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Il velo della discordia

il velo delle suore e l’Hijab islamico

Pochi giorni fa, a Bologna una ragazza di 14 anni, originaria del Bangladesh, dopo aver rifiutato il velo, è stata completamente rasata a zero, dai suoi familiari. La preside della scuola frequentata dalla ragazzina, ha avvertito i carabinieri e la Procura, ha tolto la ragazza alla famiglia. La notizia, ha creato immancabilmente sdegno tra la popolazione italiota, condannando come sempre più spesso accade la famiglia musulmana, la tradizione islamica, il velo, come simbolo di sottomissione della donna. E a proposito di simboli, a metà marzo scorso, una sentenza(1) della Corte di Giustizia Europea ha stabilito che non è discriminatorio proibire di indossare visibilmente, sul lavoro, simboli religiosi, ma anche politici e filosofici.
In pratica in Francia e in Belgio, donne musulmane sono state licenziate perché si sono rifiutare di togliersi il velo durante l’orario di lavoro. Quelli descritti non sono semplici fatti di cronaca, i media, come al solito hanno amplificato il tutto, con un rumore talmente assordante da confondere ancor di più le idee e le opinioni di una massa sempre più costretta a subire quanto gli viene rifilato, a volte senza cognizione di causa, purtroppo. Ma andiamo con ordine. Per quanto riguarda la storia della ragazza di Bologna, rasata a zero, si è detto quasi di tutto, addirittura accostando questa alla ben più tragica storia di Hina Saleem: come molti ricorderanno la ragazza pakistana, nel 2006, fu uccisa dal padre, dallo zio e da alcuni altri familiari, infliggendole venti coltellate, sgozzata ed infine sepolta nel giardino di casa, in provincia di Brescia. Onestamente a me sembra che tra le due storie, non sia possibile nessun tipo di paragone. Ma ciò, come vedremo, fa parte del gioco. Gioco che immancabilmente ha coinvolto, vari esperti che hanno detto tutto e il contrario di tutto senza dare una logica visione e, anzi, sostenendo che la religione, in questi casi non c’entra niente. Paradossalmente potrebbe essere anche vero, ma vero è anche il contrario perché quello che si vuol colpire, secondo me, sono appunto i vari credi religiosi. Ciò si evince  soprattutto da quanto stabilito dalla Corte di Giustizia europea che, non ha parlato espressamente di velo, come unico oggetto della discordia, ma di simboli, simboli religiosi in generale, compresi quindi anche quelli cristiani e conosciamo tutti i dibattiti parlamentari sul crocefisso. E se ci aggiungiamo anche i simboli politici (che non interessano minimamente a chi scrive) e i simboli filosofici, se ne conviene che l’intento della Corte di Giustizia è ben altro, eliminare tutto ciò che può essere segno di distinzione, di libera espressione, cercando così di appiattire, distruggendo le diversità, il comportamento e il pensiero umano, con tanti saluti alla tanto cara democrazia. Ma torniamo per un attimo al pomo della discordia.
Erroneamente si pensa che il velo (hijab), che circoscrive il volto, appartenga esclusivamente all’Islam, ma nella relativa pagina di wikipedia si legge che: «esiste in realtà ben prima di esso. Una legge del XII secolo a.C. nella Mesopotamia assira sotto il regno del sovrano Tiglatpileser I, rendeva di già obbligatorio portare il velo all’esterno a ogni donna sposata». Poi è arrivata la religione islamica e il Corano e quindi ci si riferisce a questo particolare tipo di abbigliamento femminile, che serve a coprire in maniera minima il volto della donna secondo quanto appunto sancito dalla giurisprudenza islamica. Il mondo occidentale ha da sempre stigmatizzato tale pratica, che assume toni aspri quando si prendono in considerazioni altri abbigliamenti femminili islamici, come ad esempio il famigerato burqa. Entrare ora nel merito della questione, descrivendo i vari tipi di veli, il giusto o non giusto, l’atteggiamento integralista dei musulmani, i motivi di sicurezza che, forse giustamente, ne dovrebbero limitare l’uso, è, secondo me, questione di lana caprina che non troverà facile soluzione, a meno che, non facciamo tutti un salutare bagno di umiltà e, come abbiamo fatto riferimento poco sopra a cenni storici, è opportuno leggere dal libro che è alla base della civiltà occidentale e che viene considerato Sacro da quasi un miliardo e mezzo di persone: la Bibbia. Senza ossessioni fideistiche e con mente aperta e coscienza serena leggiamo ciò che c’è scritto nella Prima Lettera ai Corinzi:

