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Oil For Food, un altro gioco di potere

Giochi di potere, una frase talmente abusata (nel cinema il ricordo non può non andare al famoso film con H. Ford, tratto dal romanzo di Tom Clancy e diretto da P. Noyce nel 1992), da diventare un must. Come ad esempio Non aprite quella porta (T. Hooper, 1974), solo che qui, nel film diretto da Per Fly, non ci sono porte da aprire (come le portiere dell’auto che inevitabilmente esplode), ma i classici scatoloni negli immancabili archivi segreti, il mitico vaso di Pandora, che oggi è, l’innocua, in apparenza, imprescindibile chiavetta USB: «in democrazia, la verità non dovrebbe basarsi sui fatti (o sulle scartoffie, nda), ma sul consenso generale».
Gli elementi del plot (come nel film con H. Ford), sono sempre gli stessi: intrighi internazionali, analisti, diplomatici veri o presunti tali, l’alibi del terrorismo che non dovrebbe fare più notizia, tanto è sputtanato e l’onnipresente CIA, la Central Intelligence Agency americana. Ma al contrario del film con il protagonista di Indiana Jones, manca completamente l’azione, tanto che a tratti il thriller politico (ma anche spy e love story), usa lo stesso linguaggio di un docufilm, comunque intriso di sotterfugi, della corruzione ai più alti livelli, e delle parcelle, del trucco che c’è e si vede, fino al gioco, delle tre carte, con la mano che nasconde, invano, la carta vincente; delle menzogne, grandi, tragiche, della politica usata come ponte nella più infame delle triangolazioni, per unire guerra, petrolio e denaro.
Tanto denaro. Solo che stavolta, e non è l’unica (vedi il film Hotel Rwanda, T. George, 2004), l’affairé è sotto il bene placido, o comunque sotto l’omertoso silenzio, perlomeno diretto, da un alto esponente dell’ONU! Capace perfino di piangere le cosiddette lacrime di coccodrillo. Il film infatti, ruota intorno al piano, sotto il regime di Saddam Hussein, conosciuto come Oil For Food (= “petrolio in cambio di cibo”), «attivato dalle Nazioni Unite nel 1995 (con la risoluzione n. 986) e terminato nel 2003, puntava a permettere all’Iraq di vendere petrolio nel mercato mondiale in cambio di cibomedicine, e altre necessità umanitarie indirizzate alla popolazione irachena senza per questo agevolare l’Iraq nella ricostruzione del proprio esercito»(Wikipedia).
Difficile e logico aspettarsi che non sarebbe andato tutto liscio. Il giovane protagonista (Theo James), è il diplomatico mandato a coordinare il programma dal suo capo, il sottosegretario UN (Ben Kingsley) in Iraq, dopo l’invasione americana. Oltre alle difficoltà interne proprie di un sistema corrotto che si alimenta con cinismo e omertà ed esterne, tra minacce più o meno velate, e il pericolo che venisse scambiato per una spia (a dimostrazione del fatto che oggi il confine tra l’essere un diplomatico o un agente operativo è sempre più labile, come dimostrano diversi fatti di cronaca), egli riesce a scoprire gli altarini, non senza rimetterci, e dove appunto intorno all’altare non ci sono chierichetti, ma spietati individui e sul sacro desco non c’è pane e vino, ma gli introiti in tutte le salse, provenienti dalla vendita delle stesse risorse al mercato nero, lasciando alla popolazione bisognosa, cibo scarso e medicinali scaduti.
Facendo una rapida panoramica, chi trama nell’ombra, come iene travestite da agnelli (il film ne è pieno), riesce a far man bassa ad occhi chiusi. La guerra in Iraq è stata pura invenzione, le armi di distruzione di massa non sono mai esistite; l’esportazione della democrazia, con la forza, che è solo parvenza data l’imposizione di un sovrano fantoccio, e la ricostruzione dei luoghi da loro stessi distrutti con le armi (con la loro vendita, magari in altre zone, a tutte le fazioni in lotta), intelligenti che uccidono solo i cattivi; disponibilità e sfruttamento illimitato del petrolio e infine la speculazione sulle risorse, sui beni di prima necessità, ad una popolazione da loro stessi decimata.
Il più grande scandalo che investì le NU, e che arrivò a colpire tutta la Comunità Internazionale, Italia compresa, si ispira al libro Backstabbing for Beginners: My Crash Course in International Diplomacy, le memorie di Michael Soussan diplomatico ONU, nella finzione, papà del giovane protagonista, il quale ricorda che il padre credeva che i membri dell’Organizzazione delle Nazioni Unite, seduti al tavolo rotondo, ricordassero i Cavalieri della Tavola Rotonda. Come nelle favole. Ma questa raccontata nel film, purtroppo è storia vera.

