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UFO: non di questo mondo

È disponibile da ora, una nuova puntata da me scritta per il canale You Tube Misteri Channel Show, ottimamente gestito dall’amico Dario Sanfilippo.
Negli ultimi giorni c’è stata una sorta di apertura nei confronti della questione UFO, da parte di diversi governi: Stati Uniti (e non poteva essere altrimenti), Francia, Russia, e addirittura una certa allusione da parte di Papa Francesco.
La foto che vedete a sinistra è tratta, per entrare nell’argomento, dal profilo Twitter del Presidente francese Emmanuel Macron.
L’intento è chiaro, ma consiglio di vedere la puntata, perché i risvolti ai quali siamo giunti (gran parte della comunità ufologica) sono quanto meno allarmanti.
Buona visione (qui).

Maria Maddalena: il 13° Apostolo

Acqua e Spirito. Nonostante il termine ebraico Ruach, non significhi Spirito, sono alcune delle prime parole del Libro della Genesi e i due concetti più ricorrenti nel film Maria Maddalena: «un ritratto autentico e umano di una delle più enigmatiche e incomprese figure spirituali della storia»(1). Sebbene la figura della Maddalena (da Magdala, la città da cui proveniva) al cinema non sia stata mai ben tratteggiata, il film di Garth Davis, al contrario di altre opere tipo la Maria Maddalena di Raffaele Mertes (2000) e anche la Mary di Abel Ferrara (2005), o The Passion (M. Gibson, 2004), come ne L’ultima tentazione di Cristo (M. Scorsese, 1988), trascende i concetti ai quali siamo stati, forzatamente e falsamente, abituati. L’opera di Davis è il giusto mix tra sentimento, dolcezza e spiritualità, nella prima parte e rabbia, lotta e Passione, nella seconda. La sequenza iniziale colpisce e penetra nel profondo: Maria Maddalena è immersa nell’acqua, dalla quale si lascia avvolgere delicatamente, per poi affrontare la vita di tutti i giorni, sottomessa al padre e soprattutto al primo fratello; aiuta la levatrice in un difficile parto, calmando la partoriente accarezzandola e fissandola negli occhi, denotando una forte presenza di spirito. Fino a quando incontra lo sguardo ieratico, improntato a un senso grave e solenne di sacralità, di Gesù. Da rilevare è l’ottima prova degli attori: il Messia interpretato da Joaquin Phoenix (l’imperatore Commodo ne il Gladiatore), per il quale gli elogi ormai si sprecano e la convincente Rooney Mara, alla seconda collaborazione con il regista australiano, nel ruolo della Maddalena, il cui volto, delicato, è spesso, un po’ per pudore, a rimarcare la condizione della donna a quei tempi, incorniciato nel suo velo. La perfetta ricostruzione dei costumi, dei luoghi (i “sassi” di Matera sono imprescindibili), i paesaggi, le albe vivide di una luce particolare, riproposta, con un uso sapiente della fotografia, ad hoc negli interni quasi con la maestria del Caravaggio (e vi assicuro che il paragone non è irriverente), fanno di ciascuna scena un quadro come se fosse ogni «immagine su di un vetro» (Pietro, che racconta la sua a vita a Maria Maddalena) o appunto, su una tela. Maria Maddalena non è la Prostituta(2), né da lei sono usciti «sette demoni»(3), entrata in punta di piedi fra i Dodici Apostoli, riesce pian piano, con la sua semplicità e umiltà a scalarne la gerarchia, fino a diventare una sorta di alter ego per il Cristo, tanto che questi arriva a chiederle, poco prima di arrivare a Gerusalemme: «Che cosa devo insegnare?». Questo lascia supporre che Gesù l’aveva in forte considerazione; nel Vangelo apocrifo di Filippo, c’è scritto: «La compagna del Figlio è Maria Maddalena. Il Signore amava Maria più di tutti i discepoli e spesso la baciava sulla bocca». Frase altamente controversa, che ha suscitato scalpore, insinuando il dubbio che la loro unione non fosse solo “sacra”, ma carnale. Si discute da sempre se Gesù fosse sposato o meno: storicamente, per la tradizione ebraica, il Maestro (Rabbì) non poteva non essere un uomo sposato -altrimenti chi gli avrebbe dato credito se non avesse avuto nemmeno una moglie? Addirittura i Templari attestano una discendenza, della “sposa”, il vero Sacro Graal, di Cristo, e del viaggio che ella intraprese per raggiungere il sud della Francia (secondo la leggenda, il suo cranio è conservato in una Basilica a lei consacrata nei pressi di Marsiglia).
È Gesù stesso a Battezzarla; «compagna» del Cristo, lei si siede alla destra del Figlio per l’Ultima Cena (proprio come nel Cenacolo di Leonardo), è lei che scopre il Tradimento nelle parole e negli occhi di Giuda; è lei la prima «Testimone» della presunta Resurrezione (riportata solo nei Vangeli canonici, il Vangelo apocrifo di Pietro, al quale i fedeli non devono credere, dice tutt’altro), portatrice del Logos, “Apostola degli Apostoli”(4), perché, nel corso dei secoli, è stata così bistrattata?
Gesù le ha lasciato un altro messaggio esoterico, in antitesi con la tradizione ebraica? «Ha forse egli parlato in segreto a una donna prima che a noi e non invece apertamente? Ci dobbiamo ricredere tutti e ascoltare lei? Forse egli l’ha anteposta a noi?» si legge proprio nel Vangelo gnostico di Maria Maddalena.
«Forse abbiamo frainteso» perché tutto «Va al di là della nostra comprensione» (sono frasi che lei pronuncia nel film) -può darsi, ma «La Dea occulta del Cristianesimo»(5) come mai non è diventata la Pietra fondatrice della Chiesa? Semplice. Per volere dei cosiddetti “Padri della Chiesa”, della loro ossessiva visione maschilista; quasi cancellata dalla storia, deliberatamente con un pensiero imposto. Gesù, dal film, ci ricorda che: «Siamo proprietari del nostro spirito», uno spirito che è stato soffocato. Nel toccante e bellissimo dialogo finale, quando la Maddalena porta l’Annuncio della Resurrezione, lo stesso cerca di fare Pietro nei suoi confronti: «Non resterò in silenzio, mi ascolteranno», purtroppo così non è stato.