  • Voglio però che sappiate che di ogni uomo il capo è Cristo, e capo della donna è l’uomo, e capo di Cristo è Dio. Ogni uomo che prega o profetizza con il capo coperto, manca di riguardo al proprio capo.  Ma ogni donna che prega o profetizza senza velo sul capo, manca di riguardo al proprio capo, poiché è lo stesso che se fosse rasata. Se dunque una donna non vuol mettersi il velo, si tagli anche i capelli! Ma se è vergogna per una donna tagliarsi i capelli o radersi, allora si copra(11-3,6).

A scrivere, come tutti sappiamo è San Paolo che gli studiosi considerano il vero fondatore (secondo altri inventore), del Cristianesimo, quindi voce autorevole in questo caso e sì, avete letto bene, da questi pochi versetti si evincono due concetti fondamentali il primo è che ogni donna, quindi anche chi professa la fede cattolica, dovrebbe mettersi il velo, così come facevano le nostre nonne, se ricordate. Ma San Paolo, lascia comunque un’altra scelta chi non vuole mettersi il velo, si tagli i capelli!, così come hanno fatto i genitori della ragazza 14enne! Chiaro e semplice. Continuando si legge:

  • L’uomo non deve coprirsi il capo, poiché egli è immagine e gloria di Dio; la donna invece è gloria dell’uomo. E infatti non l’uomo deriva dalla donna, ma la donna dall’uomo; né l’uomo fu creato per la donna, ma la donna per l’uomo. Per questo la donna deve portare sul capo un segno della sua dipendenza a motivo degli angeli(11-7,10).

Tralasciando ciò che il santo scrive della creazione e tutto ciò che ne può derivare dal punto di vista etico, sociale, ecc. il vero motivo del fatto che le donne devono coprirsi il viso, San Paolo ce lo dice alla fine del versetto 10: le donne devono necessariamente coprirsi il capo a motivo degli angeli. E qui ci sarebbe molto da dire sul VERO motivo per cui, a loro tutela, le donne dovrebbero coprirsi il capo. Se spiegassi ora tale frase, commetterei un grossolano errore perché non tutti hanno le conoscenze per capire ciò, per accettarlo e per comprenderlo per quello che significa veramente. Ma come sempre offro al lettore più aperto a certi concetti (che per altri sono incredibili o addirittura sconvolgenti), la possibilità, ma stavolta a loro rischio e pericolo, di approfondire quanto scritto sopra. Forse il velo ce l’abbiamo tutti noi davanti agli occhi, quel velo, costituito dall’ignoranza, che c’impedisce di vedere le cose come sono in realtà. E la realtà è molto cruda e nuda ma si nasconde subdola nella sentenza della Corte di Giustizia: il verbo del Nuovo Ordine Mondiale.

Note:
1. https://www.avvenire.it/mondo/pagine/la-corte-europea-l-azienda-puo-vietare-il-velo-islamico