Fonti
https://www.mymovies.it/film/2018/backstabbingforbeginners/
https://www.mymovies.it/cinemanews/2018/154671/

Dietro mille cancelli

cancelliQuello che state per leggere, sicuramente è stato uno dei temi più difficili da affrontare data la mia modesta preparazione culturale, anche se sono fiero di tutto ciò che ho appreso, dedicandomi, da ormai vent’anni alle cosiddette scienze di frontiera e all’esoterismo.
Mi scuseranno, quindi i puristi se inizio il testo con una citazione, questa: «Ogni verità subisce tre fasi, prima viene derisa, poi combattuta ed infine accettata». Questo famoso aforisma è di Arthur Schopenhauer (1788 – 1850), filosofo, uno dei maggiori pensatori del XIX secolo, nonché di tutta la filosofia occidentale moderna.
Perché proprio questa citazione? E’ di attualità una sorta di teoria nota come “ideologia Gender” alla quale è stata applicata la teoria nota come “Finestra di Overton” dal nome del suo ideatore Joseph P. Overton (1960 – 2003) che negli anni ’90 del secolo scorso elaborò la sua tesi secondo la quale ogni idea da nuova, per diventare desiderata deve attraversare sei fasi: impensabile, radicale, accettabile, sensato, diffuso ed infine legalizzato.
I detrattori dell’ideologia Gender hanno fatto della finestra di Overton il loro cavallo di battaglia, asserendo logicamente che alcune pratiche, specie di carattere sessuale, passando per l’omosessualità, fino alla pedofilia, in un futuro non molto lontano diventeranno delle normali pratiche accettate da tutti.
Lascio, come al solito, al lettore la libertà di approfondire sia l’ideologia Gender che la teoria di Overton.
E senza denigrare nè approvare, ciò che ne potrebbe scaturire e quello che potrà succedere a proposito dell’ingegneria sociale, cercherò di seguito di esprimere la mia modesta opinione in merito.
Come avete letto prima non occorreva scomodare Overton, quando in un certo senso Schopenhauer oltre un secolo prima con il suo aforisma aveva anticipato ciò che ora sta piano piano emergendo e, se vogliamo andare più indietro già Platone, il sommo filosofo, 400 anni prima di Cristo, nel suo dicorso “La Repubblica” accennava a qualcosa del genere.
Secondo me la crisi sociale attuale potrebbe essere semplificata con un’altra citazione: «L’egoismo non consiste nel vivere come ci pare, ma nell’esigere che gli altri vivano come pare a noi» (Oscar Wilde).
Rispettando com’è d’obbligo le idee altrui dico, ai nuovi don Chisciotte, che credono di aver scoperchiato il famoso vaso di Pandora, che per forza di cose non hanno una visione a 360°. Infatti loro il coperchio lo hanno appena sollevato tanto da permettere ad una sola serpe di uscire e quindi non hanno nessuna idea del contenuto del vaso stesso e di quella che è attualmente la vera realtà reale che ci circonda (cercherò di parlarne in seguito).
Per concludere esprimo l’ultimo quesito: secondo voi nelle scelte della vita chi decide il cuore o la mente? Se avete risposto uno dei due avete sbagliato.
La risposta è molto semplice. Ciò che ci comanda fin dal primo vagito è… l’anima.
L’anima non ha età, non ha nome, né tanto meno codice fiscale, ma soprattutto non conosce la menzogna e non riconosce nessuna legge umana, da qualunque organo provenga, anche religioso.
Quale vera “particella di Dio” essa è in questo tempo ed in questo universo per fare l’esperienza più bella che ci possa essere, quella di amare, amare incondizionatamente. Quando Dio o chi per esso, ha creato l’universo (e non solo la Terra che per molti è ancora il centro del Creato), ha seminato quest’ultimo di anime, ma come il seminatore (la parabola di Gesù esprime meglio il concetto), non si è preoccupato di vedere dove questa (l’anima-seme) cade.
E se vogliamo trovare una differenza tra Dio “Padre” e Dio “Figlio”, Gesù al contrario era un raccoglitore di anime, senza badare a chi appartenesse il corpo: gente comune, storpi, ciechi, esattori delle tasse, prostitute, ecc.
Quindi quando si avverte un disagio interiore, è un segno anche se a volte è difficile capire cosa voglia suggerire veramente l’anima. Quando una decisione viene presa forzatamente allora l’anima si sente male perché soffocata dal “buon senso”(1).
In definitiva chi è alla sommità della piramide del potere i fautori del Nuovo Ordine Mondiale sostenitori dell’ideologia Gender e di molto altro ancora, hanno paura del risveglio delle coscienze: «La Parola potrà essere diffusa oppure custodita nell’anima… fino al momento in cui sarà opportuno svelarla; il pensiero vivo non potrà mai essere rinchiuso, neanche dietro a mille cancelli»(2).

Note e fonti:

1.Cfr. V. Zeland, Lo spazio delle varianti, Macro Edizioni, 2009, pag224-5
2.http://segnidalcielo.it/il-potere-mondiale-teme-il-risveglio-delle-coscienze/
http://bronsescoverte.blogspot.it/2015/09/la-finestra-di-overton-ovvero-la.html
Wikipedia

Grazie per la collaborazione all’amica e ricercatrice Luigina Marchese

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