Staminali: voglio crederci

Anche se il mio, non è un blog dal taglio prettamente di divulgazione scientifico-giornalistica, era fin da quando, alcuni mesi fa, è scoppiato l’intrigo sull’utilizzo delle cellule staminali, che mi premeva, ancor più che in passato e per altri argomenti, trattare l’interessante caso.
Non avendo però una preparazione specifica in materia, oltre alle fonti che ho usato (e che potete leggere alla fine di questo post), non posso far altro che avvalermi dell’esatto contrario, cioè usare la (fanta)scienza, uno dei must portanti del blog, per cercare di sbrogliare la matassa.
Nel leggere, per quanto sia possibile, quello che c’è in rete e, visti gli innumerevoli pro e contro della vicenda, sembra, a prima vista trattarsi di un vero e proprio x-file, quindi se qualcuno adesso sta pensando alla famosa serie tv, trasmessa a partire dagli anni novanta dello scorso secolo, ci ha visto giusto.
Più che alla serie, però, farò riferimento al secondo film, tratto dalla stessa: X-Files: I want to believe, diretto nel 2008 dallo stesso, padre ideatore, Chris Carter.
A dire il vero, il film ha avuto uno scarso riscontro di critica e di pubblico, deludendo in parte i fans, ma a distanza di anni il contenuto resta comunque attuale perché l’argomento centrale, per non dire il fulcro dell’intera vicenda sono proprio le cellule staminali ed il loro utilizzo.
E rivedendo lo stesso diverse volte, come si addice ad un vero appassionato, i parallelismi con la realtà sono più che mai evidenti.
La trama del film potrebbe essere divisa in due parti che vedono come protagonisti i nostri ex agenti Mulder e Scully. Nella prima Scully, lasciata l’FBI ed intrapresa la professione medica, si trova a dover curare un bambino affetto dalla Malattia di Sandhoff, prima simmetria con la realtà in quanto le malattie genetiche rare, che colpiscono soprattutto i bambini sono anche principalmente: l’Atrofia Muscolare Spinale (Sma), la Sclerosi Laterale Amiotrofica Bulbare, la Paralisi Cerebrale Infantile e la Malattia di Kennedy.
Interessante il passaggio in cui Scully davanti alla commissione medica presieduta, in teleconferenza, dalla direttrice sanitaria, propone di curare il bambino mediante l’utilizzo di cellule staminali autotrapiantate dal midollo osseo, per sentirsi rispondere dalla direttrice stessa: «Non esistono cure per la malattia di Sandhoff, se ne trova una lei, mi faccia sapere».
Qui ci vorrebbero i puntini sospensivi per evidenziare l’atteggiamento di chi è chiamato a valutare: protocolli e cure mediche già decise ai vertici e tutte le novità scartate o negate a prescindere. Oppure quando la stessa Scully, risponde ad un’altra dottoressa che approva il fatto d’interrompere le cure mediche in corso sostituendole con cure palleative antisofferenza: «E se fosse un figlio suo?». Già, se il bambino colpito fosse figlio di chi, come detto, è chiamato a decidere, questi come si comporterebbe? Non farebbe di tutto per cercare di salvarlo e se ci fosse un piccolo spiraglio con cure alternative, non proverebbe? Ad uno di questi genitori si potrebbe benissimo rispondere con un’altra citazione del film: «Non si arrenda mai!».
Scully non demorde e dopo una breve ricerca in internet (che anch’io ho fatto seguendo proprio i passi del film), capisce dalle immagini sugli esperimenti condotti sui cani (nella realtà proprio su questi animali sono state eseguite le prime sperimentazioni), che una cura è possibile.
I cani tra l’altro aiutano proprio Scully nella ricerca di Mulder che nel frattempo, per ritrovare un’agente dell’FBI scomparsa, si trova alle prese con un moderno Dottor Frankenstein che curava il cancro addirittura (ma questo lo si capisce guardando il film, o almeno questa è la conclusione alla quale sono giunto) con il trapianto dell’intero corpo, salvando solo la testa!
Come detto, non ho una base medico-scientifica e non posso esprimere un giudizio favorevole o contrario rispetto all’utilizzo delle cellule staminali (con metodi conosciuti o meno), per la cura delle malattie genetiche rare, ma posso e so fare uno più uno e guardando attentamente il film, si capisce benissimo fin dove si potrebbe arrivare.
Ecco perché forse viene impedito con tutte le forze lo sdoganamento di cure e metodi non convenzionali e non approvati da chi detiene il potere: troppi interessi in gioco.
Quindi mi limiterò ad usare le parole di Mulder che alla domanda se crede o meno a determinati fenomeni risponde: «Diciamo che VOGLIO CREDERCI!».

Fonti:
http://it.wikipedia.org/wiki/Cellula_staminale

http://www.repubblica.it/salute/medicina/2013/09/11/news/metodo_stamina_cosa_prevede-66341626/

http://www.repubblica.it/salute/medicina/2013/12/19/news/metodo_stamina_i_diritti_depositati_in_societ_in_svizzera-74056624/

http://www.repubblica.it/salute/ricerca/2013/12/19/news/stamina_niente_cellule_staminali_nas_esperti_vannoni-74019190/

http://www.repubblica.it/salute/medicina/2013/10/10/news/stamina_cronologia-68295384/

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Comments (2)

  1. Maria

    Curare con le staminali malattie genetiche terribili che colpiscono soprattutto i bambini, può essere una possibile strada alternativa o anche risolutiva e, quindi, perchè non crederci? E’ la ricerca scientifica che dovrebbe fornire delle risposte! Sdoganarla dal monopolio delle multinazionali farmaceutiche sarebbe un enorme passo avanti!

  2. Luciano

    ad majora!

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