Independence Day: il ritorno

independence-day-resurgenceCinquant’anni fa, l’8 settembre 1966 la NBC, mandò in onda il primo episodio della saga di Star Trek, diventata un marchio della FS e dove tra le altre cose si parlava della Federazione Galattica dei Pianeti che, oggi a distanza di mezzo secolo, è ancora lungi dal divenire. Pochi giorni fa è uscita la notizia del remake del film Alien Nation (G. Baker, 1988) in cui gli alieni, sfuggiti al controllo di un’altra razza ET, arrivano con una gigantesca nave madre (mother-ship), chiedendo asilo alla popolazione terrestre ricevendo in cambio diffidenza e disprezzo. Esattamente a distanza di 20 anni è uscito un altro marchio fortunato Independence Day: rigenerazione, ancora con la firma del “grande distruttore” e ormai maestro indiscusso del catastrofico: Roland Emmerich. Dopo una sofferta rispolverata al cast, manca il pezzo grosso Will Smith, e con l’introduzione di nuovi personaggi: il presidente interpretato da Bill Pullman (in pensione, ma ancora presente e funzionale nella trama perché colpito da molte visioni su un possibile secondo attacco) è stato sostituito al timone della nazione più potente della Terra dalla presidente Lanford, l’attrice Sela Ward, donna dal carattere aggressivo, ma allo stesso tempo senza polso e senza carisma, in una sorta di augurio, forse profetico, per la senatrice Hillary Clinton, nella corsa alla Casa Bianca; l’introduzione di un nuovo personaggio interpretato dalla bravissima Charlotte Gainsbourg, specializzata nell’identificare i segnali lasciati dagli alieni sul nostro pianeta. Capitolo a parte per lo scienziato Levinson/Goldblum, addirittura a capo dell’Earth Space Defeance, una sorta di SDI Strategic Defeance Iniziative di reganiana memoria, ma che diversamente dalla realtà non si tratta solo di una serie di satelliti per la difesa, ma per l’aver costruito sulla Luna una potentissima stazione militare con tanto di cannone al plasma, e per aver progettato, usando retro ingegneria aliena un velivolo ibrido molto potente che agli ufologi potrebbe ricordare la vera flotta spaziale terrestre denominata Solar Warden che, secondo quanto scoperto dall’hacker Gary Mckinnon consta di 8 astronavi più 43 ricognitori piccoli ed opera sotto il comando del Naval Network Usa e lo Space Command Operations (1). Nel film, la civiltà umana, è riuscita a rimettersi in piedi ricostruendo tutte le città distrutte durante il prima attacco e anzi, adesso l’umanità è assai progredita, avendo a disposizione l’ingegneria aliena, e vive sotto un’unica bandiera, un’unica legge e in pace da vent’anni senza conflitti armati fra le varie nazioni: questa davvero noi la denominiamo fantascienza, ma è il primo motivo per il quale i potenti della Terra sono restii al famigerato Disclosure della presenza aliena sulla Terra in quanto tale rivelazione avrebbe l’effetto di un collante per tutti i popoli: il vero traino dell’economia mondiale, la guerra, i conflitti, la vendita delle armi, le varie differenze, le guerre sante e non, il terrorismo, ecc. scomparirebbero, e l’umanità respirerebbe la stessa aria (parafrasando JFK in un famoso discorso), non più inquinata e senza global warming ed è chiaro che tutto ciò andrebbe contro gli interessi del Nuovo Ordine Mondiale che si basa sul millenario concetto del divide et impera. Come accennato poc’anzi alcuni personaggi del primo film: il vecchio presidente, il simpatico dottor Okun interpretato ancora da Brent Spiner (il “Data” di Star Trek), il guerriero Congolese capo dei ribelli che hanno sconfitto gli ultimi alieni rimasti, sono perseguitati da visioni che si manifestano sottoforma di impulsi sonori che arrivano direttamente al cervello e che per quest’ultimo hanno a che fare con una sorta di linguaggio alieno con un preciso simbolo: il cerchio o in 3D una sfera. La letteratura ufologica è piena di esempi simili, si va dalla mappa stellare ricordata sotto ipnosi regressiva da Betty Hill (rapita insieme al