Note:
1.https://www.comingsoon.it/cinema/news/maria-maddalena-rooney-mara-e-joaquin-phoenix-nel-poster-italiano/n73865/
2. L’accostamento tra Maria Maddalena e l’adultera redenta risale in realtà al 591, quando Papa Gregorio Magno, basandosi su alcune tradizioni orientali, in un suo sermone identificò le due figure.
In https://it.wikipedia.org/wiki/Maria_Maddalena
3. Vangelo secondo Luca (8, 2-3).
4. Definizione del teologo Ippolito Romano (170-235 d.C.). Appellativo ripreso da Papa Francesco nel 2016.
5. Maria Maddalena. La Dea occulta del Cristianesimo, Lynn Picknett, L’Età dell’Acquario Editore, 2005.

Fonti:
https://www.mymovies.it/film/2018/marymagdalene/
http://www.christianismus.it/modules.php?name=News&file=article&sid=91&page=9
http://www.gliscritti.it/approf/2008/papers/ravasi100508.htm
https://giuseppemerlino.wordpress.com/2014/04/27/maria-maddalena-e-linsegnamento-segreto-di-cristo/
http://www.duepassinelmistero.com/maria_di_magdala_ed_il_grande_se.htm
https://www.mymovies.it/film/2018/marymagdalene/pubblico/?id=779096
https://www.comingsoon.it/cinema/news/maria-maddalena-il-nuovo-trailer-italiano-del-film-con-rooney-mara-e/n75541/
https://www.comingsoon.it/cinema/news/la-maria-maddalena-di-rooney-mara-insieme-ad-alcune-delle-donne-piu-forti/n75741/
https://www.comingsoon.it/cinema/news/maria-maddalena-una-clip-italiana-esclusiva-del-film-con-rooney-mara/n76256/
https://www.comingsoon.it/cinema/interviste/rooney-mara-e-maria-maddalena-il-nostro-incontro-con-la-protagonista-del/n76453/

