prossimo furto, omicidio o abuso, prima che succeda». Come potete capire la differenza è sostanziale, nel film (finzione) si parlava comunque di esseri umani, speciali, ma comunque umani e che nel finale quando viene smantellata tutta la baracca, dopo la scoperta del punto debole, riescono anche a condurre un’esistenza quasi normale. Nella prestigiosa università americana, quindi nella realtà, ci si affida ad un computer che sebbene potrebbe essere il massimo in intelligenza artificiale (titolo tra l’altro di un altro film di Spielberg), in grado di fare centinaia di migliaia di calcoli al secondo, di umano non ha nulla. A ciò aggiungendo l’errore umano, ad esempio nell’interpretazione dei dati, che in questi casi è sempre dietro l’angolo, gli scenari che si aprono sono a dir poco allucinanti. Per non parlare poi della morale che si può trarre da tutto questo. Che fine fa il nostro tanto bistrattato libero arbitrio? Nel film è proprio uno dei Precog (la donna) che ammonisce il protagonista quasi implorandogli che anche nel momento in cui punta la pistola ha ancora la possibilità di scegliere, quindi di non premere il grilletto, di cambiare idea, di non commettere reato. Ma con l’algoritmo e con la sentenza emessa dal computer cosa pensate che possa succedere? Si andrà fino in fondo? Si arresteranno di conseguenza persone che NON hanno ancora violato la legge (concetto questo espresso anche nel film da chi si opponeva al sistema). Come sempre la realtà supera la finzione e che quello che dieci anni fa era fantascienza ora è un dato di fatto; infine aggiungete che, sempre come si legge nel box di cui sopra, «oltre 200 nazioni» hanno fatto richiesta di acquisto, il quadro è ancora una volta completo. Uno stato di polizia, a livello globale, quello che i complottisti definiscono NWO (Nuovo Ordine Mondiale) è ora più che mai plausibile…

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Da ET a… Topolino!

231863295.jpg Nel primo e precedente post di questa sezione ho parlato del fenomeno Ufo e del fatto che le autorità si ostinino a smentire ed a ridicolizzarlo, anche con l’utilizzo sapiente delle informazioni e dei mezzi di comunicazione di massa. Si è altresì ipotizzato che tali mezzi, primo fra tutti il cinema, vengano usati, dai governi (in particolare quello statunitense) per cercare comunque di informare l’opinione pubblica, con la formula del detto e non detto, in modo tale che quantunque si verificasse un palese contatto, sarebbe meno traumatico per l’intera umanità.
Nel libro dal titolo “Fantascienza Effetto Ufo” (Editoriale Olimpia), l’esperto R. Pinotti (presidente del Centro Ufologico Nazionale C.U.N.), parla del “Programma di Acclimatazione del Pubblico”, e di ciò che affermò Joseph A. Hynek: «Hollywood ha sviluppato delle proiezioni orientate (oriented productions) realizzando così, per il grande e piccolo schermo, una vera e propria forma di ‘condizionamento occulto’ a carattere pedagogico, anche di ordine subliminale… Come si fa a dire alla gente che i film di fantascienza sul tema degli alieni fino almeno a ‘E.T. l’Extraterrestre’ di Spielberg non sono stati prodotti a caso, bensì per preparare la gente alla presenza degli Ufo e dei suoi occupanti»(pag. 20).
Quindi è possibile che certi film non siano di fantascienza, che certe opere non siano solo per appassionati del genere formanti una fascia di età piuttosto alta e che non sia solo il governo americano ad attuare volutamente o meno un simile programma.
Luca Scantamburlo nel suo articolo dal titolo “La realtà del Secretum-Omega” riporta ciò che è menzionato in un’enciclopedia per adolescenti edita dalla Rizzoli Junior; nel volume “Il Cielo”, realizzato dall’Istituto Geografico De Agostini l’autore fa notare che in esso, vengono citati “Nibiru” (il decimo pianeta ancora sconosciuto del nostro sistema solare, nda) e i suoi potenziali abitanti, gli “Anunnaki”, «una stirpe di giganti semidivini». Ma gli autori del volume sono andati ben oltre, infatti, rifacendosi agli studi del prof. Z. Sitchin, uno dei massimi esponenti nello studio della civiltà sumera e dei suoi libri sacri, essi spiegano addirittura le vere origini del nostro sistema solare. Scantamburlo alla fine del paragrafo si chiede, rimanendo nel dubbio, «se esso sia una coraggiosa iniziativa individuale o di pochi intellettuali, oppure il frutto di una qualche indicazione venuta da ambienti istituzionali».
Ricordiamo che l’enciclopedia è, comunque, per adolescenti forse già con una certa infarinatura sull’argomento, ma che dire allora del articolo pubblicato, a cura della redazione, sul numero 2757 di “Topolino”?
I redattori in poche pagine, molto ben illustrate sempre nello stile del giornalino, ma con un corredo iconografico notevole, sono riusciti a condensare tutta una serie di concetti, nomi e circostanze che si meritano senz’altro la lettura anche da parte di un pubblico più avvezzo a tali argomenti.
Già a partire dal titolo: “E se gli extraterrestri… fossimo noi?”, si denota una certa padronanza della materia e, oltre a termini ricordati in precedenza come Nibiru e Anunnaki, nell’articolo vengono proposti tutti i cardini dell’ufologia: grigi (nella foto una rappresentazione tratta dall’articolo in questione), rettiliani, clipeologia (dal latino Clipeus ardentes=scudi infuocati, così i romani chiamavano gli avvistamenti di dischi volanti, nda), le teorie sull’archeologia spaziale, le foto mostranti le antiche rovine Inca, Maya, Stonehenge, Machu Picchu e le immancabili piramidi, monumenti la cui origine è, per certi versi, ancora un mistero.
E ancora i bassorilievi sumeri che raffigurerebbero «coloro che dal cielo sono scesi sulla Terra» (Sitchin), ovvero gli Anunnaki, ecc. fino alle speculazioni di stampo prettamente ufologico, come ad esempio le tesi che “sostengono l’origine aliena degli esseri umani”, il fenomeno delle Abduction (i rapimenti di esseri umani da parte di entità aliene) ad opera dei grigi, addirittura la loro probabile provenienza (il sistema di Zeta Reticuli e la stella Bellatrix), concetti questi che sono stati sviluppati da pochissimi anni e che per ora sono bagaglio solo degli addetti ai lavori, come la tesi che vorrebbe questi, i grigi, sottoposti, in un’ipotetica scala gerarchica composta da diverse razze aliene, ai “rettiliani”…
Chissà, forse queste sono soltanto speculazioni, la passione per l’ufologia potrebbe spingere a forzature, ad andare oltre, fatto sta, però, che se ci ferma per un attimo a riflettere, tutto questo merita almeno il classico beneficio del dubbio: se sono tutte sciocchezze perché elargirle ad un pubblico, come quello infantile, dotato ancora di un basso profilo critico?

Nota
Josef Allen Hynek (1910-1986) era un professore d’astronomia. Fu anche protagonista del Progetto Blue Book come consigliere scientifico dal 1952 al 1969. Il dr. Hynek fu invitato anche come consulente per la Columbia Pictures nel famoso film sugli UFO del 1977 di Steven Spielberg, Incontri Ravvicinati del Terzo Tipo (Wikipedia).

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