marito, primo caso di abduction registrato), al codice binario di uno dei sottoufficiali nella foresta di Rendlesham in Inghilterra, in un IR2 nei pressi della base RAF di Woodbridge. E ora the arrival: l’arrivo, il ritorno. Tra parentesi, in The Arrival (D. Twohy, 1996), film interpretato da Charlie Sheen, radioastronomo, il quale scopre che l’aumento del riscaldamento globale (global warming) è causato da extraterrestri insediatisi nel sottosuolo terrestre. In Arrival (D. Villeneuve) in uscita a novembre, invece, viene usato un linguaggio simile al simbolo usato nel film in questione, che ha sempre come base il cerchio. Se nel primo film veniva detto che gli alieni, che parcheggiarono l’astronave madre lunga solo 500 km di diametro, nei pressi della Luna e che spostavano la loro civiltà di pianeta in pianeta per depredarne le risorse naturali, ora si scopre che in realtà la civiltà aliena non è stata del tutto distrutta, ma arrivano con un’altra mega astronave madre di quasi 5.000 km di diametro, con una propria gravità, e che atterra nell’oceano atlantico, da costa a costa. Se vi fanno paura le dimensioni e pensate che dimensioni del genere sono davvero incredibili, fate una breve ricerca in rete e vi accorgerete che alcuni satelliti hanno ripreso oggetti (astronavi aliene?) prossimi al sole delle dimensioni del pianeta Terra! Inoltre all’interno dell’immenso Ufo, in una sorta di alveare, vive la regina, concetto questo che rimanda naturalmente alla saga di Alien, che come nel film Aliens: scontro finale (J. Cameron, 1986), alla fine viene anch’essa uccisa. Stavolta lo scontro finale (sarà veramente l’ultimo?) si svolge come al solito nell’Area 51, diventata ormai il quartier generale delle forze armate terrestri. Se il nuovo I.D. sempre spettacolare dato l’apporto immancabile della computer graphics (CGI) e con gli alieni questa volta disegnati totalmente al computer non riuscirà, cinematograficamente, a rinverdire i fasti e il successo del primo film (1996) seppur definito dalla critica un videogioco, come visto ci sono alcuni concetti ed elementi che corroborano le tesi ufologiche e che hanno come novità inserita nella narrazione un concetto che va al di là dell’ufologia stessa, toccando le alte punte della cosiddetta esopolitica. Prima dell’arrivo dell’immensa nave spaziale, uno strano fenomeno preannuncia l’arrivo di una sonda aliena perfettamente sferica: la perfezione sferica è già di per sé un potente messaggio (v. il film Sfera di B. Levinson), appartenente ad un’altra civiltà aliena, ma che gli ottusi militari americani distruggono, dalla serie prima spari e poi fai domande. All’interno della sfera distrutta viene trovata un’altra sfera, ma di dimensioni molto più piccole, perfettamente liscia, levigata e di colore bianco, che in realtà ricorda il simbolo percepito da chi avvertiva il ronzio nelle orecchie, una sorta di Hard-Drive contenente tutta la scienza di una razza aliena giunta sulla Terra per avvertire del pericolo che stanno correndo, spiegando che anche la loro civiltà è stata attaccata dagli stessi alieni ostili. Non aggiungo altri spoiler, dico solo che il contenuto della piccola sfera, con interfaccia sonora umana potrebbe far balzare di colpo la nostra civiltà, secondo la scala di Kardashev, direttamente al Tipo III, che definisce una civiltà intergalattica. Ma il concetto può essere, come detto, ampliato, in questo caso non è stata applicata la famosa prima direttiva, tanto cara a Star Trek: una civiltà superiore non può interagire con una civiltà meno evoluta, in quanto l’evoluzione stessa deve seguire il proprio percorso. Nella realtà, purtroppo ciò non è avvenuto, gli alieni di tipo nordico, avvertirono l’umanità del pericolo portato dalla razza dei grigi (2), ma il governo americano in primis non dette ascolto a tale monito perché avevano già stipulato, nel 1954 nella base aerea di Muroc, il famigerato “patto scellerato”: tecnologia extraterrestre in cambio di vite umane.