credit: immagini tratte da www.comingsoon.it

Il velo della discordia

il velo delle suore e l’Hijab islamico

Pochi giorni fa, a Bologna una ragazza di 14 anni, originaria del Bangladesh, dopo aver rifiutato il velo, è stata completamente rasata a zero, dai suoi familiari. La preside della scuola frequentata dalla ragazzina, ha avvertito i carabinieri e la Procura, ha tolto la ragazza alla famiglia. La notizia, ha creato immancabilmente sdegno tra la popolazione italiota, condannando come sempre più spesso accade la famiglia musulmana, la tradizione islamica, il velo, come simbolo di sottomissione della donna. E a proposito di simboli, a metà marzo scorso, una sentenza(1) della Corte di Giustizia Europea ha stabilito che non è discriminatorio proibire di indossare visibilmente, sul lavoro, simboli religiosi, ma anche politici e filosofici.
In pratica in Francia e in Belgio, donne musulmane sono state licenziate perché si sono rifiutare di togliersi il velo durante l’orario di lavoro. Quelli descritti non sono semplici fatti di cronaca, i media, come al solito hanno amplificato il tutto, con un rumore talmente assordante da confondere ancor di più le idee e le opinioni di una massa sempre più costretta a subire quanto gli viene rifilato, a volte senza cognizione di causa, purtroppo. Ma andiamo con ordine. Per quanto riguarda la storia della ragazza di Bologna, rasata a zero, si è detto quasi di tutto, addirittura accostando questa alla ben più tragica storia di Hina Saleem: come molti ricorderanno la ragazza pakistana, nel 2006, fu uccisa dal padre, dallo zio e da alcuni altri familiari, infliggendole venti coltellate, sgozzata ed infine sepolta nel giardino di casa, in provincia di Brescia. Onestamente a me sembra che tra le due storie, non sia possibile nessun tipo di paragone. Ma ciò, come vedremo, fa parte del gioco. Gioco che immancabilmente ha coinvolto, vari esperti che hanno detto tutto e il contrario di tutto senza dare una logica visione e, anzi, sostenendo che la religione, in questi casi non c’entra niente. Paradossalmente potrebbe essere anche vero, ma vero è anche il contrario perché quello che si vuol colpire, secondo me, sono appunto i vari credi religiosi. Ciò si evince  soprattutto da quanto stabilito dalla Corte di Giustizia europea che, non ha parlato espressamente di velo, come unico oggetto della discordia, ma di simboli, simboli religiosi in generale, compresi quindi anche quelli cristiani e conosciamo tutti i dibattiti parlamentari sul crocefisso. E se ci aggiungiamo anche i simboli politici (che non interessano minimamente a chi scrive) e i simboli filosofici, se ne conviene che l’intento della Corte di Giustizia è ben altro, eliminare tutto ciò che può essere segno di distinzione, di libera espressione, cercando così di appiattire, distruggendo le diversità, il comportamento e il pensiero umano, con tanti saluti alla tanto cara democrazia. Ma torniamo per un attimo al pomo della discordia.
Erroneamente si pensa che il velo (hijab), che circoscrive il volto, appartenga esclusivamente all’Islam, ma nella relativa pagina di wikipedia si legge che: «esiste in realtà ben prima di esso. Una legge del XII secolo a.C. nella Mesopotamia assira sotto il regno del sovrano Tiglatpileser I, rendeva di già obbligatorio portare il velo all’esterno a ogni donna sposata». Poi è arrivata la religione islamica e il Corano e quindi ci si riferisce a questo particolare tipo di abbigliamento femminile, che serve a coprire in maniera minima il volto della donna secondo quanto appunto sancito dalla giurisprudenza islamica. Il mondo occidentale ha da sempre stigmatizzato tale pratica, che assume toni aspri quando si prendono in considerazioni altri abbigliamenti femminili islamici, come ad esempio il famigerato burqa. Entrare ora nel merito della questione, descrivendo i vari tipi di veli, il giusto o non giusto, l’atteggiamento integralista dei musulmani, i motivi di sicurezza che, forse giustamente, ne dovrebbero limitare l’uso, è, secondo me, questione di lana caprina che non troverà facile soluzione, a meno che, non facciamo tutti un salutare bagno di umiltà e, come abbiamo fatto riferimento poco sopra a cenni storici, è opportuno leggere dal libro che è alla base della civiltà occidentale e che viene considerato Sacro da quasi un miliardo e mezzo di persone: la Bibbia. Senza ossessioni fideistiche e con mente aperta e coscienza serena leggiamo ciò che c’è scritto nella Prima Lettera ai Corinzi:

  • Voglio però che sappiate che di ogni uomo il capo è Cristo, e capo della donna è l’uomo, e capo di Cristo è Dio. Ogni uomo che prega o profetizza con il capo coperto, manca di riguardo al proprio capo.  Ma ogni donna che prega o profetizza senza velo sul capo, manca di riguardo al proprio capo, poiché è lo stesso che se fosse rasata. Se dunque una donna non vuol mettersi il velo, si tagli anche i capelli! Ma se è vergogna per una donna tagliarsi i capelli o radersi, allora si copra(11-3,6).

A scrivere, come tutti sappiamo è San Paolo che gli studiosi considerano il vero fondatore (secondo altri inventore), del Cristianesimo, quindi voce autorevole in questo caso e sì, avete letto bene, da questi pochi versetti si evincono due concetti fondamentali il primo è che ogni donna, quindi anche chi professa la fede cattolica, dovrebbe mettersi il velo, così come facevano le nostre nonne, se ricordate. Ma San Paolo, lascia comunque un’altra scelta chi non vuole mettersi il velo, si tagli i capelli!, così come hanno fatto i genitori della ragazza 14enne! Chiaro e semplice. Continuando si legge:

  • L’uomo non deve coprirsi il capo, poiché egli è immagine e gloria di Dio; la donna invece è gloria dell’uomo. E infatti non l’uomo deriva dalla donna, ma la donna dall’uomo; né l’uomo fu creato per la donna, ma la donna per l’uomo. Per questo la donna deve portare sul capo un segno della sua dipendenza a motivo degli angeli(11-7,10).

Tralasciando ciò che il santo scrive della creazione e tutto ciò che ne può derivare dal punto di vista etico, sociale, ecc. il vero motivo del fatto che le donne devono coprirsi il viso, San Paolo ce lo dice alla fine del versetto 10: le donne devono necessariamente coprirsi il capo a motivo degli angeli. E qui ci sarebbe molto da dire sul VERO motivo per cui, a loro tutela, le donne dovrebbero coprirsi il capo. Se spiegassi ora tale frase, commetterei un grossolano errore perché non tutti hanno le conoscenze per capire ciò, per accettarlo e per comprenderlo per quello che significa veramente. Ma come sempre offro al lettore più aperto a certi concetti (che per altri sono incredibili o addirittura sconvolgenti), la possibilità, ma stavolta a loro rischio e pericolo, di approfondire quanto scritto sopra. Forse il velo ce l’abbiamo tutti noi davanti agli occhi, quel velo, costituito dall’ignoranza, che c’impedisce di vedere le cose come sono in realtà. E la realtà è molto cruda e nuda ma si nasconde subdola nella sentenza della Corte di Giustizia: il verbo del Nuovo Ordine Mondiale.

Note:
1. https://www.avvenire.it/mondo/pagine/la-corte-europea-l-azienda-puo-vietare-il-velo-islamico