Note e fonti:

1. http://www.universo7p.it/solar-warden-il-progetto-spaziale-top-secret/
2. http://www.hackthematrix.it/?p=7628?p=7628?p=762
http://www.fantascienza.com/21625/independence-day-rigenerazione-9-cose-da-sapere-sulla-nuova-invasione
wikipedia

Photo credits: www.fantascienza.com

Il Global Warning e il Rispetto per il creato 2P.

Seconda e ultima Parte

Rifiutando di riconoscerci come creature limitate, abbiamo invece preteso di sostituirci a Dio e distruggere pian piano l’armonia con il Creatore, l’umanità e tutto il Creato (Laudato si’, Cfr. pag. 52).
Il nostro quindi è un «antropocentrismo deviato» (pag. 55).
Infatti più avanti il Papa afferma che:«… L’essere umano tenderà sempre a voler imporre alla realtà le proprie leggi e i propri interessi» (pag.60). E non «come una realtà illuminata dall’amor che ci convoca ad una comunione universale» (idem).
Il Vescovo di Roma non tralascia neppure l’energia nucleare, la biotecnologia, l’informatica, la conoscenza del nostro DNA perché questi danno un potere ancora più immenso su tutto il genere umano … sebbene tale potere risiede in una piccola parte dell’umanità (Cfr. pag.81).
Più avanti il Santo Padre così si esprime: «Cercare solamente un rimedio tecnico per ogni problema ambientale che si presenta, significa isolare cose che nella realtà sono connesse (Tutto è uno, nda), e nascondere i veri e più profondi problemi del sistema mondiale» (pag. 88). Date quindi le condizioni attuali del mondo, l’umanità non confida in un futuro migliore e più felice (Cfr. pag. 89).
Infatti «non possiamo illuderci di risanare la nostra relazione con la natura senza risanare tutte le relazioni umane fondamentali» (pag. 93). E difatti: «non ci sono due crisi separate, una ambientale e un’altra sociale, bensì una sola e complessa crisi socio-ambientale» (pag. 108).
L’inizio del paragrafo 144 a pag. 112, non ammette repliche: «la visione consumistica dell’essere umano, favorita dagli ingranaggi dell’attuale economia globalizzata, tende a rendere omogenee le culture e a indebolire l’immensa varietà, che è un tesoro dell’umanità». Un altro colpo servito caldamente a tutti quelli che hanno fatto del concetto “global a tutti i costi” la loro sola e unica ragione di vita.
Più avanti nel capitolo 146 a pag. 114, il Papa menziona gli aborigeni australiani e il loro modello di vita che li rendono per il momento gli unici e soli interlocutori tra l’uomo e la natura concepita da sempre come un dono di Dio.
La Terra ci è stata donata e appartiene anche alle generazioni che verranno. Ecco quindi una frase che sicuramente ha fatto saltare parecchi dalla sedia: «Le previsioni catastrofiche (di molti studiosi controcorrente, nda) ormai non si possono più guardare con disprezzo e ironia» (pag. 124).
Il capitolo V inizia con un’esortazione, sulla necessità di un repentino ed immediato cambio di rotta da parte dell’umanità per far sì che essa stessa possa uscire dalla spirale di autodistruzione nella quale ci stiamo avviando.
A pag. 135 c’è però una frase che lascia trasparire un concetto a noi teorici della cospirazione molto caro: «per il governo dell’economia mondiale; per risanare le economie colpite dalla crisi, per prevenire peggioramenti della stessa e conseguenti maggiori squilibri; per realizzare un opportuno disarmo integrale, la sicurezza alimentare e la pace; per garantire la salvaguardia dell’ambiente e per regolamentare i flussi migratori, urge la presenza di una vera Autorità politica mondiale (il NWO!, nda)». E tutto questo come si legge erano anche le opinioni di San Giovanni XXIII e più attualmente di Benedetto XVI.
Inoltre la crisi finanziaria del 2007-2008, il conseguente salvataggio delle banche a discapito della popolazione non ha portato ad una reazione di rivedere i criteri obsoleti che attualmente comandano il mondo (Cfr. pag. 144).
Quindi «affinchè sorgano nuovi modelli di progresso abbiamo bisogno di cambiare il modello di sviluppo globale» (pag.148), esigendo «più responsabilità verso il bene comune da parte di chi detiene il potere» (pag. 150).
Nel dialogo tra le religioni e la scienza (pag.152) non si pretende che questa spieghi completamente la vita, perchè questo porterebbe ad un superamento del suo limitato confine metodologico.
«Perciò non pensiamo solo alla possibilità di terribili fenomeni climatici o grandi disastri naturali, ma anche a catastrofi derivate da crisi sociali…» (pagg. 156-7).
Purtroppo però l’umanità non ha sviluppato ancora una coscienza universale in grado di sovvertire l’attuale paradigma. Occorre quindi una «conversione ecologica» anche e soprattutto degli stessi fedeli dediti solo alla preghiera che «con il pretesto del realismo e della pragmaticità, spesso si fanno beffe delle preoccupazioni per l’ambiente» (pag. 165) e «finiscono per soccombere a un consumismo senza etica e senza senso sociale e ambientale» (pag. 166).
Nel capitolo Gioia e pace Papa Francesco «incoraggia uno stile di vita profetico e contemplativo, capace di gioire profondamente senza essere ossessionati dal consumo» (pag. 168), uno stile di vita quindi più spirituale.
Infine un po’ candidamente, ma con stile poetico, il Vicario di Cristo sogna un mondo che possa portarci «ad amare e accettare il vento, il sole o le nubi, benché non si sottomettano al nostro controllo» (pag.172) (è evidente che S.S. non è a conoscenza del fenomeno delle scie chimiche, nda).
Perché c’è un mistero da contemplare in una foglia, in un sentiero, nella rugiada, nel volto di un povero, la grandezza di una montagna, le valli solitarie quiete, amene fresche, ricche di dolci acque, affinchè nell’universo potremo incontrare innumerevoli relazioni per vivere in comunione con Dio, con gli altri e con tutte le creature del Creato…

Fonti:
Lettera Enciclica “Laudato Si’” Del Santo Padre Francesco sulla Cura della Casa Comune, Tipografia Vaticana.

Photo credit:
Foto ed elaborazione di giuseppe nardoianni

Orfani, quasi

Orfani è il titolo di una serie a fumetti creata da Roberto Recchioni (soggetto e sceneggiatura) ed Emiliano Mammuccari (disegni), ed edita dal 2013 dalla Sergio Bonelli Editore.
La graphic novel interamente a colori, evento nuovo per un’intera serie, ma non raro per la stessa casa editrice, è di stampo fantascientifico con un linguaggio grafico e narrativo «innovativo», è stata preceduta da una notevole campagna pubblicitaria (supportata da un sostanzioso budget), ottenendo così un ottimo successo grazie anche all’utilizzo dei social network, fra tutti l’immancabile Fb con una personalissima pagina, pagina presente anche su Wikipedia dalla quale sono state tratte queste prime note.
Con il numero di settembre dal titolo Rock ‘n’ Roll, dove il ballo è solo un eufemismo, si è conclusa la prima stagione.
Quello che a noi interessa, però, è il contenuto dell’albo dal punto di vista concettuale, dei messaggi inseriti e chiaramente dei parallelismi con la realtà, fantascientifici solo per chi ancora si ostina a non voler vedere le cose come, in realtà, sono.
La trama dell’albo quindi è relativa (e lascio al lettore la facoltà o meno di approfondire la trama dell’intera serie) e non è sostanziale rispetto al discorso che andrò a sviluppare.
Nelle ultime pagine dell’albo in questione si fa cenno al termine dell’operazione denominata Painted Sky (Cielo Dipinto) nella quale è stato fatto credere che la causa di un misterioso lampo, che ha decimato l’umanità, sia di matrice aliena e che la restante parte sopravvissuta dovrà unirsi per combattere (in particolare una squadra addestrata fin dalla tenera età, gli orfani del titolo) la minaccia extraterrestre che arriva da un lontano pianeta. Non vi ricorda niente?
Gli amanti del complottismo, come gli ufologi, conoscono molto bene il fantomatico, incredibile piano del NWO, noto come Project Blue Beam. In pratica, per instaurare definitivamente il loro dominio vedremo apparire in cielo, con l’aiuto del sistema HAARP e dopo aver modificato l’atmosfera con l’utilizzo delle scie chimiche come se fosse un immenso schermo (ecco il cielo dipinto), immagini mistico-sacre e c’è chi dice anche astronavi aliene pronte ad attaccare.
Sarà «un nuovo inizio», «l’alba di una nuova era», «il crepuscolo del vecchio mondo dei mostri», ma con il chiaro intento di crearne dei nuovi e più potenti. E se «le foreste precedono la civiltà», nel nostro caso è il naturale esito che «i deserti la seguono»: quello che in pratica sta già accadendo sotto i nostri occhi.
È tutto «un gran casino», i veri responsabili hanno nome e cognome, ma sono al di sopra di tutto, però facendo attenzione e riuscendo a vedere oltre il velo, è possibile notare le loro gesta perché loro non fanno arte, loro fanno cadaveri!
Drogati di potere, del loro modo di vivere, non si accorgono che il loro sistema è arrivato ormai al capolinea perché «l’umanità si merita qualcosa di megliol’umanità si merita un futurol’umanità si merita una speranza». Siamo stanchi delle illusioni, delle menzogne e delle false speranze. L’umanità ha il diritto di conoscere la verità, qualunque essa sia, e se non sapremo gestirla allora «ce la saremo meritata, l’estinzione!».
«Pace non cerco, guerra non sopporto…» è la bellissima frase, intrisa di un antico, cavalleresco codice, che si auto eleva nel testo, tratta da una poesia(1) di Dino Campana, più verosimilmente in realtà, un’astuta quanto illusoria via di mezzo. E noi?

Noi siamo i figli dei padri ammalati,
aquile al tempo di mutar le piume,
svolazziam muti, attoniti, affamati,
sull’agonia di un nume
…(2).

Orfani? Quasi…

 

Note:
1. da Poesia facile, in Quaderno.
2. Emilio Praga da Preludio, in Penombre.

Immagine:
Particolare della quarta di copertina dell’albo n° 12 (settembre 2014, serie Orfani, © Sergio Bonelli Editore).

Signori, ecco il PredPol!

immagine.pngSi chiama PredPol, meglio conosciuto come l’Algoritmo PreCrimine. È d’obbligo quindi fare riferimento al famoso film di fantascienza Minority Report, diretto da S. Spielberg e tratto da un racconto di F. K. Dick, con la star Tom Cruise, del quale ne scrissi la recensione sul n° 4 del mensile Stargate Magazine nel novembre 2002, insieme ad un breve profilo dedicato al famoso scrittore. E la fonte è proprio un breve trafiletto pubblicato sul mensile La Freccia (n° 2 feb 2013), distribuito gratuitamente ai viaggiatori delle ferrovie dello stato (a volte anche un monotono viaggio in treno può riservare piacevoli sorprese…). Tra l’altro la breve nota è a corredo di un’intervista ad Antonella Colonna Vilasi rilasciata, per il giornale di cui sopra, a Francesca Ventre. Nell’intervista, la dottoressa Vilasi esperta di Intelligence e che ha da poco pubblicato il libro “Storia dei servizi segreti italiani” (Edizioni Città del Sole), oltre a parlare dei suoi studi sulla sicurezza, le relazioni internazionali e la geopolitica, accenna anche al “Nigergate” (fatto approfondito nel libro), al relativo scandalo dopo le dichiarazioni dell’ex ambasciatore americano in Gabon, ma anche del coinvolgimento italiano nella vicenda. Ma torniamo al Predpol, nato ovviamente negli Usa, all’UCLA (Università della California), da un’equipe formata dal prof. Brantigham con un criminologo ed un matematico. Nel film di Spieberg erano tre esseri speciali chiamati PreCog, cioè Precognitivi che in una sorta di finestra sul futuro osservavano i crimini ancora non perpetrati, permettendo così alla squadra AntiCrimine di intervenire prima che il reato stesso fosse effettuato. Nella realtà gli esperti dell’Ucla hanno creato invece un algoritmo matematico «che ha già fatto registrare un calo del 33% delle aggressioni nella Città degli Angeli». L’algoritmo, che in pratica è una formula, viene inserito in un computer (e chissà come, il testo non lo spiega, ndr), «permette di prevenire il crimine, individuando dove accadrà il prossimo furto, omicidio o abuso, prima che succeda». Come potete capire la differenza è sostanziale, nel film (finzione) si parlava comunque di esseri umani, speciali, ma comunque umani e che nel finale quando viene smantellata tutta la baracca, dopo la scoperta del punto debole, riescono anche a condurre un’esistenza quasi normale. Nella prestigiosa università americana, quindi nella realtà, ci si affida ad un computer che sebbene potrebbe essere il massimo in intelligenza artificiale (titolo tra l’altro di un altro film di Spielberg), in grado di fare centinaia di migliaia di calcoli al secondo, di umano non ha nulla. A ciò aggiungendo l’errore umano, ad esempio nell’interpretazione dei dati, che in questi casi è sempre dietro l’angolo, gli scenari che si aprono sono a dir poco allucinanti. Per non parlare poi della morale che si può trarre da tutto questo. Che fine fa il nostro tanto bistrattato libero arbitrio? Nel film è proprio uno dei Precog (la donna) che ammonisce il protagonista quasi implorandogli che anche nel momento in cui punta la pistola ha ancora la possibilità di scegliere, quindi di non premere il grilletto, di cambiare idea, di non commettere reato. Ma con l’algoritmo e con la sentenza emessa dal computer cosa pensate che possa succedere? Si andrà fino in fondo? Si arresteranno di conseguenza persone che NON hanno ancora violato la legge (concetto questo espresso anche nel film da chi si opponeva al sistema). Come sempre la realtà supera la finzione e che quello che dieci anni fa era fantascienza ora è un dato di fatto; infine aggiungete che, sempre come si legge nel box di cui sopra, «oltre 200 nazioni» hanno fatto richiesta di acquisto, il quadro è ancora una volta completo. Uno stato di polizia, a livello globale, quello che i complottisti definiscono NWO (Nuovo Ordine Mondiale) è ora più che mai plausibile…

Commenti_Signori, ecco il PredPol!